martedì 26 ottobre 2010

Il bilancio dell’Inps è attivo grazie ai migranti

fonte: www.gliitaliani.it

Che se ne facciano una ragione i leghisti e quelli che non vorrebbero migranti nel nostro Paese. La tenuta residua dell’economia nel nostro Paese la si deve alla loro presenza. E anche le nostre pensioni. Le casse pubbliche infatti ricevono ogni anno dagli stranieri un regalo di circa un miliardo di euro per via del gettito fiscale. Questa la stima riportata nel dossier Caritas/Migrantes secondo il quale le entrate assicurate dagli immigrati sono 11 miliardi di euro (10,827) mentre le spese per servizi a loro destinati ammontano a neanche 10 miliardi.

La retribuzione media annuale per immigrato è 12.000 euro, i contributi quasi 4.000 euro. Gli immigrati sono il 10% degli occupati dipendenti, il 3,5% dei titolari di impresa; incidono l’11,1% sul Pil; pagano 7,5 miliardi di contributi previdenziali; dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi (i dichiaranti stimati in quasi 2,7 milioni). Le uscite sono circa 10 miliardi di euro: 2,8 miliardi per sanità (2,4 per i regolari, 400 milioni per gli irregolari); 2,8 miliardi per scuola, 450 milioni per servizi sociali comunali, 400 milioni politiche abitative, 2 miliardi dal Ministero della Giustizia (tribunale e carcere), 500 milioni dal Ministero dell’Interno (Cie e Cda), 400 milioni per prestazioni familiari e 600 milioni per pensioni a carico dell’Inps.
Le entrate assicurate dagli immigrati, invece, si avvicinano agli 11 miliardi di euro (10,827): 2,2 miliardi di tasse, 1 miliardo di Iva, 100 milioni per il rinnovo dei permessi di soggiorno e per pratiche di cittadinanza, 7,5 miliardi di euro per contributi previdenziali. Il dossier sottolinea poi che negli anni 2000 il bilancio Inps è risultato in attivo (fino a 6,9 miliardi) grazie ai contributi degli immigrati. Si stima che nel periodo 2011-2015 chiederanno la pensione circa 110 mila stranieri, il 3,1% di tutte le richieste. Dai 15 mila pensionamenti nel 2010 (2,2%) si passerà a 61 mila nel 2025 (7%). Ora, tra gli immigrati è pensionato 1 ogni 30 mentre tra gli italiani 1 ogni 4. Nel 2025, i pensionati stranieri saranno circa 625 mila (l’8% degli stranieri); ci sarà 1 pensionato ogni 12, tra gli italiani 1 ogni 3. Il tasso di occupazione per gli stranieri è passato dal 67,1% del 2008 al 64,5% del 2009 (quello degli italiani è sceso al 56,9% dal 58,1%), mentre quello di disoccupazione è aumentato dall’8,5% (media 2008) all’11,2% (dal 6,6% al 7,5%). Nel 2010, ogni 10 nuovi disoccupati 3 sono immigrati. In pratica, si registra un aumento degli occupati immigrati (147.000) ma anche dei disoccupati per via della crisi (77.000). Fra gli stranieri è più elevata la percentuale dei non qualificati (36%), spesso perchè sottoinquadrati (41,7% rispetto alla media del 18%). Inoltre, 4 su 10 lavorano in orari disagiati. Nei primi cinque mesi del 2010 le imprese con a capo uno straniero sono aumentate del 13,8%, e a ritmi ancora superiori in Toscana e nel Lazio.
Numeri inequivocabili che raccontano un Paese del tutto diverso da quello che ci vorrebbero mostrare i propagandisti dell’esclusione sociale e dei respingimenti.

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