lunedì 17 maggio 2010

Per un pugno di euro (Tagli agli stipendi ?)



Paola Zanca 16 maggio 2010

Il taglio Calderoli più che simbolico è offensivo. Nello stipendio di un membro della "casta" non cambia nulla

(antefatto.ilcannocchiale.it)
"Senza lo stipendio da parlamentare e l'indennità da viceministro avrei qualche difficoltà a pagare le rate". Chissà il panico che avrà preso Adolfo Urso quando ha sentito il ministro Calderoli annunciare "i sacrifici" in arrivo anche per il Palazzo. Lui, che ha una rata del mutuo da più di 8.000 euro al mese, deve aver avuto un mancamento pensando a quel 5 per cento di retribuzione in meno minacciata dal ministro. Il vice-ministro Urso stia tranquillo, abbiamo fatto i conti per lui: la stangata Calderoli non lo farà finire in mezzo a una strada. Al massimo, dovrà rinunciare a qualche centinaia di euro. Già, perché l'austerità targata Lega funziona così. Prendiamo il caso di un semplice deputato: per lui, il taglio Calderoli significa 757 euro in meno. È tutto quello a cui dovrà rinunciare per far bella figura davanti agli italiani.

Per uno che di euro ne guadagna 15.000 al mese, non è proprio un cambiamento epocale: è poco più di un decimo della sua indennità mensile, a cui però vanno sommati i 4 mila euro di diaria che gli spettano per vivere a Roma, altrettanti per il rimborso forfettario delle spese elettorali, i 1.200 euro per le spese di viaggio, e altri 258 per il telefonino. Lo stesso vale per un senatore: ai 13 mila euro che porta a casa ogni trenta giorni (una parte del suo rimborso elettorale viene erogata al gruppo parlamentare) dovrà togliere 650 euro. Nemmeno la metà di quanto prende al mese per il rimborso delle spese di trasporto. In proporzione, sacrifici ancora meno pesanti per i ministri.

Prendiamo il caso del ministro Brunetta, l'unico, a dire il vero, a rispettare la norma sulla trasparenza e a pubblicare il suo stipendio online: ogni mese, al "crociato" anti-fannulloni va l'indennità da deputato, più il trattamento economico della presidenza del Consiglio dei ministri. Tradotto, 17 mila euro al mese che, decurtati del 5 per cento, scenderebbero a 16 mila e duecento. Per tutti, il taglio Calderoli lascerebbe invariati i benefit che, assieme alla retribuzione, i parlamentari si assegnano da sempre: le tessere gratuite per la circolazione in Italia su autostrade, treni, navi e aerei, il rimborso delle prestazioni sanitarie, l'assegno di fine mandato (ovvero, l'80 per cento dell'indennità mensile lorda, per ogni anno di mandato svolto) e il vitalizio che scatta dopo cinque anni di lavoro. La presidente del Pd Rosy Bindi bolla il taglio come "propaganda" e ammette che "non risolve i problemi dei costi della politica": in un anno il taglio degli stipendi dei parlamentari farebbe risparmiare 8 milioni di euro.

Per il resto è subito gara a mettersi in fila nella campagna d'estate dei leghisti contro la Casta. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, annuncia che seguirà l'esempio nazionale e farà lo stesso anche nella sua giunta. Promette che la proposta sarà sul tavolo "già martedì". Forse allora prenderà in mano la calcolatrice e si renderà conto di averla sparata grossa: un assessore regionale veneto guadagna circa 7.000 euro al mese. Dovrebbe fare a meno di 363 euro, ma continuerebbe a percepire il rimborso per le spese di trasporto e a non pagare né le autostrade né il parcheggio a Venezia. L'ipotesi di tagliare un po' di più, Zaia non la prende nemmeno in considerazione: non bisogna "far passare l'idea", dice, "che tutti sono ladri e che quindi possono lavorare senza avere uno stipendio". Ma non deve essere l'unico a non aver fatto i conti. Altrimenti il presidente del Senato Renato Schifani non potrebbe affermare con voce contrita che "se veramente la manovra comporterà sacrifici per gli italiani, credo che dovrebbero essere proprio i politici a dimostrarlo per primi". Ha il buon gusto di ammettere che il taglio proposto da Calderoli "è giusto ma forse insufficiente", il sottosegretario Francesco Giro che comunque pensa che per non sembrare dei "marziani" ai politici italiani basterebbe guadagnare "9 o 10 mila euro al mese". Daniela Santanchè, sottosegretario pure lei, propone di compilare "una lista" di tutti quelli pronti a rinunciare "al privilegio dell'auto blu".

Il ministro Michela Vittoria Brambilla dice sì al taglio ma solo se i soldi risparmiati avranno "una destinazione precisa". Come a dire, altrimenti me li tengo io. La deputata Pdl Margherita Boniver chiede di accendere "i riflettori del risparmio anche su certe pensioni d'oro nonché sugli stipendi e bonus dei mega manager". La norma che reintroduceva un tetto agli stipendi dei manager è stata bocciata, per la seconda volta, cinque giorni fa.

(Conti on-line: Le cifre riportate nella tabella sono ricavate utilizzando i dati pubblicati sui siti Internet di Camera e Senato. La retribuzione del ministro si riferisce a quella dichiarata da Renato Brunetta sul sito www.innovazionepa.gov.it?. Lo stipendio mensile di un assessore regionale infine, è calcolato sulla base della legge della Regione Veneto n°5/1997)

Da il Fatto Quotidiano del 16 maggio

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