mercoledì 28 luglio 2010

Parlamentari, il taglio di mille euro era un bluff

di Dario Ferri

L’ufficio della presidenza sella Camera avrebbe già cominciato a studiare come raggirare la riduzione dello stipendio a deputati e senatori. L’aumento del gettone di presenza in Commissione sembra la via più semplice per mitigare la perdita in busta paga

Fatta la legge trovato l’inganno“, è il caso di dire. La riduzione dello stipendio dei parlamentari di 1.000 euro potrà essere raggirata. A raccontarlo è il Fatto Quotidiano, che parla di un successo del partito della casta su quello del rigore finanziario e dei tagli alla spesa. Secondo il giornale di Travaglio e Padellaro l’ufficio di presidenza della Camera dei deputati, annusata l’aria dei tagli in vista, avrebbe già cominciato a studiare come mitigare il rigore annunciato dai presidenti delle Camere.

GETTONI DI PRESENZA – “Il trucco – si legge stamane – è stato trovato quasi subito: introdurre un meccanismo di gettoni di presenza per la partecipazione ai lavori delle commissioni. Ora, quasi tutti i parlamentari sono incardinati in almeno due commissioni che svolgono lavoro diverso e hanno una diversa frequenza di riunione. Per questo, “in prospettiva – si legge in un comunicato ufficiale della Camera – si dovrà definire una disciplina per rilevare le presenze in commissione”. E anche per stabilire una cifra corrispondente ad un giorno di lavoro del parlamentare in commissione, nonché i meccanismi tecnici dell’operazione“. Insomma, si toglierebbe da una parte per rimettere dall’altra. Et voilà: i 1.000 euro scomparsi dalla busta paga, 500 alla voce “diaria di soggiorno” e 500 sottratti ai compensi per i “collaboratori” rientrerebbero dalla finestra.

E’ IL MIGLIORE ESCAMOTAGE – “La questione del gettone è venuta fuori – scrive il Fatto – come l’unica possibilità sul campo per restituire ai parlamentari quanto lasciato sul fronte della manovra. Il gettone, infatti, aggira l’ostacolo posto dal fatto che la retribuzione dei parlamentari per legge è “onnicomprensiva” ed è difficilissimo poter intervenire diversamente sulle varie voci che compongono lo stipendio senza un’apposita legge“.

via www.giornalettismo.com

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