martedì 20 luglio 2010

Povera Italia: come vivono davvero gli italiani

fonte: www.gliitaliani.it

Famiglie con un solo stipendio, in molte addirittura con solo mille euro al mese. Famiglie che, se devono affrontare una spesa imprevista di 750 euro, vanno in tilt. La Svimez, che stamane ha presentato a Roma il suo rapporto sull’economia del Mezzogiorno, delinea una situazione crudele per molte famiglie del sud. In base agli ultimi dati disponibili (2007), si osserva ad esempio nel rapporto, il 14% delle famiglie meridionali vive con meno di 1.000 euro al mese, un dato quasi tre volte superiore rispetto al resto del paese (5,5%). Nel 47% delle famiglie meridionali vi e’ un unico stipendio, addirittura nel 54% dei casi in Sicilia. Hanno inoltre a carico tre o piu’ familiari il 12% delle famiglie meridionali, un dato quattro volte superiore al Centro-Nord (3,7%), che arriva al 16,5% in Campania. A rischio poverta’ a causa di un reddito troppo basso quasi un cittadino meridionale su 3, contro 1 su 10 al Centro-Nord. In valori assoluti, al Sud, si tratta di 6 milioni 838mila persone, fra cui 889mila lavoratori dipendenti e 760mila pensionati.

Riguardo al titolo di studio, oltre 1 milione 100 mila di persone ha un livello medio-alto, con 122 mila laureati. Da segnalare che non sempre, al Sud, uno stipendio in piu’ oltre a quello base, modifica la situazione: in quasi una famiglia su 4 (23,9%) con due redditi il rischio rimane. Non basta. La fotografia scattata dalla Svimez diventa ancora piu’ preoccupante quando si entra nelle piccole scelte di tutti i giorni. Una famiglia meridionale su 4 non ha soldi per andare dal medico. Ben il 44% delle famiglie meridionali, quasi una famiglia su due, non ha potuto sostenere una spesa imprevista di 750 euro (26% al Centro-Nord). Nel 2008 nel 30% delle famiglie al Sud sono mancati i soldi per vestiti necessari e nel 16,7% dei casi si sono pagate in ritardo bollette di luce, acqua e gas. Otto famiglie su cento hanno tirato la cinghia rinunciando ad alimentari necessari (il 12% in Basilicata), il 21% non ha avuto soldi per il riscaldamento (27,5% in Sicilia) e il 20% per andare dal medico (il 25,3% in Campania e il 24,8% in Sicilia). Nel 2008 e’ arrivata con difficolta’ a fine mese oltre una famiglia su 4 (25,9%) contro il 13,2% del Centro-Nord.
Tra il 1990 e il 2009 circa 2 milioni 385mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno. La vera America, per i meridionali, resta il Centro-Nord, dove si dirigono 9 emigranti su 10. Solo 1 su dieci si trasferisce all’estero: in valori assoluti, dal 1996 al 2007, parliamo di 242mila persone, di cui oltre 13mila laureati. In testa alle preferenze la Germania, che attrae oltre un terzo degli emigranti verso l’estero, per il 20% laureati; seguono Svizzera e Regno Unito. A fornire la cifra complessiva su questo aspetto economico-sociale e’ la Svimez, che stamane ha presentato a Roma il suo rapporto sull’economia del Mezzogiorno.

Nel solo 2009 114 mila persone si sono trasferite dal Sud al Nord, 8 mila in meno rispetto al 2008. In crescita invece i trasferimenti in direzione opposta, da Nord a Sud, arrivati nel 2009 a 55 mila unita’ (erano 50 mila l’anno precedente). I migranti sono soprattutto uomini, anche se il Lazio e’ una regione che attrae piu’ donne. Riguardo al titolo di studio, i laureati sono il 17,5%, e la regione che ne attrae di piu’ e’ sempre il Lazio (25%).

L’emigrante tipo ha 31 anni in media. I piu’ giovani, under 30, si dirigono in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, mentre l’eta’ media di chi si trasferisce nel Lazio e’ di 33,8 anni. La crisi ha colpito duro i pendolari, generalmente giovani, laureati e precari. Nel 2009 sono stati 147 mila, in calo del 14,8% rispetto al 2008, pari a 26mila unita’. Oltre 60 mila sono campani, 36.500 i pugliesi, 35 mila i siciliani. A seguire, abruzzesi (19 mila), calabresi (16.800), lucani (14 mila) e molisani (8.300).

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