martedì 30 novembre 2010

Paese, un luogo martoriato

fonte: Terra
 Riccardo Bottazzo (Terra a Nordest)
LA SITUAZIONE. Nei 38 chilometri quadrati del territorio comunale troviamo 9 discariche, 29 cave, 11 siti contaminati, 9 scarichi industriali e 2 fonderie.
Immerso nel bel mezzo della marca trevigiana, Paese – anche nel nome stesso – è un tipico paese “spaesato”, direbbe il poeta Andrea Zanzotto, del Veneto più profondo. Poco meno di ventiduemila abitanti, fedelissimo feudo democristiano negli anni della Balena Bianca, oggi roccaforte padana con la Lega a percentuali “bulgare”. Se andiamo ancora indietro con la storia, ai tempi del referendum tra monarchia e repubblica, Paese scelse a grandi numeri la monarchia. Sotto il fascio littorio, Paese vantava una delle percentuali più alte di iscritti al partito di tutto il Veneto. Ancora più indietro, all’epoca della lega di Cambrai, la comunità di Paese fu una delle poche a tradire la Repubblica Serenissima e a rispondere alla santa crociata contro Venezia schierandosi con il Regno Pontificio.

Da queste parti, insomma, il termine “tradizionalismo” ha radici che affondano nella genetica più che nella cronaca. E oggi? Cosa resta a Paese? Intanto un bel primato: la cava più profonda d’Europa. La Morganella è un grattacielo di 25 piani. Solo che, invece di innalzarsi al cielo, affonda – e fin sotto la falda acquifera – per ben 70 metri. E non è tutto. Reggetevi forte che andiamo con l’elenco.
Nei 38 chilometri quadrati del territorio comunale troviamo: 9 discariche, 29 cave tra le quali la Morganella, 11 siti contaminati, 9 scarichi industriali, un corridoio aereo militare,  2 grosse fonderie improduttive, 9 antenne per telefonia mobile, una fabbrica di asfalti chiusa da tempo, un deposito di carburanti militari, 5 grossi elettrodotti, una fabbrica di bombe, per fortuna, chiusa da tempo, un deposito di gas butano. Che il Pm 10 sia costantemente oltre i limiti di legge, stupisce solo i leghisti.

Che le altissime percentuali di tumori tra la popolazione siamo imputabili a “Roma ladrona” è anche questa una ipotesi di cui sono convinti solo i leghisti. Ma da queste parti, se c’è una cosa di cui tutti conoscono l’importanza, quella è i “schei”, i soldi. Schei che non hanno né odore né colore politico. L’importante è farli. E se per farli bisogna inquinare alla vecchia maniera, bene. Se bisogna vendersi a questa nuova moda dell’ambientalismo… pazienza. In fondo, si dice da queste parti, “la politica xe ‘na roba sporca”. Accade così che i gruppi di cavatori Biasuzzi, Calcestruzzi e Superbeton di Grigolin hanno offerto ai Comuni del trevigiano enormi ed ecologissimi impianti fotovoltaici in cambio della poter continuare a scavare anche dove ora non è consentito.

Il Comune di Ponzano Veneto ha già accettato e ora potrà scavare ancora 8 milioni di metri cubi di ghiaia per 20 anni proprio nella Morganella che sta ai confini con il comune di Paese. In cambio ora il Comune ha un bell’impianto fotovoltaico galleggiante da 800 KWp e tre cogeneratori. Pulito? No. Funziona ad olio di palma. Pianta che non è propriamente a chilometraggio zero, da queste parti. E sappiamo tutti cosa comportano queste coltivazioni nel sud del mondo. Ma dire “alimentazione ad olio vegetale” fa tanto “eco”. E, da queste parti, è già abbastanza.

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