domenica 10 ottobre 2010

Del piacere, dell’impegno, della (tossico)dipendenza, della Madonna

fonte: www.stampalibera,com
di Nicoletta Forcheri
”Il piacere è una condizione dell’impegno, e viceversa. Perché c’è del piacere nell’essere impegnati, mentre l’impegno dà la possibilità di continuare a provare piacere. (…) Il piacere non è elitario e non ha nulla a che vedere con gli eccessi, ma piuttosto ha a che fare con la misura, con quel buon senso che si dovrebbe applicare in tutti i momenti della nostra vita.” Da “Le conseguenze del piacere”, Slow Food



E invece la struttura del potere economica che fa? Diseduca a impegno e piacere, e costringe a meccanicità e dis-piacere. Dà il CIUCCIO, surrogato del piacere/amore, a una massa di adulti infantilizzati dal consumo rapido, junk, vuoto, parassitato da tanto spam. L’osservazione vale sia per il junk food anemico, sia per i farmaci chimici raffinati e taroccati, pallide fotocopie ma brevettate dei principi attivi presenti in natura, ai surrogati dell’amore ovunque – lo svilimento di sesso e amore nel mercato pornografico, il mercanteggiamento usuraio e surrogato dello stesso ormai diffuso nella società intera, basti aprire un programma di posta qualsiasi per imbattersi in pubblicità fotografiche di tizi e tizie pronti al consumo facile conseguente a incontri rapidi sul net.
Dando il ciuccio alla massa, il potere stecnoeconomico, la  infantilizza, la fa regredire in quello stato di DIPENDENZA che manifestandosi nella persona adulta, diventa TOSSICODIPENDENZA. Un dipendente funziona nella modalità del cervelletto, della manipolazione e del ricatto. Ti do il ciuccio, se. Faccio il bravo se mi dai il ciuccio. Ergo, modalità normale: predatoria.
Come minimo siamo tutti dei (tossico)dipendenti latenti, quando non conclamati, dalle varie droghette: dal caffé alla televisione, dallo zucchero raffinato alle varie cola, dall’alcol alle farine bianche e vecchie, dai film che non superano il cervelletto – scappare o attaccare – di cui ci inonda la televisione, alle pubblicità mercificanti di donne uomini e bambini che ci rimbecilliscono con messaggi subliminali per assumere sempre pù ciucci. Tossicodipendenza che ci toglie qualsiasi gusto per impegno e creatività (sostituiti da violenza e apatia), i veri substrati del piacere e della realizzazione delle persone.
Una pirlamide alla madoff – o meglio, alla sant’antonio - dove la cupola controlla una base di drogati che se non hanno il ciuccio, si incazza. Una pirlamide che inventa sempre più ciucci per tenerci buoni, come il fluoro nell’acqua e altri finti calmanti – dalle pasticche alla giornata imbrigliata – surrogati di piacere/amore. Lo spacciatore è quello stesso potere stecnoeconomico che ci ha indebitato dalla nascita, taroccandoci l’amore. L’ingrediente di cui è fatta questa droga è assenza di amore – o finto amore - e il contrario del DONO, fluido contagioso che si diffonde in tutti i settori della società portando intrinsecamente con sé la gabella, il dazio, il bollo, il tasso, il FURTO, cioé l’interesse che rende tutti INTERESSATI, togliendoci la capacità non solo di barattare, ma di donare, come fa la natura quando ci regala i suoi frutti spontanei – laddove l’humus è ancora buono – o quando quintuplica quantità e qualità solo per effetto di cura, attenzione, ascolto, insomma amore.
Questa pirlamide stecnocratica è la piramide del culto della morte e dell’assenza di amore. L’Italia era in questo il paese più SFIZIOSO d’Europa, in quanto sulla scorta di IRI ed economia di famiglia, di paese, oramai scomparse, il suo lavoro si basava su amore, attenzione, tradizione, ricca cultura, ATTACCAMENTO ALLA TERRA: arrivando da oltralpi si sentiva quel qualcosa in più, un qualcosa d’ineffabile, lo sfizio, che con il tempo va via via scomparendo, talvolta trasferendosi ma mal trapiantato, artificiale e rarefatto, in alcune isole per ricchi in nordeuropa.
