mercoledì 13 aprile 2011

I miei amici Pigmei non sono su Facebook

- di Raffaella Milandri*-

Molti popoli sono a rischio concreto di estinzione. I diritti umani sono violati e violentati. Quando l’ultimo dei Pigmei, l’ultimo dei Boscimani saranno scomparsi, sarà una perdita per l’Umanità

 
I popoli indigeni non sono un argomento di attualità. Sono anacronistici.
Non vivono all’insegna del consumismo, sono immuni al “Progresso”, non producono rifiuti tossici, non risentono del caro-benzina.
Non emigrano:  sono, appunto, indigeni, e quindi legati alle loro terre ancestrali da sempre.
Pur se oggetti di soprusi inimmaginabili, non chiedono visti e permessi di soggiorno in altri Paesi.
I miei amici Pigmei non sono su Facebook:  non sanno nemmeno cosa sia un computer.
Ben 300 milioni di persone nel mondo appartengono a popoli indigeni: Pigmei, Boscimani, Adivasi, Aborigeni australiani, Indios, Maori, Indiani d’America.
E tanti altri popoli dai nomi semi-sconosciuti, che insieme alle loro culture, tradizioni, linguaggi, sono un patrimonio unico per la storia dell’Umanità.
Come dinosauri umani, molte etnie sono a rischio di estinzione.
Senza tutela e protezione.


Anzi, sono oggetto di attacchi mirati nel nome del vangelo Denaro; un vangelo che predica la legge del più forte, in terre dimenticate fino a quando si scoprono risorse preziose e intoccate: petrolio, foreste, diamanti, oro. E’ incredibile come in tutti gli ultimi paradisi terrestri arrivati ai giorni nostri coesistano risorse naturali e popoli indigeni.
Eppure lo stile di vita dei popoli indigeni, a contatto con la natura, ha fatto sì che, nelle loro terre, non si siano estinti come altrove animali e piante. Guardiani della natura. Ambientalisti , ecologisti perfetti. Poichè sempre vale il detto “homo homini lupus” sono proprio altri uomini che distruggono e mettono in pericolo l’esistenza di queste razze umane, di queste etnie. E molti popoli indigeni sono a rischio di estinzione.
In alcuni Paesi, come in Camerun, i popoli indigeni come i Pigmei non sono nemmeno censiti: sono esseri umani che non esistono. Privati delle loro terre, dei diritti umani più elementari, della propria dignità e spirito semplice e libero. Non esiste paese dove non vi sia discriminazione. Le leggi internazionali adeguate non esistono o, come nel caso del Forest Right Act in India, sono fatte per essere violate. Il diritto alla propria terra, alla propria religione, alla propria lingua , al proprio nome e alla propria esistenza è stato violato prima ed è violato ORA.
“Datemi un carro, un asino: voglio tornare a casa” dice una donna boscimane durante una mia intervista in Botswana. Non desidera altro: deportata dal deserto, strappata dalla “casa dei suoi padri”, a causa del ritrovamento di un ricco giacimento di diamanti, non vuole soldi o una casa o un lavoro: vuole tornare a casa.
“La nostra vita è molto peggiore di quella dei nostri padri. Fuori dalla foresta non sappiamo come vivere. Siamo vittime di soprusi e violenze” dice una donna pigmea in Camerun.
“Dopo averci arrestato e torturato, ci hanno detto : adesso toglietevi di mezzo o spariamo su tutti.” dice un adivasi dell’Orissa, dove è in atto una lotta spietata di una multinazionale per un ricco giacimento di bauxite, che causa deportazioni di interi villaggi (in campi di “riabilitazione”, come li chiamano) nonchè un terribile inquinamento dalle conseguenze mortali su flora, fauna e esseri umani.
” I nostri nomi originali sono stati cambiati, storpiati, francesizzati e poi cancellati nell’ultimo secolo. Ed ora stiamo lottando per ricomprare la nostra terra, a prezzi salatissimi” dice Marie della tribù dei Salish, negli Stati Uniti...

Le testimonianze che raccolgo sono un pesante fardello che porto con me, per condividerlo sotto forma di foto e filmati -in preziosa lingua originale- in conferenze-reportage che sono un appello umanitario ed un importante documento.
Certo , oggi si è tutti adirati e pronti a far la voce grossa per ripulire la propria fetta di mondo. Perchè vado in Paesi lontani, a rimestare nel fango, a testa bassa? Per poter girare a testa alta in nome di un allarme da lanciare. Solo l’informazione può salvarci” questo è il messaggio semplice e incisivo di Kumti Majhi, un leader tribale dell’Orissa , contenuto in un appello che fa parte del mio multireportage.
Proprio per la globalizzazione, attenzione, oggi, la nostra fetta di mondo non è più limitata al quartiere, alla città, al Paese. Ciò che accade in Giappone arriva a toccarci in un attimo. I mercati finanziari sono soggetti all’effetto domino immediato. Il mondo è di tutti.
La responsabilità dei più indifesi è di tutti.

*Raffaella Milandri – fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni.

http://informarexresistere.fr/i-miei-amici-pigmei-non-sono-su-facebook.html

8 commenti:

  1. Oltre a non essere su facebook, l'uomo "civile" devasta le terre di questi popoli per estrarre le materie prime che servono per i nostri pc e i nostri telefonini, sfruttandoli e distruggendo il loro ambiente ... soli e sfruttati, come alla fine lo sono la maggior parte di noi anche se viviamo nel primo mondo.
    La CIVILTA' è un'altra cosa ....

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  2. Questo articolo è molto significativo e rispecchia una terribile realtà. Sono un'appassionata di antropologia e di culture dei popoli indigeni e mi rendo conto come di loro si parli veramente pochissimo. Trovo ingiusto il modo in cui vengano trattati e privati della loro dignità, prima che delle loro terre.
    Ho scoperto questo blog solo ieri, ma l'ho aggiunto ai miei preferiti per gli argomenti interessanti che ho letto. Complimenti!
    Saluti,
    Luisa

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  3. Anonimo:
    Già, dovremmo imparare da questi popoli... ed invece siamo arroganti, stupidi e nella nostra follia mettiamo a rischio, con scelte e comportamenti scellerati, la loro esistenza e quella dell'intero pianeta!

    Buona giornata :-)
    Namastè

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  4. Ciao Luisa e benvenuta! :-)
    Hai ragione, se ne parla davvero troppo poco.
    I popoli indigeni meritano considerazione e rispetto e ne vanno tutelati i diritti.
    Grazie per i complimenti!
    Sono passata da te e mi piace il tuo blog, l'ho aggiunto a quelli che leggo.

    Buona giornata e un abbraccio :-))
    Namastè

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  5. Rimarranno solo loro?
    E' probabile, se lo meritano!
    Buongiorno Rosa,
    Namastè

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  6. Me lo auguro, Paolo!
    Un Buongiorno a te carissimo :-))

    Namastè

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  7. Credo siano gli unici esseri umani che ancora riescono a coesistere in armonia con Madre Terra e Regno Animale...ma l'arrivismo sta tentando di privarli della libertà di continuare ad "esistere".
    Ci stiamo estinguendo da soli.
    Ottimo blog il tuo Rosa.
    Dandelìon

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  8. Ciao dandelion67, benvenuta! :-)
    Già, noi siamo ben lontani dal cercare nelle loro esperienze le risposte che ci occorrerebbero per salvarci, ma continuamo invece, nella nostra corsa in avanti ...senza nemmeno guardare dove stiamo andando :-//

    Grazie per l'apprezzamento e a presto!
    Namastè

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