venerdì 4 febbraio 2011

Accettare il cambiamento – Shunryu Suzuki Roshi


Suzuki Roshi disse che la rinuncia non consiste nel fare a meno delle cose di questo mondo, ma nell’accettare che se ne vadano via.  Tutto è impermanente: prima o poi tutto se ne andrà.
La rinuncia è uno stato di non attaccamento, di accettazione di questo passare.  L’impermanenza è, in effetti, solo un altro nome della perfezione.  Le foglie cadono; il letame e l’immondizia si accumulano; ma dal letame nascono i fiori, le piante: cose che pensiamo siano belle. La distruzione è necessaria.  Senza distruzione, non ci potrebbe essere nuova vita e la meraviglia della vita, del cambiamento costante  non potrebbe esistere. Dobbiamo vivere e morire, e questo processo è in sé perfezione.  Tutto questo cambiamento non è, tuttavia, ciò che avevamo in mente.  Non siamo predisposti ad apprezzare la perfezione dell’universo.  Siamo inclini a trovare un modo per durare per sempre nella nostra immutevole gloria…
Chi, notando i primi capelli grigi non ha pensato: Ahi-ahi? 

4 commenti:

  1. Evviva! Non ho capelli grigi!! In compenso alcuni di essi si sono suicidati da 1,80 metri d'altezza...
    Sono consapevole che nulla dura per sempre e lo accetto pienamente. In alcune credenze, la morte, è un onore.

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  2. Ciao Squilibrato! Un onore ed un passaggio, sicuramente un appuntamento irrinunciabile con il nuovo...c'è nell'impermanenza qualche cosa di grandioso e di profondamente giusto...gli esseri umani cercano l'eternità e non capiscono che essa sta proprio nel non permanere e nel mutare...nel crescere e nello scorrere...

    Bella però l'immagine del capello che si suicida da 1,80... :-D

    Buon pomeriggio.
    Namastè

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  3. Certo, tutto scorre e niente è per sempre (per fortuna, dovremmo forse aggiungere?)
    Viviamo senza paura, sereni, come la farfalla che ha un giorno solo e non lo trascorre certo ad autoflagellarsi o a torturarsi col cilicio!
    Mica facile, ma almeno proviamoci.

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  4. È vero Zio, la paura è figlia della convinzione che la morte sia una interruzione e non un passaggio.
    La farfalla non suppone ma si lascia stupire dalla bellezza del mondo, non ha aspettative e vive pienamente la sua vita, lasciandosi stupire anche dalla morte, come deve essere.
    Certo se trascorressimo più tempo vivendo la vita anzichè pensando a quanto sia breve e a quanto sia tortuoso il cammino avremmo tutti un'esistenza più piena ed allora, forse, non proveremmo tutta questa paura...

    Un abbraccione e buona serata.
    Namastè

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