giovedì 7 ottobre 2010

Rom in concerto all’Europarlamento: "Facciamo integrazione con la musica"

Luciano Di Giandomenico è il direttore dell’Orchestra europea per la pace che suona oggi a Strasburgo con la Alexian band del musicista rom Santino Spinelli.

via:  perlapace
(Foto di Tomasz Tomaszewski, National Geographic)
“Sarebbe interessante far entrare nei conservatori personaggi importanti della musica rom, far tenere loro lezioni concerto e diffondere percorsi didattici alternativi a quelli istituzionali”. A proporlo, alla vigilia del debutto del viaggio-concerto “Romanò drom” (una tournée in tre date che porterà la musica romanì nei palazzi della politica europea), è Luciano Di Giandomenico, compositore e docente del Conservatorio di Foggia. Domani la sua Orchestra europea per la pace, della quale è direttore, accompagnerà sul palco del Parlamento europeo di Strasburgo la Alexian band, di cui fa parte il professore universitario rom Santino Spinelli. “Sono certo – afferma Di Giandomenico - che il corpo docente delle accademie della musica vedrebbe occasioni del genere come un arricchimento, non come un’intrusione; anche perché non possiamo sfornare ogni anno musicisti con la stessa preparazione: il mercato si satura, creeremo solo disoccupati”.


Aquilano trapiantato a Foggia per necessità lavorative, Luciano Di Giandomenico ha conosciuto Spinelli poco dopo il terremoto dello scorso 6 aprile. “La prima volta che abbiamo collaborato – spiega il maestro - è stata in occasione di un concerto il cui ricavato è stato devoluto ai cittadini de L’Aquila. Sarà per questo che ci lega un’amicizia particolare”. La caparbietà di Spinelli ha poi spinto Di Giandomenico a sposare la sua stessa causa: diffondere nel vecchio continente una nuova rappresentazione della cultura romanì. “Quello che facciamo noi – dice - è far confluire la musica rom in un contenitore classico. Non è una semplice operazione di facciata. Sarà un’ottima occasione per far incontrare queste due realtà”. E ridare spolvero ad una tradizione che nell’immaginario collettivo vive solo in strada e si sostenta con l’accattonaggio. Luciano Di Giandomenico crede che il concerto possa diventare un “volano che stimoli ad esperimenti di questo tipo”.

C’è però un gap culturale da colmare: un certo snobismo della musica accademica che ha sempre confinato la tradizione popolare rom al di fuori del suo orizzonte. “Invece – prosegue Di Giandomenico - è possibile mettere in comunione le proprie tradizioni senza snaturare la propria estrazione culturale”. Un modello d’integrazione possibile, almeno con le note. “Incontrarsi in musica – aggiunge il direttore dell’Orchestra europea per la pace - è sempre più facile che incontrarsi con le parole: la musica è un linguaggio universale”. Starà poi alle istituzioni, conclude, tradurre il messaggio nel complesso codice della politica e portarlo avanti fino in fondo.


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