sabato 14 maggio 2011

La Grecia si porta avanti, al posto dell'euro torna il baratto

Marta Ottaviani

E la Grecia tornò alla polis. Il popolo ha trovato un modo tutto personale di reagire alla crisi che sta precipitando il Paese nel baratro, bypassando il governo e l’Unione Europea: riscoprire l’arte del baratto fra piccole comunità. Una pratica antica che, affiancata alle moderne tecnologie, ha portato a risultati sorprendenti e che dalla regione di Patrasso si sta espandendo rapidamente per tutta l’Ellade. Una forma di scambio vecchia come il mondo, con la quale i greci stanno cercando di allontanare quelli che sono diventati i loro due nemici principali: l’euro e le banche.
Il focolaio del fenomeno è stata la città di Aigion, a pochi chilometri da Patrasso, nel distretto amministrativo dell’Acaia, che fa tornare alla mente i fasti del passato. Da gennaio un gruppo di persone sempre crescente ha iniziato a sostituire la moneta con il cambio merce. «Con il baratto - spiega a Linkiesta Leonidas Chrysanthopoulos, nativo di Egion e sostenitore dalla prima ora dell’iniziativa – la gente ha risolto praticamente un problema che cominciava a opprimerli: la mancanza di soldi per provvedere a tutti i loro bisogni.
I generi di prima necessità si acquisiscono con il baratto e si tengono i pochi euro a disposizione per le spese più importanti». Le contrattazioni avvengono nella piazza principale del Paese, per poter procedere al baratto bisogna essere iscritti all’associazione Φιλική Oικονομία, che in italiano suona come “Economia amica”. L’organizzazione, formata da volontari, ha il compito di sorvegliare i vari baratti e controllare che gli scambi siano equi, intervenendo in caso di controversie fra le due parti. Attualmente i membri registrati sono circa 3.000. Il concetto è molto semplice: a cadenza settimanale, solitamente il sabato e la domenica, la gente porta alimenti od oggetti di cui dispone in abbondanza, o di cui si vuole liberare, per scambiarli con generi alimentari e non di cui ha bisogno.
Il modello di Aigion ha fatto scuola nel giro di poche settimane. Patrasso, capoluogo della regione, ha avviato il baratto, spostandolo su internet e regolandolo addirittura con una moneta virtuale, l’obolo, che sostituisce l’euro nelle transazioni. Anche in questo caso per accedere ai servizi bisogna essere registrati e lo scambio ha carattere strettamente locale. La merce viene valutata in oboli e a quel punto a seconda della cifra totalizzata si può iniziare il baratto con gli altri membri. Fra la merce offerta si trova di tutto, dai generi alimentari all’elettrodomestico che non ci si può più permettere. Tentativi di fusione da parte della comunità di Aigion sono stati accolti con un rifiuto dalla comunità di Patrasso, un gesto che porta in sé un affascinante richiamo alla tradizione delle città-stato dell’antichità.
E c’è chi non si accontenta della moneta on-line e ne ha creata una anche per gli scambi settimanali. A Volos, nella regione di Magnesia, due mesi fa è partito il baratto, unito all’utilizzo del Tem, una moneta il cui acronimo significa “unità di scambio locale” e che è diventata per centinaia di persone un’alternativa preferibile alla moneta unica europea.
E dopo l’euro, adesso potrebbe toccare alle banche. Il laboratorio di questo nuovo esperimento sarà ancora Aigion. «Nelle prossime settimane – spiega ancora Chrysanthopoulos – vareremo anche noi la nostra moneta. Si chiamerà elikion. Le verrà attribuito il valore di circa 90 centesimi di euro. I 10 rimanenti verranno accumulati dall’associazione e utilizzati per sopperire alle esigenze più urgenti della comunità locale». Scambiare in elikion non sarà obbligatorio, chi vuole potrà proseguire con il semplice baratto, ma gli organizzatori sono certi che anche questa forma, mista di scambio e autofinanziamento, si rivelerà un successo e hanno già stabilito alcuni settori dove intervenire con i nuovi finanziamenti, soprattutto a livello di infrastrutture pubbliche. Come se la polis di Aigion, nei territori della mitica Acaia non si aspettasse nulla né da Atene né da Bruxelles.


 

9 commenti:

  1. Ciao Rosa,innanzitutto grazie per il commento che hai lasciato sul mio blog.Per quanto riguarda l'articolo,penso che sarebbe il caso di fare molti passi indietro,ma da quello che vedo pochi sono disposti a rinunciare alla trappola del consumismo. Abbiamo prosciugato le risorse di questo meraviglioso pianeta,purtroppo sono ancora in pochi a rendersene conto.Speriamo che le coscienze delle masse si sveglino,ammesso non sia troppo tardi.
    Un abbraccio.
    Francesca :-)

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  2. Ciao Rosa,
    chissà se gli altri Stati prenderanno esempio?!? Spero che il sistema del baratto si diffonda in tutte le comunità e non solo in Grecia.
    Saluti!

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  3. Ciao Francesca, sì hai ragione, "ammesso non sia troppo tardi", credo sia indispensabile un nuovo modello, un nuovo paradigma, per poter coltivare una qualsiasi speranza.
    Le conseguenze della crisi non sono occasionali ma sistemiche e questa crisi riguarda, appunto, il sistema e non suoi comparti.
    L'unica risposta possibile passa per un risveglio collettivo e per una visione nuova di mondo.
    La decrescita ci verrà presto imposta e non sarà ne' gentile, ne' tanto meno felice :-(

    Ricambio l'abbraccio ;-)
    Namastè

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  4. Ciao Andrea! Sì concordo pienamente, sarebbe un esempio da seguire...anche per imparare finchè c'è tempo.
    Presto questa coscenza sarà indispensabile...ed i greci pare lo abbiano capito!

    Un abbraccione ;-)
    Namastè

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  5. Sarebbe curioso se tornasse di moda questo modello economico, magari combinandolo con la "banca pubblica"...

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  6. C'è un regalo per te sul peccato veniale!

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  7. @ notizie del futuro: si sarebbe curioso, ma anche necessario...un modello che sia a misura d'uomo e che parta dai bisogni primari e reali, per ridefinire il mercato.
    Non a caso, nel momento del bisogno si torna a modelli fondamentali che danno un valore reale alle cose che manovriamo e distinguono senza pietà ciò che è utile da ciò che non lo è.

    Un abbraccio :-)
    Namastè

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  8. Questa cosa mi sa di vitalità di voglia di cambiare, forse inutile come le nostre parole sui blog però mi fanno pensare.
    Salutoni

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  9. Ciao Mark, il senso che dai ai comportamenti dei greci lo trovo condivisibile...ogni parola di rinnovamento ogni comportamento che vada verso la compatibilità è un passo avanti.

    Ricambio i salutoni *_-
    Namastè

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