domenica 3 luglio 2011

Fermiamo la persecuzione dei Rom in Italia

fonte: EVERYONE

I Rom sono cittadini europei. Sono un popolo che ha subito persecuzioni e stermini, senza che mai l'Europa e il mondo prendesse veri provvedimenti per garantirne la parità sociale rispetto alle cittadinanze etniche di maggioranza delle nazioni.
La politica, la cultura e i media italiani hanno fatto quadrato, salvo poche eccezioni, per creare intorno a Rom e Sinti un alone di sospetto e discriminazione. Per iniziare la via del cambiamento è necessario diffondere informazioni veritiere riguardanti la tragedia dei Rom e Sinti in Italia e il fenomeno del razzismo, che si è ormai diffuso a tutti i livelli.

Quando tante persone, dal Presidente della Repubblica all'assessore del più  piccolo comune italiano, dal giudice della Corte suprema al pm di provincia, dal poliziotto al carabiniere, dal vigile urbano alla guardia giurata, dal giornalista al comico televisivo, quando tante persona hanno perduto la via della verità e del rispetto per i diritti umani, ognuno di noi diviene evidentemente in grado di fare la differenza e proteggere vite umane in pericolo. Questa petizione riassume la condizione attuale dei Rom in Italia e le iniziative che abbiamo facoltà di attivare, oltre naturalmente al sostegno che possiamo dare ogni giorno alle famiglie perseguitate.

Milano, 2 luglio 2011. Nel 2007 i Rom in Italia erano 180 mila. Oggi sono meno di 40 mila. 35 mila Rom romeni sono fuggiti dall'Italia in Spagna; 25 mila sono migrati in Francia; 10 mila in Germania; tanti altri in Grecia, Portogallo e altri stati Ue. Decine di migliaia sono tornati in Romania. Si è trattato e si tratta ancora oggi di una vera e propria espulsione di massa, che comincia con una repressione capillare delle famiglie di etnia Rom, braccate, controllate, fotosegnalate, denunciate per i reati legati alla precarietà: occupazione di suolo pubblico o privato, accattonaggio molesto, furtarelli, abbandono di minori, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. La persecuzione politica, poliziesca e giudiziaria dei Rom in Italia è attestata da numeri.

In base alle leggi anti-immigrazione improntate alla discriminazione razziale e nonostante gli ammonimenti dell'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani e delle massime autorità dell'Unione europea, i Rom, dopo le denunce, subiscono regolarmente condanne (spesso patteggiano pene che consentono loro di restare in libertà) senza neanche sapere di cosa sono accusati. Le mamme Rom hanno visto servizi sociali e tribunali sottrarre loro tanti bambini, sempre per indigenza. Si tratta di sottrazioni di minori giuridicamente e sotto l'aspetto dei diritti del fanciullo e della famiglia assolutamente immotivate. Il 90% dei Rom passati in Italia ha denunce e condanne a carico, che consentono alle autorità di espellerli, salvo diritto al ricorso di cui la maggior parte dei Rom, spesso analfabeti e spaventati di fronte alle istiituzioni, non si avvale. Queste misure, che vengono attuate sia dalle amministrazioni locali di destra, sia da quelle sedicenti "democratiche" o "di centro-sinista", hanno trasformato i Rom nell'equivalente degli ebrei ai tempi di Hitler (o degli stessi Sinti e Rom, persegitati come gli ebrei).

Oltre a queste forme di persecuzione e pulizia etnica, le famiglie Rom vengono costantemente sgomberate dai loro ripari di fortuna: baracche e tende in cui sopravvivono ai limiti della resistenza umana, senza alcun sostegno sociale, vivendo di elemosina, ridotte a una speranza di vita media di 40 anni, contro gli 80 dei cittadini italiani. I bambini Rom hanno una mortalità 15 volte più alta rispetto agli altri bambini. Le istituzioni e le autorità italiane, tuttavia, ritengono che anche quella forma di sopravvivenza estrema sia un "lusso" per i Rom, che non hanno alternative, se non quella di lasciarsi morire. Così, a un ritmo quotidiano, le sgomberano, distruggendo le loro miserevoli abitazioni, spesso con i loro pochi beni ancora all'interno. Non vi è pietà per bimbi, malati, donne incinte, che in qualsiasi stagione si ritrovano in mezzo alla strada, senza un riparo, senza un sostegno, senza una meta. Dopo gli sgomberi, politici e autorità si vantano di quei crimini dalle pagine dei giornali e dagli schermi televisivi, senza che, in genere, alcun giornalista spenda una parola per stigmatizzare tanta spietatezza, tanta disumana furia contro un popolo già perseguitato nei secoli e ridotto alla totale esclusione sociale.

