mercoledì 5 maggio 2010

L'altro lato del buco nero

Lunedì scorso, verso le 19, mi trovavo su un volo Easyjet da Napoli a Venezia. Avendo avuto la fortuna di trovare posto accanto al finestrino, ho sfruttato l’occasione per osservare con la massima attenzione il cielo durante la porzione in quota del viaggio, allo scopo di valutare l’impatto della pesantissima, criminale attività di aerosol che avevo già notato sin dal giorno prima.

Ciò che ho visto è andato al di là delle mie peggiori aspettative. Ho persino difficoltà a descriverlo. Lassù, complice anche il sole al tramonto, mi sono trovato in un ambiente spettrale, talmente saturo da chissà quali schifezze particolate, che le “nuvole” intorno al velivolo, attraversate dai raggi solari, riflettevano sinistre iridescenze, mentre sopra di noi occasionalmente incrociava qualche tanker intento a dare il suo contributo personale a quello scempio. Una delle cose che mi ha maggiormente colpito è la scarsa visibilità, dovuta a questa innaturale foschia che ormai pare diventata la norma, in cielo e a terra. Per tutto il viaggio mi sono domandato che cosa mai sarebbe saltato fuori da un’eventuale analisi di campioni di quella atmosfera. Davvero nulla di buono, di questo sono assolutamente certo.

Non so se avete notato anche voi, ma l’accelerazione e la piega che hanno preso gli eventi è davvero impressionante: il Sistema, nella sua totalità e complessità, sta collassando ad una velocità esponenziale. Il sistema economico. Il sistema politico. Il sistema religioso. Il sistema sociale. Il sistema ambientale.
La tragedia petrolifera del Golfo del Messico si rivelerà senza dubbio la più immane catastrofe ecologica che la storia ricordi. Io penso che sarà anche l’ultima. Penso che le dimensioni di questo disastro saranno di proporzioni tali da innescare una riflessione profonda e un tardivo ripensamento del nostro attuale modello di società. Forse questo evento si rivelerà la classica ultima pagliuzza che spezzerà la schiena del perverso cammello dell’industria energetica e della relativa economia, perché un conto è una superpetroliera come la Exxon Valdez che devasta un intero ecosistema in una regione remota dell’Alaska, ben altro è quando un evento analogo si verifica in un’area vitale come il Golfo del Messico, andando a colpire numerosi stati e milioni e milioni di cittadini del paese che più di ogni altro ha favorito e spinto per lo sviluppo di un’economia basata sul petrolio, col suo corollario di inquinamento e di morti, diretti e indiretti. Sembra quasi la manifestazione karmica del lento ma inesorabile ritorno di quanto si è seminato.
"Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.”
Toro Seduto
L’aspetto davvero preoccupante della questione è l’improvviso e concomitante innalzamento della tensione fra Iran e paesi occidentali, con gli USA in prima fila ad alzare i toni delle minacce evocando addirittura l’uso della flotta stazionata nel Golfo Persico. Quale miglior modo per distrarre l’attenzione dall’immane disastro che si sta verificando in casa propria se non quello di provocarne un altro addirittura maggiore in qualche altra parte del mondo? E mentre si affilano le armi, niente di meglio che seminare il panico col solito, provvidenziale, ridicolo, fallito attentato terroristico, naturalmente a New York, città simbolo del sacrificio nella guerra al Terrore…

C’è un disegno che illustra magnificamente la situazione. Il testo recita più o meno: “accomodatevi pure, tanto lo fanno tutti.”

subgenius

In attesa che il mondo si converta alla free-energy e a un nuovo modello economico e sociale, vi annuncio che insieme a Nikola Duper, brillante divulgatore nonché uno dei migliori amici che mi capiti di frequentare su questo pianeta afflitto, stiamo lavorando a un format video che posteremo periodicamente in rete, con l’intento di mettere in comune il nostro lavoro informativo aggiungendoci le reciproche riflessioni, condite da quel sano, inguaribile buonumore che ci contraddistingue.
Attenti a quei due...

fonte : http://www.nexusedizioni.it



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