venerdì 30 luglio 2010

Morales e l’acqua

La Bolivia di Morales sancisce l’accesso libero all’acqua per tutti come diritto inalienabile dell’uomo.

Possiamo mandare i nostri sciagurati politici, di dx come di sx, in Bolivia a imparare qualcosa. Quei leghisti che chiamano con disprezzo chi non è italiano ‘baluba’ o ‘bingo bongo’ farebbero bene a andare nei paesi che chiamano del Terzo Mondo a imparare qualcosa dai governi che rispettano i diritti dei cittadini. A quel che sembra, loro, al contrario, insieme al bieco governo Berlusconi, non esitano invece a svendere l’acqua pubblica, offrire territori a incineritori e centrali nucleari, mettere sul mercato persino sorgenti e montagne.

La Bolivia è grande quasi 4 volte l’Italia con soli 8 milioni di abitanti. Ha avuto vari governi militari, è sempre stata dominata dai narcotrafficanti, è entrata in democrazia solo dopo gli anni 80, partendo da una gravissima crisi economica. Successivamente un governo neoliberista privatizzò molte aziende del paese e capitalizzò anche le due raffinerie boliviane portando l’economia al macello. Sotto Quiroga l’economia era al tracollo e fu privatizzata l’acqua, come oggi si vuol fare in Italia, con tali disagi della popolazione da portarla alla rivolta (Cochabamba). Nelle contestazioni si ebbero 60 morti. Anche sotto Mesa la situazione è rimasta rovente fino alle elezioni del sindacalista socialista indio EVO MORALES nel 2005.

Nel 2008 la Bolivia è stata dichiarata liberata dall’analfabetismo. (In Italia abbiamo tutt’ora 6 milioni di analfabeti).

Nel 2006 Morales ha nazionalizzato gli idrocarburi, così che la Bolivia si riprende l’80% dei profitti del petrolio. Ha aumentato del 50% i salari minimi. Ha annunciato una riforma agraria per redistribuire le terre ai contadini più poveri. Dal 2009 ha una nuova Costituzione per realizzare nuove riforme e aumentare la giustizia sociale. La Costituzione vieta qualsiasi privatizzazione delle materie prime della Nazione, concede il diritto ai popoli indios di avere e amministrare proprie leggi e limita a 5 mila ettari la proprietà della terra.

Ha detto: « Il peggior nemico dell’umanità è il capitalismo statunitense. È esso che provoca sollevazioni come la nostra, una ribellione contro un sistema, contro un modello neoliberale, che è la rappresentazione di un capitalismo selvaggio. Se il mondo intero non riconosce questa realtà, che gli stati nazionali non si occupano nemmeno in misura minima di provvedere a salute, istruzione e nutrimento, allora ogni giorno i più fondamentali diritti umani sono violati. »

http://masadaweb.org

Via: http://bellaciao.org

Viviana Vivarelli

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