venerdì 15 ottobre 2010

Mais e soia a prezzi record. Timori per nuove crisi alimentari


Dopodomani sarà la Giornata mondiale dell’alimentazione. I mercati la stanno festeggiando con un vertiginoso aumento dei prezzi dei cereali. Quelli del mais (e anche della soia) hanno giusto superato i livelli record del 2008, l’anno drammatico per il cibo. Una volta di più, il mondo è sull’orlo di una nuova crisi alimentare: e gli Stati Uniti gli danno una spintarella verso il baratro.

Ieri hanno infatti consentito di miscelare al carburante per gli autoveicoli una maggiore quantità di etanolo, cioè di biocarburante ricavato dal mais: la percentuale ammessa sale dal 10 al 15%.

La produzione mondiale di cereali quest’anno sarà di 2.230 milioni di tonnellate, stima la Fao: inferiore a quella del 2009. E la popolazione è nel frattempo è aumentata. I cereali già nutrono gli uomini e gli animali da macello: se le auto americane reclamano una porzione più generosa di mais, siamo a posto. Ma le cose con ordine.


L’aumento vertiginoso dei prezzi dei cereali registrato negli ultimi mesi sui mercati mondiali è stato innescato dalla siccità in Russia, che ha di conseguenza bloccato le esportazioni di grano: la speculazione e i cattivi raccolti in molti altri Paesi per siccità ed alluvioni hanno fatto il resto.

Noi in Occidente probabilmente non ne risentiremo in modo drammatico di questi rincari. Grano, mais eccetera arrivano sulle nostre tavole sotto forma di pasta, pane, dolci, o sotto forma di carne, latte e uova, nel caso che siano stati utilizzati come mangimi.

I prezzi dei prodotti che troviamo al supermercato sono in larga parte dettati dalle trasformazioni cui è stata sottoposta la materia prima: e poi in Occidente la fetta più consistente delle spese non riguarda l’acquisto del cibo.

La questione è radicalmente diversa nei Paesi poveri. Una grandissima parte del reddito viene impiegata per l’acquisto del cibo: e lì non si tratta certo di prodotti elaborati tipo pizza e biscotti. Se i cereali rincarano, i consumatori se ne accorgono subito.

Ci si attende che quest’anno il 37% del raccolto di mais degli Stati Uniti venga trasformato in biocarburanti.

La miscela con il 15% di etanolo costa un po’ meno della benzina. Gli automobilisti americani risparmieranno qualche centesimo.Le raffinerie Usa che trattano i biocarburanti e i produttori di mais che le riforniscono si fregano le mani, dato che godono di incentivi pubblici sotto varia forma. Si fregano le mani anche traders e speculatori.

Negli ultimi tempi il numero degli affamati e malnutriti nel mondo è aumentato, e ha superato il miliardo. Un essere umano su sei ha lo stomaco vuoto. Ecco chi non si fregherà le mani.

Sul sito della Fao Giornata mondiale dell’alimentazione 2010

Sul Financial Times aumento del prezzo del mais e biocarburante nella benzina Usa Per leggere l’articolo è necessaria la registrazione, che è gratuita

Su Agi le quotazioni di mais e soia sui mercati

Sul sito della Fao l’ultimo rapporto sull’andamento dei raccolti di cereali nel 2010

Sul Guardian le statistiche più recenti su fame e malnutrizione

Foto Flickr

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