A volte dopo gli sgomberi le autorità propongono alle donne Rom di accettare un'accoglienza temporanea in ospizi, con i loro bambini, separandosi dai mariti. E' una proposta iniqua, che smembrerebbe nuclei familiari già provati da persecuzione; una proposta che pone le donne di fronte a una scelta che contrasta con il giuramento prestato quando si sposano: "Non abbandonerò mai mio marito e la mia famiglia, neanche nella sorte più avversa". Le istituzioni ne sono consapevoli, ma con le loro ipocrite offerte di questo genere si giustificano poi di fronte alle autorità dell'Onu e dell'Ue, affermando che i Rom sgomberati "rifiutano le alternative di accoglienza che proponiamo loro, preferendo la vita nomade e il degrado". Con questa petizione chiediamo alle più alte cariche dello stato, alle figure istituzionali ancora immuni all'ondata di odio razziale, ai politici, agli intellettuali, ai giornalisti e ai cittadini che provano orrore di fronte alla persecuzione dei Rom di attivarsi secondo le proprie facoltà e ai propri ideali per fermare la persecuzione etnica dei Rom e - in prima istanza - di diffondere la verità riguardo alle migliaia di abusi, ingiustizie, drammi e lutti che colpiscono questo grande popolo discriminato e falcidiato.

Chiediamo inoltre all'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, al Commissario Ue per i Diritti Umani, ai parlamentari, ai commissari e ai consiglieri dell'Unione europea di identificare strumenti cha abbiamo efficacia giuridica per fermare la pulizia etnica, la persecuzione istituzionale, l'atrocità degli sgomberi senza alternativa.


Promotore: Gruppo EveryOne - Rom in Italia

Nella foto di Steed Gamero, Roberto Malini con una famiglia Rom. L'ultimo a destra è l'attivista Rom romeno Ionut Ciuraru (Gruppo EveryOne), spesso ultimo baluardo civile contro la terribile persecuzione dei Rom a Pesaro.
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2011/7/3_Fermiamo_la_persecuzione_dei_Rom_in_Italia.html

8 commenti:

  1. comimciamo almeno a chiamarli con il loro nome Rom, Sinti, Nomadi e non zingari....

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  2. Vero Cirano! E già questo sarebbe un buon inizio... :-)

    Namastè^^

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  3. Purtroppo è difficile prendere le loro parti quando chiunque abbia avuto vicino un campo nomadi alla fine ha avuto sempre dei disagi (e ti parlo di miei conoscenti che tutto possono definirsi tranne razzisti).
    Se il 90% dei Rom passati in Italia ha denunce e condanne a carico, un motivo ci sarà, no? O è solo un grande complotto contro un popolo onesto?
    Perchè vivono di elmosina? O di furti? Io sono disposto ad accogliere chiunque basta che abbia voglia di lavorare e di guadagnarsi onestamente il pane. A Trieste ci sono tanti rifugiati dell'ex-yugoslavia e chi aveva voglia di fare ha sempre trovato un lavoro.

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  4. @Giulio
    Li abbiamo emarginati e costretti all'angolo da millenni...abbiamo riservato loro questo ruolo per secoli ed ora ci si stupisce che siano diventati quello che, strumentalmente, raccontiamo di loro? Continuiamo a trattarli come fossero meno che uomini, e inalberiamo frasi retoriche e di principio per dire che non devono stare da nessuna parte...
    Sono esseri umani, europei e comunitari...possiamo continuare ad ignorarlo o affrontare questa realtà.
    Chi, trattato come loro farebbe lo stesso, ma forse no, forse chi giudica è certo di essere meglio?
    Basterebbe provare le angherie che subiscono, ma non per due giorni, per intere generazioni :-//

    Perchè invece non proviamo a parlare con loro? Perchè non diamo loro la possibilità di vivere una vita dignitosa? Forse perchè abbiamo paura di scoprire che sono esseri umani esattamente come noi? Con esigenze, desideri e sogni proprio come i nostri?

    Già...perchè a quel punto saremmo costretti a fare ammenda...

    Buona serata^^
    Namastè

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  5. O forse perchè loro non vogliono la vita che noi vogliamo offrire loro... Quando c'è la volontà di integrazione, l'integrazione prima o poi c'è sempre stata.

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  6. Punti di vista Giulio, dipende da che prospettiva si guarda la cosa :-/

    Namastè^^

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  7. Dico una cosa forse banale,ma nella quale credo profondamente:le persone sono tutte assolutamente uguali ed ogni discriminazione è
    una grave ingiustizia.

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  8. Costantino, ritengo che quello che dici non sia affatto una banalità, anzi credo fermamente che sia la chiave fondamentale per la pacifica convivenza dei popoli :-))

    Un abbraccio^^
    Namastè

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