venerdì 26 novembre 2010

Meno libri, più armi

Ai tagli alla scuola pubblica non corrispondono riduzioni della spesa militare. Anzi
 
fonte: PeaceReporter
di Luca Galassi

La legge di stabilità in approvazione al Senato prevede, tra le misure più drastiche per il terzo settore, il taglio del 75 percento del cinque per mille: se la campagna di pressione delle organizzazioni no profit non sortirà effetto, verrà lasciato a 100 milioni di euro; la legge contempla anche un miliardo di tagli all'ambiente, alla cooperazione internazionale (che rimarrà con 179 milioni di euro) e infine centinaia di milioni di euro in meno per la scuola pubblica.
E' per i tagli a scuola e università, oltre che per la riforma Gelmini, che si stanno mobilitando in queste ore migliaia di studenti e docenti. I tagli riguardano le scuole paritarie, i docenti, la ricerca, le borse di studio.

Abbiamo chiesto al responsabile della Cgil-Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) Mimmo Pantaleo in cosa consistono questi tagli. "Sono tagli sostanziali al diritto allo studio. Prima di tutto il 90 percento delle borse di studio non verrà garantito, poi sono confermati i tagli alla scuola pubblica e gli stanziamenti per quella privata. Duecentoquarantacinque milioni andranno alle scuole private, 25 milioni in più andranno alle università private. Anche la riforma Gelmini è un grosso pasticcio. Non risponde ai problemi reali dell'università italiana, ormai aggredita da baronie e clientele che uccidono didattica e ricerca. Questa scuola non garantisce più il diritto allo studio, assestando un colpo fondamentale a coloro che non hanno risorse economiche. E' poi una riforma autoritaria, poiché la governance è affidata a un rettore come se fosse un'azienda. Il rapporto tra docenti e studenti è incomprensibile: mentre nelle maggiori università del mondo esiste un docente ogni sette studenti, in Italia questo rapporto è del doppio. Non parliamo poi delle assunzioni. Esiste un'abilitazione nazionale, ma il reclutamento è del tutto discrezionale. Tutta l'operazione è finalizzata a demolire l'università pubblica, piegandola al mercato. Il movimento studentesco non chiede solo di bloccare il disegno di legge, ma chiede una vera riforma. E questo governo è incapace perchè ha un'idea regressiva dei saperi e dell'università".
L'unico settore in cui non si stringe la cinghia è quello delle spese militari. Negli investimenti per il 2011 figura infatti un aumento dell'8,4 percento: 266,3 milioni di euro in più che fanno crescere la spesa di oltre 3,45 miliardi di euro. A questo si aggiungono i fondi per il ministero dello Sviluppo, ma destinati ai nuovi sistemi d'arma: 2,26 miliardi di euro, ai quali si sommano 1,5 miliardi di euro per le missioni militari all'estero. La cifra totale raggiunge quindi i 24,3 miliardi di euro. Tra i progetti finanziati c'è l'acquisto di 131 caccia F35 al costo di 15 miliardi di euro e quello di dieci fregate Fremm al costo di 5,6 miliardi di euro.

link: http://it.peacereporter.net/articolo/25504/Meno+libri%2C+pi%26ugrave%3B+armi

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