martedì 8 febbraio 2011

Indecorose e libere!


Action-A, Centro donna l.i.s.a., Donnedasud, Infosex-esc, Le facinorosse, Le malefiche, La mela di Eva, Le ribellule diffondono questo documento, a cui si può aderire, per attraversare "indisponibili e ribelli" la giornata del 13 febbraio.

In questa fase di profonda crisi, politica ed economica, il tema della sessualità assume una nuova centralità; in questo contesto il ruolo delle donne viene nuovamente determinato e strumentalizzato da dinamiche di potere e ordini discorsivi ideologici e tradizionalisti.
Sicuramente da tempo c’è bisogno di una mobilitazione di donne contro il governo e il suo premier e non di certo solo per gli scandali sessuali.
Le donne italiane si collocano tra gli ultimi posti in Europa per libertà e condizioni di vita, soprattutto in un quadro in cui il governo combina l’adesione incondizionata all’integralismo cattolico con quella ai dogmi del liberalismo sfrenato.
La direzione politica di Berlusconi è stata artefice di feroci leggi che agiscono sul corpo delle donne, vittimizzandolo e stigmatizzandolo:
la 40 sulla fecondazione assistita, l’abrogazione della legge contro la pratica delle dimissioni in bianco, che consente il licenziamento delle lavoratrici in gravidanza, l’aumento dell’età pensionabile sono solo alcuni esempi eclatanti delle politiche messe in campo dal Governo.
A questi si aggiungono i ripetuti attacchi alla legge sull’aborto; la dequalificazione e privatizzazione delle strutture sanitarie come, ad esempio, i consultori (vedi la proposta di legge Tarzia per la regione Lazio), l’ostracismo contro la diffusione della pillola RU486. Tutto questo in un paese che disinveste completamente sui giovani e sul futuro, tagliando i finanziamenti all’università e precarizzando selvaggiamente il lavoro.
Donne e migranti sono i soggetti che subiscono le maggiori conseguenze di questo sistema politico, vedendo negate le garanzie fondamentali ad un’esistenza libera e dignitosa. Non da ultimo, l’istituzione dei CIE, veri e propri Lager, in cui le donne sono costantemente esposte alla violenza e all’arbitrio.
Gli scandali degli ultimi mesi che hanno avuto al centro la condotta sessuale del presidente del Consiglio fanno emergere un quadro di relazioni torbide e corrotte, in cui il ruolo della donna viene relegato ai peggiori sterotipi espressione di un sessismo arcaico e volgare.
D’altra parte, gli appelli che in questi ultimi giorni hanno chiamato a manifestare si rivolgono alle donne "per bene", madri, mogli e lavoratrici, assumendo di fatto come prospettiva la separazione tra donne rispettabili e non rispettabili, invocando la difesa di una moralità univoca e astratta.
Il rischio in cui incorrono queste posizioni è di colpire e stigmatizzare indiscriminatamente chi "vende il proprio corpo", ma non i discorsi e le pratiche sessiste responsabili della dinamica complessiva. Invece di opporsi realmente ad una certa idea retrograda e tradizionale della sessualità, non fanno che riproporne, in modo simmetrico, i contenuti.
Crediamo invece che i nodi politici da rimettere al centro siano di tutt’altra natura. Centrale è la questione della redistribuzione delle ricchezze tra chi fa i profitti e chi sta pagando questa crisi, tra chi possiede palazzi e chi non ha casa, tra chi si giova di stipendi milionari e chi non ha un lavoro. Ma crediamo soprattutto che sia giunto il momento che le donne prendano in prima persona parola ed esprimano la propria posizione su temi che le coinvolgono direttamente.
Da tempo la sessualità delle donne viene controllata e disciplinata, ricondotta alla mera riproduzione e all’uso del piacere maschile, in un quadro ambiguo in cui se da un lato le prostitute vengono criminalizzate ed emarginate dalla società attraverso i pacchetti sicurezza e le campagne moraliste, dall’altro, nei palazzi politici, se ne fa uso e consumo.
E’ significativo che il momento di maggiore difficoltà del governo Berlusconi sia prodotto da una questione di rapporti sociali che hanno al centro la questione di genere. Questa volta sarebbe davvero una straordinaria occasione per suscitare una rivolta delle donne, che affermi l’importanza di una sessualità libera e consapevole svincolata dalla mercificazione e dalle norme imposte, in cui decisivi siano il riconoscimento dei desideri, la liberazione dagli stereotipi, e l’esercizio dell’autodeterminazione.
E’ con questo sentimento che attraverseremo la giornata del 13, perché pensiamo che sia imprescindibile una presa di parola pubblica e determinata da parte di tutte, per costruire un nuovo immaginario che affermi di nuovo la vera libertà delle donne.
Ci vogliono addomesticate. NOI SAREMO INDISPONIBILI E RIBELLI!

action-A, centrodonnal.i.s.a., donnedasud, infosex-esc, le facinorosse, le malefiche, la mela di eva, le ribellule

per adesioni: 13febbraioindecoroseelibere@gmail.com

immagine da infoaut.org

16 commenti:

  1. E' da tempo che le donne dovrebbero ribellarsi. La loro condizione è terribile, l'immagine che hanno in tv è grottesca. Mi sorprende come ho già detto che questa iniziativa sia partita solo ora.
    Ma non deve essere che un inizio perchè per scalfire l'immagine che balla delle donne bisogna intaccarla continuamente.

