domenica 6 febbraio 2011

Piccolo Drago


Narra la leggenda che un giorno imprecisato, intorno all’epoca del Grande Regno di Giada, un maestro di vita venne alla luce, accompagnato dai segni che solitamente contraddistinguono tali rari eventi. Sogni premonitori, strane apparizioni, sconvolgimenti climatici.
Piccolo Drago fu il nome col quale venne riconosciuto, anche perché sulla spalla sinistra aveva una voglia che ricordava un lungo drago fiammeggiante. All’età di 6 anni venne condotto alla Montagna degli Immortali, dove potè conoscere le arti alchemiche interne, le erbe medicinali, le pietre di potere, le tecniche spirituali degli eremiti. A soli 10 anni, grazie ad una pratica intensa delle discipline corporee di trasmutazione, era già considerato l’incarnazione di una divinità.
Migliaia di persone si recavano presso la sua capanna di sterco in cerca di consigli e di guarigione fisica e spirituale. Tutti trovavano accoglienza, tutti trovavano conforto.
La sua dieta, basata esclusivamente su frutta, acqua ed un po’ di pane, era interrotta soltanto nelle occasioni di festività importanti. Il suo nutrimento proveniva principalmente dal prana contenuto nell’aria e nell’acqua. Grazie ai processi alchemici detti di “Trasformazione Elementale” poteva assorbire e purificare l’essenza di ogni sostanza, per rendere forte e robusta la sua costituzione.
Una pratica spirituale, che insegnò a molti suoi allievi, era quella del “Nutrimento di Rugiada”, grazie alla quale era possibile ottenere particolari poteri sulla materia e sulla mente.
Tale pratica consisteva nel raccogliere molta rugiada mattutina, in particolari condizioni atmosferiche ed astronomiche, e con essa preparare il “Sigillo dei Tre Tesori”, una bevanda rituale che aveva la proprietà di rendere leggerissimo il corpo fisico. Tanto leggero che non era difficile vedere passare, fra le rocciose asperità della montagna, monaci avvolti in mantelli neri che sembravano volare (e forse volavano veramente), tanta era la velocità con cui si muovevanoe l’ampiezza dei salti. Evidentemente, non avevano bisogno delle gambe per muoversi.
I seguaci di Piccolo Drago vennero infatti chiamati “Tuniche Volanti”. Rispettati e venerati da tutti in virtù dei loro poteri magici, i monaci volanti giravano il mondo ad ogni ora del giorno e della notte, incuranti delle condizioni atmosferiche, per portare conforto ad un ammalato o per presenziare ad una cerimonia distante molte miglia dall’eremo. Vedendoli seguire il flusso dei venti e delle correnti, con i loro mantelli svolazzanti, i passanti si inginocchiavano in segno di adorazione.
Un giorno, Piccolo Drago disse ai suoi seguaci che avrebbero dovuto disperdersi nel mondo, sciogliendo così il piccolo gruppo di monaci. Questo perché non voleva costituire una nuova setta, una nuova religione. Preferiva che i poteri ottenuti fossero portati nel mondo, messi al servizio delle creature, e che le tecniche segrete per ottenere la longevità e il dono del volo fossero tenute per sempre nascoste. Profondo conoscitore della natura umana, Piccolo Drago non voleva rivelare al mondo cose che sarebbero state usate a scopi poco nobili.
Un giorno, aveva circa 130 anni, lui stesso scomparve fra le nebbiose cime della Montagna Celeste. Nessuno seppe più niente di lui e dei suoi fedeli seguaci. Le “Tuniche Volanti” si sciolsero come neve al sole. Piccolo Drago lasciò in eredità un libriccino che riportava alcune indicazioni per ottenere una vita senza malattie ed un corpo sempre giovane e vitale. Questa raccolta di tecniche ed indicazioni andò perduto nei secoli, per essere poi ritrovato durante una spedizione fra le montagne da alcuni ricercatori inglesi, che però lo persero a loro volta durante il tragitto di ritorno in patria. Ne parlano come di un “volumetto” pieno di “utilissime pratiche di cui non si è mai sentito parlare prima e che consenstirebbero l’acquisizione di poteri strabilianti e di una vita lunghissima e priva di malattie. A giudicare dall’aspetto degli abitanti di queste montagne, sembra che in molti siano a conoscenza di tali segreti. Infatti sembrano non avere età, e si muovono similmente ai cervi, dimostrando un’agilità prodigiosa anche fra i picchi scoscesi di questi luoghi impervi. La loro dieta è a base di frutta, acqua e meditazione. Solo durante particolari cerimonie consumano un pò di pane, con olio e sale. La loro vita si svolge semplicemente ed è difficile immaginare, anche per noi popoli dell’Occidente, una forma di convivenza più democratica di quella di queste persone, che considerano uomini, donne, animali e piante degni dello stesso rispetto. Non usano alcun tipo di medicina ed anche le coltivazioni non hanno bisogno di concimi o antiparassitari. Praticano una forma di religione basata sulla trasmutazione della luce in nutrimento. Il loro rapporto con la natura è di rispetto e amicizia.”
