IMMIGRAZIONE. Resistono sulla gru i sei stranieri in protesta da oltre una settimana. E intorno la situazione si aggrava. Ieri il presidio di solidarietà è stato sgomberato dalla polizia. In manette una trentina di manifestanti.
foto: (Corriere Milano)

Manganelli e cariche improvvise hanno disperso il presidio e portato all’arresto di una trentina di persone, tra cui il presidente dell’associazione Diritti per tutti, Umberto Gobbi. «Dalla questura non è venuta alcuna comunicazione sullo status giuridico in base al quale sono trattenuti», ha spiegato l’avvocato Manlio Vicini, anche se l’ipotesi più accreditata resta il fermo per resistenza a pubblico ufficiale. Scene da guerriglia urbana, come le ha descritte l’emittente Radio onda d’urto che monitora la protesta, concluse poi con l’interdizione dell’intera area attorno alla gru.
Ora si teme che l’allontanamento forzato sia stato soltanto la fase preliminare dell’operazione di polizia e che l’obiettivo sia quello di riportare con la forza i migranti a terra. D’altronde è quello che chiedono i rappresentanti locali della Lega Nord protagonisti di una escalation di intolleranza nei confronti della situazione.
«Si è trattato probabilmente di una reazione alla manifestazione di sabato scorso che», ha commentato Luoise Benzoni del Comitato primo marzo, «è stata molto partecipata, con migliaia di persone in piazza della Loggia». Parole di solidarietà sono arrivate anche da Roma nel tentativo di richiamare, tra l’altro, l’attenzione del ministero dell’Interno. Si è unita al coro anche Susanna Camusso, neo segretario della Cgil, rivolgendosi «al ministro Maroni affinché faccia di tutto perché i lavoratori migranti sulla gru siano ascoltati». Contro le violenze e gli scontri di ieri si è espresso anche il parlamentare del Pd Jean-Leonard Touadi rilanciando la necessità di «aprire un tavolo con le associazioni d’immigrati che protestano pacificamente a Brescia, Milano e in altre parti d’Italia chiedendo la regolarizzazione dei lavoratori sfruttati, senza regolare contratto di lavoro, senza permesso di soggiorno o con titolo scaduto».
Per ciascuno dei giovani in protesta si spera in un provvedimento individuale; «occorre ridiscutere le diverse posizioni di queste persone», hanno proposto i Radicali italiani, perché sono ormai «esasperate dall’insipienza della legge di regolarizzazione». Quella sanatoria per colf e badanti che premiando una sola categoria di lavoratori, ha finito per truffare gli altri.
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