sabato 28 agosto 2010

I bambini dell’Esercito di Resistenza del Signore

Decine di ragazze e ragazzi costretti a uccidere coetanei e razziare villaggi

Nell’Africa centrale imperversano i miliziani di Joseph Kony, che reclutano minorenni nelle loro file. Un rapporto di Human Rights Watch

(NTNN) – Sono almeno settecento i bambini e gli adulti che negli ultimi diciotto mesi sono stati catturati dai ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) nei Paesi dell’Africa centrale. Un terzo dei rapiti sono minorenni e sono indottrinati alla guerra e costretti a subire e infliggere violenze atroci.

Sono i dati di una rapporto di Human Rights Watch (HRW). La Ong chiede al governo statunitense di mettere in atto la strategia di tutela della popolazione dagli attacchi indiscriminati dei miliziani, prevista da una legge approvata a maggio scorso. Il leader del gruppo di matrice cristiana LRA, Joseph Kony, è ricercato per crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale e vive in latitanza tra il Sudan e la Repubblica Centroafricana. Kony si proclama il portavoce di Dio e vuole istituire uno Stato teocratico cristiano basato sui dieci comandamenti.

Le testimonianze raccolte da HRW raccontano di bambini addestrati a un’obbedienza cieca: devono uccidere i coetanei che tentano la fuga e partecipano in prima linea agli assalti ai villaggi. Dalle informazioni raccolte, risulta che almeno 42 bambini sono stati a da coetanei negli ultimi due anni, ma la cifra è verosimilmente più alta. I piccoli subiscono una specie di lavaggio del cervello per far loro dimenticare famiglia e amici e, soprattutto, perdere ogni senso del valore della vita umana. Sono loro, secondo i testimoni, i più spietati cui è ordinato di picchiare e uccidere.

Nel rapporto è raccontata la storia di Osanna, una diciassettenne congolese che si ribellò al comandante cui era assegnata. La punizione fu una morte atroce: appesa per i piedi e uccisa a bastonate in testa dagli altri bambini rapiti dal suo villaggio, inclusa la sorella di 12 anni.

Chi riesce a scappare convive con un trauma inguaribile. “Non sono più lo stesso”, ha raccontato un ragazzo di 15 anni che ha trascorso otto mesi con il LRA, “Penso spesso a tutte le persone che ho ucciso e non riesco a dormire. Non dimenticherò mai quello che mi hanno fatto fare”.

Le milizie del LRA, costituite nel 1987 in Uganda settentrionale , imperversano nel Nord della Repubblica Democratica del Congo (RDC), nel Sudan meridionale e nelle zone orientali della Repubblica Centroafricana (RCA). Hanno costretto almeno 54mila persone a fuggire dai villaggi congolesi.

Le zone più povere e isolate sono costantemente nel mirino dei ribelli. Lo scorso maggio in una serie di attacchi nella RDC furono catturate 23 persone, di cui 16 minorenni. Chi riuscì a fuggire raccontò di aver dovuto dare indicazioni sulle scuole dell’area. I miliziani cercavano bambini e bambine da reclutare nelle loro file, ma l’esercito riuscì a bloccarsi a 15 chilometri dalla scuola della cittadina di Ango.

Ma gli attacchi del LRA spesso non sono neanche denunciati in queste zone remote nel cuore dell’Africa, dove sono poco presenti sia gli eserciti sia le organizzazioni umanitarie. “La protezione dei civili è inadeguata né ricevono aiuti umanitari”, ha detto Anneke Van Woudenberg di HRW, “la campagna di reclutamento del LRA va avanti e le prove confermano che dietro queste atrocità c’è Kony. I governi dei Paesi interessati e le Nazioni Unite devono fare di più per contrastare le milizie”.

La missione Onu in RDC (Monusco) ha 19mila soldati nel Paese, ma solo mille a Nord, dove imperversano i ribelli. Il distretto di Bas Uele è completamente abbandonato. Lì gli attacchi sono frequenti: da marzo 2009 a giugno di quest’anno sono state catturate almeno 375 persone, di cui 127 minorenni tra i 10 e i 15 anni. (NTNN)

(S.G.)

fonte: Humanità_uomo

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