venerdì 18 febbraio 2011

Costa D'Avorio, un paese dimenticato dove sta covando un disastro umanitario

Un'insicurezza sociale che ha già provocato oltre 300 morti. Le principali banche del paese stanno chiudendo i propri sportelli limitando al massimo le quantità di denaro prelevabile. Una scelta che sta esasperando ulteriormente la situazione nel paese e che vede stabilmente interminabili file davanti alle poche banche rimaste aperte 

di GIULIO DI BLASI
  Fonte: Repubblica

ROMA - Mentre il mondo è focalizzato sui problemi dell'Egitto e della Tunisia ad Abidjan, in Costa d'Avorio la situazione si sta deteriorando giorno dopo giorno. La crisi, che ha preso il via dopo gli scontri post elettorali tra il Presidente uscente Laurent Gbagbo, e il vincitore internazionalmente riconosciuto delle elezioni Alassane Ouattara, si sta ora tramutando in una crisi finanziaria ed economica di proporzioni drammatiche.

Le banche chiudono le casse.
A fronte di una stima cautelativa di oltre 300 morti, e di un diffuso stato di insicurezza e disordine, le principali banche del paese stanno infatti decidendo in questi giorni di chiudere i propri sportelli o limitare al massimo le quantità di denaro che possono essere prelevate. Una scelta questa che sta esasperando ulteriormente la situazione nel paese, che vede ormai stabilmente interminabili file davanti alle poche banche ancora rimaste aperte. Secondo quanto riportato dalla BBC, tra i grandi gruppi bancari internazionali che hanno già sospeso le operazioni lunedì scorso vi sono la BNP Paribas, e la Societe Generale che da sole rappresentano circa i due terzi dell'intero sistema bancario ivoriano. Una decisione drammatica, presa sull'onda del duplice rischio dei continui disordini e delle possibili ulteriori sanzioni internazionali che potrebbero colpire il paese.


Ferma l'esportazione di cacao. La Comunità Internazionale, Unione Europea in testa, è infatti convinta che il vero vincitore delle elezioni
sia Ouattara, una posizione che ha già portato ad alcune importanti decisioni, come quella di bloccare l'esportazione di cacao dalla Costa d'Avorio. Il paese africano è infatti uno dei principali produttori di cacao a livello mondiale, ed oggi si stima che circa 100.000 tonnellate di prodotto siano già transitate attraverso il mercato nero passando attraverso il poroso confine con il Ghana. Tuttavia al di là delle azioni di contrabbando, il cacao si va impilando all'interno delle fabbriche del paese, determinando il rischio di uno shock economico senza precedenti.

Un disastro umanitario. Quindi mentre la crisi politica sembra aver raggiunto un punto morto, con i rappresentanti delle diverse fazioni che rifiutano di incontrarsi per trovare una mediazione sulla base dei risultati internazionalmente riconosciuti, il paese rischia sempre più di precipitare in una crisi economica che avrà come possibile corollario un disastro umanitario di grande rilevanza regionale. In Liberia sono già presenti 38,200 rifugiati ivoriani, e secondo quanto riportato da UNHCR 1 il loro numero cresce quotidianamente e va aggiungendosi ad altre migliaia di sfollati che restano nel paese.

La violenza che cova. In attesa che la politica faccia il suo corso, ed eventualmente le sanzioni economiche portino finalmente al risultato di un compromesso, è indispensabile che la comunità internazionali si prepari ad assistere i cittadini ivoriani bisognosi di assistenza umanitaria. Un supporto che probabilmente, visti i danni che il sistema economico del paese sta subendo in questi mesi, dovrà proseguire ed essere sostenuto nel tempo se non si vuole che una nuova spirale di violenza si diffonda nell'Africa occidentale, che in questi ultimi anni è riuscita in molti casi a buttarsi alle spalle anni di sanguinosi conflitti e dittature.


3 commenti:

  1. Basta, fermiamo questo pazzo ed inutile progresso!

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  2. Ieri ho visto un documentario dove raccontavano che hanno scoperto che gli scimpaze sono l'unica specia animale che può uccidere per il piacere di farlo, non per sfamarsi o difendersi, proprio come l'uomo.
    Ci sono vari modi per uccidere, noi possediamo tanti tipi di armi, una delle più pericolose è l'indifferenza.

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  3. Ciao Galatea bentornata!
    Sì davvero basta girare la testa dall'altra parte e fare finta di non vedere, curandoci solo del nostro benessere e del nostro superfluo...tronfi della nostra ricchezza, spesso costruita sulle spalle di questi popoli martoriati.
    L'inidfferenza e l'ignavia sono armi terribili, l'egoismo è la conseguenza...ma la fine dell'umanità è quel che ci aspetta se non cambiamo paradigma...

    Un abbraccione :-)
    Namastè

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