sabato 28 maggio 2011

BABY ON BOARD

di Antonio Di Persia

Tre bambini vittime del lavoro.
No, non sto parlando di lavoro minorile, sto parlando di vittime del lavoro dei loro genitori.
Un cervello assorbito e annullato dal lavoro non serve se non a quel lavoro, e dopo un po’ nemmeno a quello.
Il lavoro oggi o non ce l’hai o lui ha te.
Spesso non è neanche un discorso di ambizione, di cinismo da carriera che superi in importanza qualunque altra persona o sentimento. E’ che oggi per rendere “il giusto” devi essere ingiusto, per risultare efficiente devi farti assorbire totalmente da impegni e doveri, altrimenti se provi ad essere un individuo che si prende il suo tempo rischi di rimanere tagliato fuori.
C’è poco da scegliere: o schiavo con una posizione sommariamente stabile o libero con le pezze al culo e serenamente disperato.
Ci siamo dimenticati il futuro in macchina, sotto il sole, convinti di averlo lasciato in mani sicure quanto le nostre.
E questo fa capire a quali rischi lo sottoponiamo anche quando lo affidiamo ad altri, umani come noi, e a loro volta schiacciati da chissà quali pensieri, tanto da essere capaci di dimenticarsi anche della quantità di futuro altrui che gli è stato affidato.
In ultima analisi, il futuro è un fagottino che ci riempie la vita di gioia per il solo fatto che esiste, ci crea angosce sulle nostre capacità di saperlo allevare e ogni suo piccolo malessere ci getta nello sconforto.
E impegnati come siamo a migliorare la vita del nostro futuro, ce lo dimentichiamo e lo facciamo morire.
In ognuno di questi dannati c’è un po’ di noi.

Ciao angioletti, perdonateci tutti.

12 commenti:

  1. Una tragedia enorme che ci colpisce tutti senza fare inutili polemiche è necessario fare un passo indietro, non permettere al lavoro di possederti, conosco persone che lavorano 12-16 ore al giorno, questo è vivere per lavorare, questo è lavaggio mentale e per cosa per cambiare auto ogni anno, essere schiavi è anche questo, quando capiremo che tutte le cose materiali che accumuliamo non ce le porteremo dietro e l'unica cosa è il nostro io interiore ed è quello che và nutrito altro che auto nuova, quando ho sentito di queste tragedie ho provato una forte compassione per quei poveri bimbi per i genitori che dovranno convivere con sensi di colpa tremendi.
    Un triste abbraccio cara Rosa

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  2. Uhm...non sono proprio d'accordo su una questione:
    "per risultare efficiente devi farti assorbire totalmente da impegni e doveri, altrimenti se provi ad essere un individuo che si prende il suo tempo rischi di rimanere tagliato fuori."

    Penso, al contrario che una mente efficiente sarebbe in grado di reggere più compiti, mentre la superficialità del mondo d'oggi con cui si affrontano i vari ruoli può portare alla perdita di efficienza in entrambi.
    Non sto attribuendo colpe o meriti a nessuno, ognuno di noi ha i suoi limiti invalicabili, ma ognuno di noi ha il dovere di individuarli e non andare oltre.
    In altre parole, quando uno non ce la fa si deve arrendere: non è giusto nè non dare il massimo sul lavoro nè non dare il massimo nella vita di un figlio, per cui bisogna scegliere, riflettere e poi...possibilmente fermarsi.
    Claudia

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  3. bel post.
    aggiungerei un terzo tipo: quelli già benestanti, che potrebbero rilassarsi, godersi la libertà e far spazio a chi ha bisogno di lavorare, e che invece continuano a galoppare come schiavi e accumulare sui conti in banca profitti che per essere goduti devono essere sprecati comprando appariscenti giocattoli di lusso (di cui nemmeno possono godere pienamente, dati i loro ritmi di vita).
    e poi c'è chi si chiede se esista il lavaggio del cervello. sveglia, questa è alienazione pura.
    riguardo i bambini, purtroppo non è che uno dei tanti modi con cui inconsapevolmente facciamo loro del male: inquinamento, radiazioni, alimenti dannosi, farmaci a sproposito...
    ciao

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  4. Eh sì, è una realtà triste. Si fanno salti mortali per i figli e poi il cervello alza bandiera bianca, oberato da mille pensieri, scordandosi il pensiero più importante.