Nonostante non si sappia se questo “volumetto” sia ancora in circolazione o sia andato per sempre distrutto, o se il destino abbia voluto ricondurlo alle vette in cui venne creato, viene da chiedersi se gli allievi di Piccolo Drago non abbiano conservato e trasmesso ad altri la loro saggezza. Le cose di valore, infatti, difficilmente si perdono nel niente. Trovano sempre il modo e vie sconosciute per riaffiorare nella storia. Ed infatti, qualche anno fa, ebbi modo di incontrare un maestro di vita che mi raccontò una storia simile a questa, dipingendola con i colori della leggenda in un modo magico. Non mi parlò mai del libretto, ma mi fece intuire che le Tuniche Volanti esistevano ancora e che lui era a conoscenza delle loro tecniche e dei contenuti di certi insegnamenti. Anche se non fu mai esplicito nel dichiarare la sua appartenenza alle Tuniche, certamente le tecniche che mi insegnò fanno parte di questo “corpo” di conoscenze alchemiche antichissime.
Anche lui viaggiava, e viaggia, molto, proprio come i monaci volanti. Anche lui dimostra molti meno anni di quelli che dichiara. Anche lui si ciba essenzialmente di frutta, anche se si concede sporadiche deviazioni da questa abitudine (credo che ad un certo livello di consapevolezza e di padronanza delle energie, qualche vizio non possa danneggiare la salute). Anche lui procede con un’andatura particolare, sembra scivolare sul terreno, come sostenuto da un piano invisibile sollevato da terra, come se il corpo non avesse peso. Anche lui sembra incurante delle condizioni atmosferiche e del tutto ignaro di cosa siano acciacchi e malattie: veste sempre leggero e non mostra segni di avere freddo o caldo. Non l’ho mai visto mangiare.
Depositario di una conoscenza molto profonda della natura e delle cose umane, rispetta ogni essere vivente e gira il mondo in cerca, forse, di persone cui infondere la sua saggezza. Non ha segni esteriori particolarmente evidenti, ma la sua grazia attrae come un magnete irresistibile chi è in cerca di verità. La sua aura trasmette un senso di profonda pace e compassione, un calore avvolgente che ricorda l’abbraccio di una madre benevola e comprensiva. Non ha bisogno di parole per insegnare. Pochi gesti sono sufficienti. La fiamma dei suoi occhi indica una lunga pratica di discipline spirituali e corporee. I suoi movimenti leggeri e potenti tradiscono una finezza e una decisione degna di un airone e un leone.
E sembra muoversi come una nube, che si disimpegna fra gli oggetti e le persone del mondo fisico con una levità guizzante. Insomma tutto fa pensare che appartenga ai monaci volanti della leggenda, anche se conduce una vita abbastanza normale, almeno esteriormente. E’ un imprenditore di successo ed ha due figli. Gira il mondo per affari ma, secondo me, soprattutto per seguire le parole di Piccolo Drago: “Portate la vostra saggezza nel mondo. Le parole sono vuote. La vita è nei gesti di ogni giorno. Aiutate chiunque vi chieda conforto. Portate la conoscenza e la guarigione a chi la chiede. Non giudicate niente e nessuno. Per il resto, nutritevi soprattutto di etere e fate il vuoto in voi stessi. Usate la vostra conoscenza solo a fini amorevoli.”
Queste parole sono probabilmente le uniche cose rimaste di Piccolo Drago. Forse egli, dall’alto dei picchi boscosi, osserva divertito le vicende umane, forse si preoccupa del nostro futuro e della nostra perdita di connessione con la natura. O forse è fra noi, in veste di infermiere, o commerciante. Chissà. Forse è la stessa persona che ho incontrato io un giorno nebbioso di novembre e che mi parlò di qualcuno dei segreti delle Tuniche Volanti.
Alcune tecniche di cui parlo sono contenute nel piccolo libro che potete trovare su: 

Vita felice e lunga a tutti voi

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