giovedì 14 ottobre 2010

Avanza "la scuola S.p.a"

tratto da: www.terranews.it
Giulio Sardi (L'inkontro.info)
IL CASO. Il governo vuole cedere ai privati la proprietà degli edifici, così da dirottare altrove i fondi per la manutenzione. 
 
Sono partite le prime occupazioni nelle università e nelle scuole contro la Riforma Gelmini. è stata la facoltà di ingegneria de La Sapienza di Roma ad aprire le danze. Molte altre seguiranno. Intanto il progetto complessivo del governo prende sempre più forma nelle parole del ministro Tremonti: «La cultura non si mangia». Così, dopo i tagli alla scuola e alla cultura, presi con maggiore o minore entusiasmo dai ministri Gelmini e Bondi, ecco in dirittura d’arrivo il progetto “Scuole spa”.
Il governo, dopo gli stop in extremis a “Protezione civile spa” e a “Difesa spa”, ci riprova con un provvedimento per cedere ai privati la proprietà degli edifici scolastici, in modo da poter dirottare altrove i fondi Fas e i finanziamenti per la manutenzione e la messa in sicurezza degli istituti. Gli enti locali dovrebbero così pagare un canone ad aziende e fondazioni bancarie per garantire ai loro cittadini di poter frequentare le scuole. Un affare enorme, se si considera che gli edifici scolastici in Italia sono più di 40.000, con quasi 2 miliardi di euro all’anno di interventi manutentivi.
Si potrebbe anche andare oltre, con la gestione delle mense scolastiche, l’assistenza agli studenti e la formazione continua per i docenti. Proprio come negli Stati Uniti, dove non è inusuale che la mensa universitaria sia gestita da McDonald’s, con benefici per la salute degli studenti ben documentati in numerosi studi medici sull’obesità!
Da noi non siamo arrivati a tanto, ma periodicamente i privati ci provano.


A volte gli va male, a volte ci riescono. Così, se a Roma venne respinto il tentativo della Nike di “donare” dei campetti di calcio sponsorizzati alle scuole, la stessa Università La Sapienza ha iniziato ad associare il suo marchio alla pubblicità di un deodorante Gillette e sempre più spesso organizza Master i cui docenti sono pagati in gran parte da privati. In Campania, insieme alla convenzione per accedere alla mensa universitaria, ti regalano uno sconto per il fast-food. A Genova l’università crea cattedre e indice bandi di concorso per professori finanziati da sponsor privati. Con benefici evidenti per la libertà di ricerca e di didattica e quindi per la corretta informazione di cittadini e consumatori!
E, mentre ad Adro si rimuovono i simboli leghisti, in Puglia la Provincia di Barletta-Andria-Trani istituisce lo sponsor privato per gli arredi scolastici, con tanto di logo aziendale su banchi, sedie e lavagne. Subito copiato dal Municipio I di Roma, a guida centrosinistra, che approva con delibera i banchi con il logo per la media Mazzini o per l’Istituto professionale Cattaneo, con l’aggravante di coprire l’iniziativa sotto il marchio “Sponsor etici”, verificati non si sa da chi e come, visto che il Comitato etico all’uopo creato da Veltroni non è mai stato rinnovato da Alemanno, in violazione del regolamento comunale sulle sponsorizzazioni.
Insomma, avremo un diritto allo studio per chi se lo può pagare o, se va meglio, un diritto a studiare ciò che interessa a chi paga. A meno che l’Onda del 2009, rifluita senza lasciare tracce durature, non si trasformi presto in un vero e proprio “Tsunami democratico” che spazzi via il governo Berlusconi e i suoi piccoli imitatori sedicenti di sinistra. Altrimenti saranno loro a spazzare via ogni bene comune, a partire dall’acqua e dal sapere, e con essi il nostro futuro.

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