martedì 21 settembre 2010

Export d’Italia


fonte: www.terranews.it

Curioso Paese, il nostro. Siamo gli unici in Europa a sanzionare, come delitto, il traffico illecito di rifiuti. Siamo i primi, meritoriamente, per numero di sequestri effettuati alle dogane. Abbiamo la fortuna di avere, accanto alle associazioni ambientaliste, importanti consorzi industriali, come Polieco, concretamente impegnati nella denuncia delle attività illegali. E cosa accade?
 
Invece di fare tesoro di queste esperienze e rafforzare, ancora di più, i sistemi di controllo, pretendendo che l’Unione europea faccia altrettanto, il governo, per iniziativa del ministero dell’Ambiente, rischia di facilitare la vita dei trafficanti di rifiuti. è questo il senso dell’allarme raccolto da Terra per una norma contenuta in uno schema di decreto che oggi sarà al centro delle audizioni decise dalla commissione Ambiente della Camera. In sintesi: il decreto prevede la possibilità di affidare i rifiuti a una figura, quella dell’intermediario, spesso al centro delle indagini sui traffici illegali.
 
E' un tipo d’imprenditore di cui non c’è traccia nelle direttive comunitarie: non ha impianti di trattamento né società di trasporto. Compra e vende rifiuti. Se opera all’interno dei confini nazionali è, perlomeno, soggetto al nuovo sistema di tracciabilità, il cosiddetto Sistri. Ma se li esporta? Chi lo controlla? In teoria, entro sei mesi dovrebbe essere comunicato alla Regione l’avvenuto trattamento dei rifiuti in un impianto autorizzato. Ma ve lo immaginate il fax che parte, ad esempio, da Hong Kong (una delle mete principali degli attuali traffici) in cui si certifica che una società del Guandong, in Cina, ha davvero trattato quei rifiuti esportati da una società di intermediazione?
 
Oggi, il sistema di controlli e le autorizzazioni di cui debbono disporre i soggetti che gestiscono rifiuti consentono, faticosamente, a chi indaga di scoprire il trucco: codici d’identificazione (in sigla Cer) falsificati, documenti doganali taroccati; merci prodotte con quei rifiuti contaminati, soprattutto materie plastiche, che rientrano illegalmente in Italia; forti interessi della criminalità organizzata nostrana (in particolare camorra) e globale (soprattutto cinese).
 
Domani, se queste norme dovessero essere approvate, la possibilità di controllare questi flussi illegali sarebbe compromessa. Che senso ha? E’ il caso di rimediare.

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