mercoledì 11 maggio 2011

Haiti, un Paese che ha fame

Alessandro Grandi
 
La ricostruzione tarda, gli aiuti umanitari sono sempre meno. Haiti adesso ha fame e i prezzi del cibo aumentano sempre più.

Senza pace e senza un minimo di tranquillità. Questa è Haiti oggi, nonostante le decine dei migliaia di persone che sono arrivate fin lì per dare il loro apporto e ricostruire il Paese dopo il devastante sisma del gennaio 2010.
Sembra, però, che ogni minimo sforzo che si compie per dare nuovo lustro al Paese sia inutile. E' inutile parlare di ricostruzione. E' inutile parlare di politica, nonostante la recente elezione di un nuovo presidente.
Oggi, il vero problema per la popolazione è procacciarsi cibo. Non è uno scherzo, è proprio così. Nonostante l'emergenza alimentare giunta nei giorni immediatamente successivi al sisma, il problema non è stato risolto. Anzi, se possibile è aumentato.
"Il vero problema non è che manca cibo. E' che gli haitiani non se lo possono permettere" racconta Samanta Sellaro, cooperante al lavoro da mesi a Port au Prince, capitale di Haiti.

In effetti sembra proprio essere così. Nei mercati del paese, infatti, non manca certo il cibo. Sacchi enormi di mais e riso, pieni fino all'orlo, vengono esposti nelle improvvisate bancarelle in strada.
"E' triste vedere quante donne e quanti uomini guardano il cibo. E' una sensazione pazzesca. Non credevo d arrivare un giorno a vedere gente che guarda il cibo e sogna, ripeto solo sogna, di comprarlo" racconta al telefono con PeaceReporter Samanta Sellaro.
"Credimi, è proprio una strana sensazione quella di vedere gente che guarda i sacchi delle spezie nei mercati e non si può permettere di comprare. Attendono gli aiuti umanitari ma adesso che l'emergenza sisma sembra essere finita, gli aiuti sono un po' meno. Inoltre, l'epidemia di colera che si è diffusa in molte aree del Paese non ha contribuito a calmierare la situazione. Dispiace molto vedere un Paese che rischia di rimanere in questa situazione per molto tempo ancora. E sono dubbiosa che la politica riesca in breve tempo a dare risposte alle domande della gente che in questo momento vorrebbe vedere cibo e gente che chiamata per lavorare alla ricostruzione di strade ed edifici, in modo da contribuire tutti alla rinascita di questo che è un bellissimo Paese abitato da gente orgogliosa e con grande dignità".
Anche Myrta Kaulard del programma Mondiale per l'Alimentazione delle Nazioni Unite, in una intervista rilasciata alla Bbc è convinta che l'aumento dei prezzi del cibo possa causare seri danni al Paese, soprattutto perché il cibo in vendita è attualmente tutto d'importazione.
Anche in ragione di questo nella capitale Port au Prince sono molte le signore che si mettono a cucinare pietanze locali e panini e le rivendono a prezzi che definire popolari è davvero riduttivo.
Ma gli haitiani purtroppo sono abituati a convivere con la sopravvivenza. Poco prima del terremoto che ha devastato ogni cosa, più della metà della popolazione viveva con meno di un dollaro al giorno.
Questo fatto ha gettato ancor di più nella povertà e nella disperazione un popolo che di tutto aveva bisogno tranne che di confrontarsi quotidianamente con l'impellente necessità di mangiare.

http://it.peacereporter.net/articolo/28415/Haiti%2C+un+Paese+che+ha+fame

8 commenti:

  1. Haiti è davvero un Paese disgraziato, da troppi decenni.
    Ti è capitato di vedere The agronomist, il documentario di Jonathan Demme su Jean Dominique!?
    In caso, te lo consiglio, oltre ad essere un film stupendo è una fotografia di Haiti di potenza incredibile.

    RispondiElimina
  2. Il terremoto è una disgrazia che arriva ogni tanto, la povertà è una disgrazia permanente, e contro questa disgrazia non si vuole fare nulla perchè funzionale alla ricchezza di pochi.
    Faccio un link a questo post.
    namastè

    RispondiElimina
  3. Grazie per la segnalazione MrJamesFord, no non ho visto The Agronomist, anche perchè non sono una grande frequentatrice di sale cinematografiche, ho visto però il trailer e devo dire che sembra valga la pena vederlo, cercherò di procurarmelo in versione home (se esiste) e magari gratuita... ;-)
    Sul fatto poi, che Haiti sia un paese martire e disgraziato non posso che essere d'accordo :-//

    Un abbraccio
    Namastè

    RispondiElimina
  4. Grazie Francesco!
    Certo che quando la disgrazia si aggiunge alla disgrazia diventa tutto ancora più difficile.
    Hai ragione sul fatto che la povertà di Haiti sia indotta dalla rappresentazione degli interessi di pochi, aggiungerei anche dal disinteresse assoluto dei suoi potenti vicini...

    Un abbraccione
    Namastè

    RispondiElimina
  5. Ennesima tragica beffa di un post-terremoto

    RispondiElimina
  6. Già hai ragione Adriano :-(

    Namastè

    RispondiElimina
  7. E pensare che la soluzione c'è ... se non l'hai ancora fatto guarda sul sito altrogiornale Randy Powell - Dentro i vortice della sincronicità specialmente l'ultimo video.
    Buonanotte Rosa

    RispondiElimina
  8. Anonimo: da qualche tempo il mio pc sembe essere impazzito fa le bizze e non carica alcuni siti e blog, tra cui Altrogiornale, quindi non ho avuto modo di guardare i video che mi segnali, ma lo farò appena possibile, ovvero quando avrò formattato questo mostro che mi sta di fronte o_O

    Grazie e buona giornata
    Namastè

    RispondiElimina

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.