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  2. Viva la Ribellione delle Donne!
    Conto su di voi.
    Namastè

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  3. @ Davide:
    Indisponibili e Ribelli...son tornate le streghe ed era ora ;-))
    Concordo Davide, abbiamo aspettato sin troppo tempo.
    La figura della donna è stata vituperata e derisa, usata e sfruttata...certamente non sarà cosa breve e nemmeno indolore...temo che una volta iniziata sia come una valanga.
    Cose da dire ce ne sono, in questo paese poi, sin troppe... :-/

    Un abbraccio
    Namastè

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  4. Perfetto Paolo!
    Lascia fare a noi...e vedrai che ti combiniamo! ;-D

    Abbraccio
    Namastè

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  5. Dobbiamo riprenderci la nostra dignità, anche se ci vorrà tempo. Il lavaggio dei cervelli è stato pesante, massiccio. E indegno.
    Ciao cara Rosa, un abbraccio
    Lara

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  6. dare la colpa solo agli uomini (che sono comunque colpevoli) non vi farà ottenere alcuna vittoria ... libertà non significa fare quello che si vuole.

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  7. E spero che domenica saremo in tanti a scendere in piazza!!!!!
    Condivido in pieno il tuo post Rosa, grazie!

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  8. Sì Lara, ci vorrà del tempo, ma se saremo riuscite a ridare dignità, senso e misura alla nostra immagine, ne sarà valsa la pena...

    Un abbraccio anche a te cara :-)
    Namastè

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  9. @ ruhevoll
    Lo spero anche io amico mio...lo spero davvero!
    Grazie e buon pomeriggio :-)

    Namastè

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  10. @ Anonimo:
    Non stiamo parlando di responsabilità ma di situazione culturale scandalosa...sebbene gli interpreti principali di questa schifezza assoluta siano uomini, maschi, di potere che pensano con il denaro di poter comprare qualsiasi cosa e se l'impronta culturale data a questa schifezza nasca da una visione squisitamente maschilista della società...nonostante questo non stiamo parlando solo di colpe...ma della necessità di rendere alle donne, da parte delle donne stesse la propria dignità e l'immagine che hanno lottato per conquistare. Una parità del tutto formale, che si infrange sull'eterno stereotipo della donna come animale da letto, che fa del proprio corpo e della propria bellezza merce di scambio e metodo di scalata sociale...e questo ruolo, secondo te, chi ce lo ha "regalato" se non secoli di retorica maschile...avvalorata in questi anni da un vecchio imperatore orgiastico?

    Namastè

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  11. qualche domanda Rosa, sei sicura che la colpa sia solo degli uomini e non anche di quelle donne che hanno approfittato di tale situazione? Non mi sembra che le donne al potere si comportino meglio degli uomini? E, poi mi spieghi che colpa ne hanno gli uomini che rispettano le donne? Purtroppo anche questa categoria non ha difese in quanto sono da una parte allontanati dai loro colleghi "porchi" e dall'altra sfruttati dal sesso "debole". Personalmente non faccio differenze tra maschio e femmina perchè entrambi pensano solo a se stessi per cui ritengo che si debba parlare solo di responsabilità se vogliamo cambiare le cose. Non voglio essere polemico ma solo realista. Complimenti per il sito e buon lavoro

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  12. @ Anonimo:
    In tutte le cose ci vuole un grano di sale...ed io non posso negare che su alcune cose tu abbia delle ragioni, ma ancora una volta ribadisco che nessuno ha parlato di una contrapposizione di genere, ma di una cultura di fondo. Indubbiamente e millennariamente maschilista, talmente connotata che anche le donne di potere devono sottostare al modello, nella stragrande maggioranza dei casi. Perchè le premesse sono quelle della cultura sopracitata.
    Stiamo parlando di effetti, alla peggio di deformazioni ma non andiamo a vedere le cause...che sono comunque remote e ancestrali e legate alla negazione del principio femminile. Hai ragione il recupero non è a breve e non neanche semplice, perchè riprodurre delle Donne-Uomo è assolutamente inutile, voglio essere ancora più cattiva...per dimostrarti come tu abbia delle ragioni. Gli uomini sono allevati e cresciuti, spesso persino educati da donne...eppure...

    Ti auguro una buona serata!
    Namastè

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  13. Sono proprio contento di aver conosciuto il tuo blog. Sì, è da tempo che mi chiedo dove siano le donne di questo paese e forse è arrivato il momento di gridare forte "Ora basta!"

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  14. Ciao Antonio, benvenuto! :-)

    Decisamente sì, è il momento di gridare "basta" e di cambiare, dove sia necessario, la cultura di questo paese...

    Abbraccio :-)
    Namastè

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  15. Grazie della tua risposta. Ammiro il tuo senso critico e condivido il tuo ragionamento.
    Personalmente ritengo che non si dovrebbe fare più alcuna differenza tra uomo e donna se non quelle puramente fisiche. Per capirci io credo che una vera società dovrebbe fondarsi sul contributo positivo, ma diverso, di ogni individuo in base alle capacità particolari di ognuno di noi e senza minimamente considerare le "stranezze" personali: l'importante è non fare mai agli altri ciò che non vorresti che fosse fatto a te. Concordo infine sul fatto che è ora di basta e di cambiare non solo la cultura ma l'intero mondo. Continua così.
    Buon viaggio

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  16. @ Anonimo:
    Sono d'accordo, in effetti non esistono "differenze" tra uomo e donna (e non solo) ma barriere mentali, create da noi, peraltro...

    Grazie per l'apprezzamento.
    Buona vita e buon viaggio anche a te :-)

    Namastè

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