giovedì 28 ottobre 2010

NonC’èG(i)ustoNelSalone


Tre giorni contro il Salone del Gusto e irruzione alla Conferenza finale
Si è conclusa la tre giorni di contestazione del Salone del (dis)Gusto di Torino 2010, che ha visto in piazza attivisti determinati a farsi portavoce degli animali fra i visitatori e gli organizzatori del Salone.
Slogan, cartelli, striscioni, volantini e video sulla sofferenza degli animali da allevamento (intensivo o biologico) hanno affiancato la tre giorni organizzata da “Slow Food” e finanziata (tra gli altri) dal Ministero dell’Agricoltura, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino, ricordando a tutti chi fossero gli ospiti più numerosi della kermesse: gli animali non umani fatti a pezzi e venduti negli stands.  La morte e la sofferenza degli animali suona ancora più scandalosa in una manifestazione che si ritiene etica e vanta di promuovere la sostenibilità ambientale, il cibo biologico e “di qualità”, il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle popolazioni del terzo mondo; manifestazione non a caso associata all’evento internazionale “Terra Madre”.

Per contestare in modo incisivo il massacro degli animali e la crudeltà degli allevamenti cosiddetti “sostenibili”, alcuni attivisti hanno deciso di dare voce agli animali durante la cerimonia conclusiva di “Terra Madre” che si è tenuta al PalaIsozaki domenica 24 ottobre alla presenza di migliaia di delegati da tutto il mondo e della stampa nazionale e internazionale.
Mentre venivano distribuiti centinaia di volantini (scaricabili qui: http://noncegustonelsalone.wordpress.com/materiali/ ) e veniva srotolato uno striscione che recitava “CARNE = MORTE”, un attivista mascherato da maiale sanguinante è riuscito a raggiungere il palco crollando a terra davanti ai relatori in procinto di discutere il documento sull’alimentazione “sostenibile”. Nel frattempo un’attivista saliva sul palco con il megafono chiedendo alcuni minuti per poter dare voce a ognuno dei polli, dei pesci, dei maiali, dei conigli, dei bovini e di tutti gli altri individui che vengono sfruttati e sterminati senza pietà ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo negli allevamenti industriali e nelle fattorie di tutto il mondo.
Messi di fronte alla propria proclamazione di attenzione alla democrazia, ai diritti dei più deboli ed al dialogo, gli organizzatori del Salone hanno dovuto lasciare qualche minuto di spazio agli animali e a chi ha deciso di parlare della loro sofferenza.
Abbiamo così potuto gridare che non c’è nessuna giustificazione allo sfruttamento. Non la specie di appartenenza della vittima, non la tutela dell’ambiente, non la lunghezza delle catene o l’ampiezza delle gabbie possono decidere della vita o della morte degli animali. Abbiamo potuto gridare che la schiavitù dei non umani deve cessare, e che tutti gli allevamenti devono essere aboliti.
Numerosi gli applausi, numerosi i fischi.
Segno questo della contrapposizione tra chi vuole difendere il proprio privilegio di appartenere alla specie più forte, libera di uccidere per “gusto”, e la crescente sensibilità che si sta diffondendo fra gli stessi consumatori di carne, latte, uova.
Alla fine dell’irruzione sul palco, il “maiale insanguinato” e l’attivista animalista sono usciti tenendosi per mano: forse un simbolo della solidarietà fra gli animali vittime dei macelli e gli animali umani che lottano per la loro liberazione.
Nei prossimi giorni potrete trovare una breve rassegna stampa sulla contestazione su www.noncegustonelsalone.wordpress.com  .
Segnaliamo nel frattempo il seguente articolo de La Stampa di Torino, corredato di foto dell’irruzione e del presidio, e un video prodotto da un attivista durante la tre giorni.
Articolo “La Stampa”:
Video:
Ringraziamo di cuore tutti gli attivisti che hanno aderito e partecipato all’iniziativa!
Gli animali non vengono ascoltati.
TOCCA A NOI GRIDARE NO ALLA STRAGE!

via www.promiseland.it

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