Lo SFIZIO, parola nodale della nostra lingua, non a caso difficilmente traducibile, rappresenta quel surplus di amore e di attenzione, di originalità e di praticità, che era tipico e concretizzato nel made in italy, un made in italy oramai scomparso e dissanguato dalla cupola finanziaria della pirlamide attraverso le sue multinazionali, e le cui ricchezze sono state travasate altrove.
Questa perdita del piacere, e scippo dello sfizio, ad esempio, si è manifestata nella mia ricerca di una macina granaglie per produrre farina: solo dopo vario peregrinare per lunghi mesi, ho finalmente trovato UNA MARCA, la KITCHENAID ®, distribuita dalla ALESSI, i cui diritti sono arraffati dalla Whirlpool – azionisti i soliti AXA, BARCLAYS, FMR ECC – che vende un robot da cucina a 579 euro al quale bisogna aggiungere il macinagranaglie a 200 euro!!! Nella patria della farina macinata fresca e dell’invenzione della pasta, dove tutti hanno il ricordo di una nonna intenta a fare la pasta in casa con la farina FRESCA, NON SI TROVA UN MACINAGRANAGLIE dal prezzo abbordabile, bisogna andare in Germania per comprarlo!!!
Questa è solo una delle varie sfaccettature dell’alienazione e prigionia in cui l’Italia versa: sotto il giogo di alcuni produttori di pasta famosi, e quindi dei loro finanzieri/strozzini foresti, hanno deciso di farci sparire uno strumento così elementare per renderlo carissimo a vantaggio di una ditta forse fintamente USA che utilizza probabilmente il nostro know how, secondo il modello di furto di brevetti e know how CON TECNICHE FINANZIARIE FRAUDOLENTE, l’ultimo esempio magnificato dai media è l’acquisto di una industria strafallita – la Chrysler – con il REGALO del nostro sapere e brevetti da parte di quella meretrice che è diventata la FIAT. In tutti i più svariati settori dell’economia nostrana, il modello è lo stesso.
Fino al massacro silenzioso degli alberi pubblici voluto dai finanzieri della MONSANTO, SYNGENTA, NOVARTIS, BAYER ladri di vita e di semi, strozzini usurai criminali burattini in mano al diavolo che si accaniscono sul pinus pinea – pino domestico da pinoli – gli eucalipti, i platani, le palme – secolari, fatti sparire da tutti i comuni dello stivale, assieme ad altre varietà di piante e di flora spontanea massacrate dai diserbanti, sostituite dal giustamente chiamato prato “inglese”, asettico, artificiale, letale per il suolo e BRUTTO.
E i nostri politici che fanno? Ignorano, fanno orecchie da mercanti, si sentono impotenti, di quella impotenza che poi sfogano su donne e natura per tirarsi temporaneamente su, oppure si inebbriano con  i vari ciucci. E le nostre donne che fanno? Hanno perso la trippa per urlare la vergogna? Hanno perso la forza per sgridare i loro maschi impotenti/arroganti? E le mamme, hanno perso la loro autorità primordiale, quella della saggia/strega/amante/ostetrica di fronte al bambino/potente di turno che va redarguito e punito “all’impegno forzato” quando si comporta male? Dov’è finita la maternità universale? Maltrattare madreterra equivale a maltrattare la mamma universale, la mamma che c’è in tutti noi e che nel maschio è negata, nella femmina soffocata.
La terra del culto mariano per eccellenza è messa male: costretta a rivendicare chiaro e forte il crocefisso nei luoghi pubblici dopo l’ingiusto attacco da Strasburgo, dimentica la sua vera religione/cultura, quella atavica da cui proviene, fatta di madonne che guardano adoranti il bimbo, simbolo per eccellenza del DONO.
Consiglio di ricospargere la penisola di icone di questo amore adorante, chissà che non ci riporti fortuna e non ci aiuti a lottare contro il culto luciferino in cui stiamo annegando. Non solo Madonne adoranti, ma anche Madonne autorevoli che con un’occhiata rimettano in riga il bambino capriccioso, insicuro, dipendente, frustrato, con una dose di amore vero.

Forza donne.

Nicoletta Forcheri

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