lunedì 26 luglio 2010

Mercificazione, vaccinazione e cibi sanificati

Diego Barsotti

LIVORNO. «C'è una stretta relazione tra cibo e salute. Quindi dall'approccio sistemico applicato in agricoltura ci stiamo addentrando anche in campo medico, nonostante la chiusura delle case farmaceutiche. Sono già partiti degli studi a questo proposito: il cibo sanificato non ti permette di ingerire tutta la componente microbiologica che poi ti consente di avere un patrimonio immunitario. Non si perde solo il gusto degli alimenti, ma anche tutti quei batteri utili per stare bene».

A parlare è Luigi Bistagnino, professore ordinario e presidente del corso di studi in Disegno industriale al Politecnico di Torino, che nell'intervista pubblicata dal Sole24Ore per presentare la sua fondazione "Approccio sistemico" che punta alla progettazione di sistemi aperti in cui non esistono scarti di produzione a beneficio dell'intera collettività, sconfinato nel campo dell'industria alimentare, considerandola uno sbocco naturale all'ecodesign.

Lo spunto è sicuramente interessante perché tocca il nervo scoperto del rapporto tra salute dei cittadini e business: le case farmaceutiche così come qualsiasi altro segmento produttivo rispondono alle regole del mercato, e come qualsiasi altra impresa puntano a creare bisogni, che quando diventano tali diventano pure necessari a tutti gli effetti, anche se prima non servivano. Solo che in questo caso si parla di salute dei cittadini.

A pensar male si farà anche peccato, ma la vicenda del vaccino contro l'aviaria è ancora ben fresco nella memoria. Ed è quindi comprensibile che qualche dubbio lo facciano venire alcuni allarmi a tutta pagina come quello diffuso oggi dal Giornale (Il vaccino non si usa più ed è epidemia di morbillo) o alcuni annunci come quello diffuso nei giorni scorsi che tra tre anni sarà pronto il vaccino universale in grado di proteggere per tutta la vita o per diverse decine di anni contro tutte le influenze.

Se poi ci mettiamo l'annuncio di Craig Venter che una delle prime applicazioni della sua vita artificiale sarà proprio la creazione di nuovi vaccini il cerchio si chiude: Venter è come ricorda Marcello Cini parlando dei rischi delle catastrofi artificiali «la perfetta sintesi tra un magnate di Wall Street e uno scienziato con la testa fra le nuvole» e i suoi studi sono l'emblema «del connubio sempre più stretto tra il capitale globalizzato e il processo di produzione e di appropriazione privata delle conoscenze scientifiche e delle innovazioni tecnologiche di avanguardia, senza che venga posto in atto in alcun controllo pubblico delle conseguenze materiali, economiche e sociali che esso comporta».

Prima che qualcuno ci accusi dell'ennesimo caduta ambientalista vagheggiante il ritorno all'età della pietra, va sottolineato il contributo fondamentale che la medicina ma anche soltanto le pratiche igieniche hanno dato e danno alla qualità della nostra vita. Quello che vogliamo evidenziare è semplicemente la necessità che le istituzioni pubbliche proteggano le comunità umane «dai danni collettivi che possono assumere dimensioni planetarie - prendiamo a prestito ancora le parole di Cini sul Manifesto - anticipando regolamentando e controllando l'acquisizione e l'appropriazione privata di conoscenze da immettere sul mercato in forma di merce».

www.greenreport.it

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