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  5. Vero Zak, il modello di mondo che ci propongono è sempre più vicino alla follia. La competizione costante che ci viene imposta è schiavitù che rode il cervello e l'anima. L'attaccamento ai beni materiali ci fa del male vero, e lo fa nella nostra vita normale.
    Perdiamo il senso dei valori fondamentali e non ci rendiamo nemmeno conto d'essere vivi...
    ...tristissimo... svegliamoci e reagiamo...!

    Un abbraccione Zak :-)
    Namastè

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  6. Ciao Claudia e benvenuta :-)
    sono le premesse secondo me ed i valori. Bisogna vedere cosa ci si propone. E' sicuramente vero che un cervello umano possa porsi limiti ed ambizioni anche superiori a quelle che oggi esplica, ma lo deve fare seguendo il verso, il ritmo, l senso e l'armonia che lo circonda.
    Se si applicala la propria concentrazione alla materia quel che si ottiene è materia e null'altro...uno può essere un genio della guerra, questo però non fa di lui un essere superiore.

    Ovviamente sì, esistono limiti invalicabili ed ovviamente dobbiamo imparare a fare conti con essi, ma secondo me, la qualità della concetrazione necessaria a produrre la torre di babele o le mura di Sodoma, non è la medesima di quella che occorse a produrre l'arca...

    Un abbraccio e a presto ;-)
    Namastè

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  7. Ciao Viator, sì è vero sono d'accordo, soprattutto quando ti riferisci al fatto che i modi in cui facciamo del male ai nostri figli sono molteplici ed inconsapevoli ma tutti in qualche maniera, riguardano il "come" abbiamo deciso (accettato) di vivere e di cui loro sono succubi...sarebbe meglio forse, come dice Gaber, non insegnare ai bambini. Da sempre si dice che la questione sta nel paradigma...nel sistema, nelle premesse, ma mai come in questo post, tutto questo ci appare evidente...
    ...e come ho detto a Zak poco sopra...svegliamoci e reagiamo!

    Ti abbraccio e a presto :-)
    Namastè

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  8. Eh già Paòlo, come hai ragione, ci si scorda il "pensiero" più importante...tristissimo :-((

    Abbraccio
    Namastè

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  9. Secondo me dare la colpa ai troppi impegni è fuorviante. La maggior parte delle persone con figli è oberata di impegni ma non per questo si "dimentica" i figli in auto. Se questo avviene dobbiamo pensare ad una patologia. Io la penso esattamente come la psichiatra Annelore Homberg che spiega benissimo cosa è accaduto in un articolo su LEFT di questa settimana a pag. 9.
    Un abbraccio sincero!

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  10. Ciao Ruhevoll, non ho avuto modo di leggere l'articolo di cui parli, ma sono convinta che non di impegni si debba parlare, ma di una sorta di follia di sistema :-((

    Un abbraccio grande e buon inizio settimana ;-)
    Namastè

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  11. Purtroppo è un fenomeno in crescita. Basterebbe obbligare per legge le case automobilistiche a mettere dei sensori in auto per impedire che si verifichino queste dimenticanze (che sono veri e propri "atti mancati" dovuti a stress)... c'è solo l'imbarazzo della scelta su come. Invece ci si preoccupa tanto, per esempio, di istallare postazioni fisse di autovelox in città, perché quelle portano soldi in cassa... qui a Perugia stanno spuntando come funghi. Ormai guidare l'auto è come giocare a monopoli.

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  12. Ciao Daniele, benvenuto! :-)
    Sì sono d'accordo, ma penso anche che si debba, prima o poi, rendersi conto che se si continua in questa assurda corsa verso il nulla quel che si incontra è esattamente questo stress e dimenticanza, follia e perdita del senso delle cose, forse sarebbe l'ora di dare importanza alle cose davvero importanti :-))

    Grazie della visita e a presto, un abbraccio
    Namastè

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