martedì 5 aprile 2011

In morte di un libero pensatore

 
Assassinato a Ramallah il regista e attore Juliano Mer-Khamis, autore di Arna's children, uno dei documentari chiave della storia palestinese.
 
Lo hanno assassinato ieri, 4 aprile 2011, davanti al teatro al-Kasabah di Ramallah, in Cisgiordania. Juliano Mer-Khamis, 54 anni, era al volante della sua auto.
Secondo le prime ricostruzioni un commando lo ha freddato come in un regolamento di conti. Le prime voci, in città, parlano di estremisti palestinesi. L'unica certezza, per ora, è la morte di uomo che ha fatto della cultura la sua arma di resistenza. Con Zakaria Zubeidi, ex leader delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, ha fondato a Jenin, città martire della Seconda Intifada in Cisgiordania, il Freedom Theater, un'isola in un mare di dolore.
Arna's Children è un documentario che ne racconta la storia.
La storia della madre di Juliano, nato a Nazareth, da questa grande donna, Arna Mer, ebrea israeliana sposata al palestinese Saliba Khamis.
Durante la prima Intifada sua madre Arna dà vita a un programma educativo alternativo all'interno del campo profughi di Jenin.
L'occupazione israeliana ha infatti distrutto il programma ufficiale e Arna intende risarcire i palestinesi del danno subito. Tra le varie attività del centro vi è lo Stone Theatre, un laboratorio teatrale diretto da Juliano. A otto anni dalla morte della madre, cinque anni dopo la conclusione del progetto teatrale, Juliano torna nel campo di Jenin e scopre la tragica storia dei "ragazzi di Arna".

8 commenti:

  1. È troppo complicato fare cultura in paese occupato dall'odio, dal razzismo, dall'intolleranza e dalla stupidità da ambo le parti.

    RispondiElimina
  2. @ Riverinflood: temo che tu abbia ragione c'è davvero poco spazio per la cultura in un posto come Gaza...e per contro, ve n'è così tanto bisogno.
    Cultura della pace e della convivenza, unica soluzione possibile.
    Un dolore che sembra infinito....

    Abbraccio e buona serata :-)
    Namastè

    RispondiElimina
  3. Mi chiedo come si trovi in certi contesti sociali e politici la forza
    per cercare di cambiare le cose.

    RispondiElimina
  4. Sara, difficile sì, eppure lui l'aveva, la forza, mi fa impressione però il silenzio che circonda questa morte...un intellettuale di valore...e tanto silenzio ad accogliere la sua morte.

    Ti abbraccio
    Namastè

    RispondiElimina
  5. Però, i 1.400 palestinesi che nel 2008, con l'operazione "Piombo fuso", vennero uccisi dagli israeliani a me non sembrano "da ambo le parti"!
    Senza sottovalutare l’agguato di matrice salafita (movimento islamico integralista), non pochi a Jenin parlavano ieri di un’operazione dei servizi segreti israeliani per gettare una pesante ombra sulla causa palestinese.
    Riporto da queste fonti http://www.nena-news.com/?p=8672 e http://www.altracitta.org/2011/04/05/ucciso-mer-khamis-l%E2%80%99ebreo-palestinese-del-teatro-della-liberta/:
    di recente il regista aveva sostenuto il boicottaggio culturale di Israele "Fare teatro a Jenin e' la mia personale vendetta contro la politica israeliana, la gente, il governo, il paese. Ero molto arrabbiato e frustrato. La mia vendetta e' stata ricostruire ciò che loro avevano distrutto... Il principio base della politica e dell’ideologia israeliana si fonda sulla separazione, è l’apartheid, ancorato alle entità etniche: etnocrazia, muri, recinzioni.", dichiaro' nel 2009; il campo di Jenin era diventato un "Teatro della Libertà" - rimesso in piedi assieme a un ex leader guerrigliero delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa (vicine alla fazione di al-Fath che era in conflitto con quella di Hamas), e ricevendo critiche dall'Anp per un adattamento della "Fattoria degli animali" - per i profughi che nel 2002 avevano visto il loro campo distrutto dai bulldozer dell’esercito israeliano, nei giorni di "Scudo difensivo" (vengono uccisi i bambini), per la rioccupazione delle città autonome cisgiordane nel pieno della seconda intifada...
    Scusate la lungaggine, ma io penso che il silenzio sia dovuto alla complessità della situazione: lui stesso si sentiva ebreo palestinese, viste le origine ebreo-israeliane della madre e arabo-palestinesi del padre però, anche se minacciato in passato di essere una spia israeliana (era stato paracadutista), non do per scontato che siano stati militanti palestinesi ad ucciderlo.

    RispondiElimina
  6. Ciao Angie, sono queste figure "ponte" che in quella parte del mondo non trovano cittadinanza eppure sono così necessarie.
    Non escludo affatto che il Mossad possa essere intervenuto direttamente, ma non lo trovo così importante, rispetto al fatto che un costruttore di ponti sia stato eliminato.
    Questa è la realtà che fa peggio. Moltissime figure di mediazione vengono annichilite da sempre in palestina, sono quelle che danno maggiore fastidio ai difensori della guerra totale.
    Potrebbe persino essere che Mossad ed estremisti palestinesi abbiano agito insieme, fingendo di ignorarsi ma perseguendo ilmedesimo fine...perchè no. Resta il fatto che un altro ponte è stato abbattuto...

    Abbraccio forte
    Namastè

    RispondiElimina
  7. Già Paolo! È questa la verità!

    Un abbraccio forte ^_^
    Namastè

    RispondiElimina

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.