sabato 12 febbraio 2011

Cile, indios alla riscossa

Alessandro Grandi 
Battaglia per la riconquista delle terre vendute a privati. Le comunità indigene contro una catena di alberghi.
Tempi duri per le comunità indigene dell'isola di Pasqua, Cile. Gli indios che vivono sull'isola, infatti, si stanno preparando per combattere una battaglia allo scopo di recuperare terre che appartengono a loro fin dalla notte dei tempi.
Questa volta lo scontro è con una catena di alberghi, e la situazione prosegue ormai da diversi mesi.
I fatti. Nel 1966 lo Stato cileno consegnò a privati terre che a tutti gli effetti erano terre di appartenenza indigena, contravvenendo così a una legge che stabiliva che le terre non potevano essere vendute a stranieri e a privati. Oggi le comunità ne pagano le conseguenze.
Per questa ragione gli abitanti ancestrali di Rapa Nui (il nome indigeno dell'isola di Pasqua) già a dicembre hanno occupato i terreni dove si trova la struttura alberghiera, scatenando la reazione degli agenti di polizia che hanno caricato, ferito quattro giovani minorenni, arrestato altrettante persone e sgomberato l'area.


Le proteste indigene sono arrivate anche alla Comision Interamerticana de Derechois Humanos, secondo cui l'azione avrebbe danneggiato i diritti umani della comunità Mapuche. "Chiediamo l'immediato stop alle violenze e la garanzie che gli agenti della polizia dello Stato non mettano a rischio la vita o l'integrità fisica dei membri della comunità" dice il comunicato diffuso dalla Comision.
La storia politica dell'isola di Pasqua, in ogni caso, è da sempre piuttosto tormentata. Tutto ha avuto inizio nel lontano 1933 quando lo Stato cileno prese possesso della totalità dell'isola. Solo il 13 per cento del territorio venne lasciato alla comunità indigena, nonostante gli indios rappresentassero già il 70 per cento della popolazione.
"Dispiace vedere come lo stato centrale ha trattato gli indigeni. E' vero: molte delle terre che sarebbero di proprietà dei Mapuche sono state vendute a privati nel corso dei decenni. E' altrettanto vero, però, che l'amministrazione cilena non si è comportata bene con le comunità e ha trattato senza rispetto gli indios. Lo stato non ha mai capito le popolazioni indigene le ha criminalizzate senza capire le ragioni delle loro proteste e per questo li ha trattati come delinquenti" dicono dall'Observadorio Ciudadano.Nel frattempo la protesta continua. Le comunità indigene sono pronte a difendere le loro tradizioni, i loro diritti e la loro storia, indipendentemente dalle decisioni che verranno prese nelle aule dei tribunali. Dunque, adesso la parola, forse l'ultima parola, passa alla magistratura che dovrà decidere se restituire le terre agli indios oppure fare in modo che il progetto da 50 milioni di dollari della Sociedad Hotelera Interamericana S.A. Potrà continuare.

2 commenti:

  1. Ma che fai già sveglia a quest'oraaaaaaaaaaa!!! E' l'alba! :)

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  2. Ciao Squili! Eh lo so...ma io sono una "stranona" :-D
    Mi sembri un po' sveglio anche tu però.... ;-P

    Buona giornata!
    Namastè

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