mercoledì 14 luglio 2010

CNESC: “No alla legge Balilla, si finanzi il servizio civile nazionale”

Il Training Day 2010 – Foto: trainingday

“Questo Governo da una parte taglia i fondi per il servizio civile nazionale con il rischio di far morire l’unica esperienza d’impegno civico, promozione della pace, difesa non armata e nonviolenta della patria messa a disposizione dei giovani per la crescita della cittadinanza attiva e dall’altra realizza corsi di 3 settimane per “avvicinare i giovani italiani ai “valori” delle armi e della guerra”. E’ il commento della CNESC, la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile alla proposta di mini-naja del ministro La Russa introdotta nella manovra finanziaria del costo di 20 milioni di euro, la cosiddetta “Legge Balilla“. L’emendamento è stato promosso dal Relatore, il Sen. Antonio Azzolini (PdL) riguarda l‘istituzione della cosiddetta “mini-naja” che comporterà una spesa di €6.599.720 per il 2010, €5.846.720 per il 2011 e €7.500.000 per il 2012.

Per la CNESC la promozione della pace attraverso una difesa nonviolenta del Paese e la crescita di cittadinanza attiva dei giovani sono, fin dagli anni dell’obiezione di coscienza, punti fermi attorno ai quali costruire percorsi d’impegno e di crescita civile dei giovani residenti nel nostro Paese. “Servono investimenti seri sui giovani e non azioni-spot” – ha commentato il Presidente della CNESC, Primo Di Blasio. “Al Presidente del Consiglio ed ai suoi Ministri e Sottosegretari chiediamo che mostrino coerenza ritirando immediatamente il progetto di legge sulla mini-naja e rifinanziando da subito invece il Servizio Civile Nazionale”.

Come segnala un editoriale di ‘Famiglia Cristiana’ per il 2011 il Governo ha stanziato per il Servizio civile nazionale solo 125,6 milioni di euro a fronte dei 170 milioni disposti sia per il 2009 che per il 2010.

La voce della CNESC, alla quale aderiscono numerose realtà dell’associazionismo laico e cattolico nazionale – si aggiunge alle critiche già espresse nei giorni scorsi da parte della Tavola della pace sulla “Legge Balilla”, l’emendamento alla legge Finanziaria che è stato approvato nei giorni scorsi nella Commissione Bilancio del Senato, che introduce la cosiddetta “mini-naja”.

L’emendamento, proposto proprio dal Presidente della Commissione Bilancio, sen. Azzollini (PdL), ha visto l’opposizione dei senatori del PD – tra cui la senatrice Silvana Amati – e dell’Italia dei Valori. In particolare il senatore Giaretta (PD) durante la discussione ne ha chiesto l’abolizione, sostenendo anche che «il costo valutato in circa 20 milioni di euro risulta difficilmente compatibile con la finalità di riduzione della spesa della manovra. Le medesime risorse potrebbero peraltro essere utilizzate in modo maggiormente proficuo valorizzando il servizio civile, le iniziative di formazione culturale e il finanziamento dei fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo, secondo gli impegni assunti dall’Italia nell’ultimo vertice G8».

Nel comunicato la CNESC critica inoltre i recenti ulteriori tagli di fondi proposti dalla manovra finanziaria al servizio civile nazionale. Commentando la propria “Relazione al Parlamento sul Serizio civile nazionale” (in.pdf), il sottosegretario Carlo Giovanardi aveva infatti sottolineato le difficolta a finanziare il servizio civile. “La relazione di quest‟anno – spiegava Giovanardi – si inserisce in una fase di importante cambiamento per il servizio civile nazionale, ma anche in un momento difficile, soprattutto dal punto di vista finanziario. E ciò – proseguiva il sottosegretario- sembrerebbe contrastare con il disegno di legge di riforma presentato al Senato, che rappresenta certamente un salto di qualità rispetto all‟attuale quadro normativo, ma richiede al contempo un investimento di risorse difficilmente compatibile con la fase congiunturale”.

Nei mesi scorsi la CNESC ha ripetutamente sollecitato il Governo ad uno “stanziamento straordinario per non fare morire il Servizio civile nazionale” e ha presentato diverse proposte (in .pdf) per la riforma della legge del Servizio civile. Da tempo la CNESC denuncia il rischio di “una pericolosa deriva del Servizio civile nazionale per essere utilizzato per tappare quei buchi che il nostro sistema di welfare non riesce a chiudere”. [GB]

fonte: forumambientalista.wordpress.com

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