mercoledì 18 agosto 2010

Napoli : «Sicurezza a rischio»


fonte: www.terranews.it

Valerio Ceva Grimaldi

DENUNCIA.
I geologi lanciano l’allarme: «Un’operazione pericolosa». L’ufficio Sottosuolo del Comune avverte: «Non sapevamo nulla. Dovevano consultarci. E' inconcepibile». In agguato nuove speculazioni economiche.

«Cavità in vendita, peraltro a un euro? Un’operazione molto pericolosa». Il geologo Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università di Napoli Federico II, commenta con inquietudine le schede rese pubblicate dall’Agenzia del Demanio. «Qui in ballo», dice, «c’è la sicurezza del territorio che potrebbe essere messa a repentaglio da operazioni come queste». Della vendita delle cavità, assicurano dall’ufficio Sicurezza geologica e Sottosuolo del Comune, «noi non sapevamo nulla. Anzi: è un’operazione inconcepibile. Non conosciamo i criteri che hanno portato a tutto questo. La logica avrebbe richiesto una nostra preventiva consultazione. E invece l’abbiamo saputo dai giornali...».

Non sono segnalati vincoli particolari per la vendita. Il valore inventariale, in questo che è solo un primo elenco, è di un euro per ognuna delle cavità. E non è chiaro di chi sia l’esatta competenza: una nebulosa normativa che non aiuta. «La vendita», avverte Ortolani, «deve essere riservata solo ad associazioni serie che da anni valorizzano le cavità con visite guidate e che garantiscono la manutenzione e conservazione, come tutti possono riscontrare. Ma le forze dell’ordine e i servizi di sicurezza hanno visionato la mappa delle cavità in vendita e di quelle esistenti nel sottosuolo nelle zone circostanti e hanno visto quali edifici, banche, uffici vari si trovano in superficie?».

In città non sono infrequenti i colpi delle cosiddette bande del buco: rapinatori che spuntano dal sottosuolo sfondando i pavimenti di una banca, che poi si volatilizzano nel dedalo di cunicoli sotterranei. Insieme a materiale di risulta, rifiuti e residui del “mondo di sopra”, nelle cavità sono stati ritrovati spesso pezzi di auto rubate, refurtiva, materiali provenienti da attività illecite. Un territorio enormemente vasto, che ora rischia di far nascere nuovi appetiti speculativi difficilmente controllabili. «è semplicemente assurdo pensare di poter regalare un patrimonio di questo tipo agli “amici”», sbotta Riccardo Caniparoli, un altro geologo profondo conoscitore del sottosuolo napoletano.

«Se fosse previsto l’obbligo di risanare le cavità e di metterle a disposizione della collettività con visite guidate allora la vendita si potrebbe pure fare. Ma se così non fosse si tratterebbe di un atto davvero grave. Il pericolo di speculazioni sarebbe davvero altissimo. Bisogna fare subito il Piano regolatore del sottosuolo e individuare quali sono le esigenze, e poi pianificare il futuro. Se, infatti, in una determinata zona è prevista la costruzione del tracciato della metropolitana o di una condotta, e ci si ritrova davanti una cavità che nel frattempo è diventata privata, come si fa? A guadagnarci sarà solo il proprietario».

Qualsiasi tipo di intervento nel sottosuolo, precisa Caniparoli, «deve essere preceduto da una caratterizzazione ambientale e da una bonifica». Allarga le braccia Enzo Albertini, speleologo tra i pionieri della scoperta delle meraviglie sotterranee di Neapolis: «Di fronte alla notizia della svendita c’è da rimanere sgomenti. Sarebbe stata auspicabile una pianificazione condivisa di progettualità. E invece...». Il drammatico sacco edilizio denunciato dal film “Mani sulla città” potrebbe aver insegnato poco o nulla.


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