giovedì 23 settembre 2010

Rom, il capro espiatorio


di Raffaele Langone

In senso figurato, un “capro espiatorio” è qualcuno a cui è attribuita tutta la responsabilità di malefatte, errori o eventi negativi e deve subirne le conseguenze ed espiarne la colpa. La ricerca del capro espiatorio è l’atto irrazionale di ritenere una persona, un gruppo di persone, o una cosa, responsabile di una moltitudine di problemi.
La ricerca del capro espiatorio è un importante strumento della propaganda: ad esempio, gli Ebrei vennero individuati dalla propaganda nazista come fonte del collasso politico e dei problemi economici della Germania.
La ricerca del capro espiatorio è spesso più devastante quando viene applicata a un gruppo di minoranza, perché questo trova difficile difendersi dalle accuse. Una tattica spesso impiegata è quella di caratterizzare un intero gruppo di individui per la condotta non etica o immorale di un piccolo numero di appartenenti a tale gruppo.
Tra i gruppi usati come capri espiatori nel corso della storia troviamo i negri, gli immigranti, i comunisti, i capitalisti, i “terroni“, le “streghe“, le donne, i poveri, gli Ebrei, i lebbrosi, gli omosessuali, i tossicodipendenti, i disabili e gli zingari.

Nelle società industrializzate, l’uso dei tradizionali gruppi di minoranza come capri espiatori viene sempre più malvisto. Portato all’estremo, questo può produrre delle regole sociali riguardanti il linguaggio, come nel caso del politically correct.
La ricerca del capro espiatorio si applica anche alle organizzazioni. Ad esempio, grandi imprese o governi vengono visti da alcuni come responsabili di un numero esagerato di problemi sociali. Il politically correct potrebbe essere un fattore determinente nello sviluppo di tali credenze riguardanti le grandi imprese, in particolare dove un senso di tolleranza altamente sviluppato nei confronti delle minoranze tradizionali si scontra con il bisogno continuo (e spesso ingiustificato) di dare la colpa a qualcuno.
Nelle sue opere, l’antropologo francese René Girard ha sviluppato una teoria completa sul meccanismo di capro espiatorio, con implicazioni psicologiche, antropologiche, sociologiche, filosofiche e religiose.
Certo sembra che lo facciano apposta i Rom a essere un capro espiatorio perfetto. Sono sporchi, rubano, parlano idiomi incomprensibili fra di loro, vivono appartati in baraccopoli con condizioni igieniche ai limiti (e qualche volta anche oltre), fanno di tutto per rimenere impermeabili all’omologazione della cultura e dei comportamenti che vorremmo da tutti gli “ospiti” che vengono a vivere sul nostro territorio.
Insomma sono perfetti: sono il diverso su cui scaricare le ansie e le paure, e che ciclicamente tornano nell’occhio del ciclone grazie ai media e ai politici che cercano di distrarre l’attenzione dai problemi piu’ seri che non sanno o non vogliono affrontare.

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