venerdì 10 settembre 2010

Il dramma di Chiaiano

Stefano Erbaggio (Terra Campania)-www.terranews.it

MOBILITAZIONE. Nei giorni scorsi si è tenuta l’ennesima manifestazione di protesta contro la discarica.
Mercoledì 8 settembre, nel quartiere di Chiaiano, si è svolta l’ennesima manifestazione contro la discarica costruita al suo interno distruggendo un bosco. In una sua relazione, il professor Gerardo Ciannella, dirigente del Servizio di Medicina Preventiva all’ospedale “Monaldi”, spiega che «Chiaiano era il quartiere più salutare dell’intera città di Napoli, con il più alto indice di longevità e con la incidenza maggiore, per cause di decesso, delle malattie degenerative senili e delle epatopatie e non dei tumori, come oggi».

Probabilmente questi tumori sono dovuti ai depositi (illegali e non) di amianto ritrovati nel quartiere e risalenti agli ultimi decenni. L’aumento di morti per tumore, causati dalla discarica, non sarà dimostrabile, visto che in questa zona l’incidenza di questo male è già altissima. La seconda discarica aperta dall’allora commissario Bertolaso è a Terzigno: nel Parco Nazionale italiano più piccolo, quello del Vesuvio, ma sottoposto al più alto numero di vincoli europei. Immondizia in un Parco Nazionale che convive con un’altissima densità abitativa?


Le conseguenze di questo folle atto sono devastanti per la Biodiversità del parco (area tutelata come Sic e Zps) e sulla salute dei cittadini. L’uva che cresce attorno alla discarica è inquinata, ma è utilizzata lo stesso per produrre il famoso e pregiato “Lacryma Christi”. Le proteste non si sono fermate quando Bertolaso ha deciso che l’emergenza rifiuti non esiste più: continuano oggi con assemblee pubbliche, manifestazioni di piazza e azioni di sensibilizzazione nei confronti della popolazione campana e delle istituzioni europee.

Bisogna sapere che l’Europa ha stanziato 135 milioni di euro per le bonifiche in Campania, ma finché non sarà presentato un piano decente, questi fondi resteranno bloccati. Romano, assessore all’Ambiente, ha promesso un piano di cui non si vede l’ombra, anzi ha intenzione di allargare le suddette discariche. Infatti sono quasi esaurite. Tutto questo nell’omertà dei media nazionali. Nel silenzio generale, pochi parlano delle disfunzioni del termovalorizzatore di Acerra, presentato come un gioiello tecnologico, che però non funziona.

Il Governo ha imposto al 50% il limite minimo di raccolta differenziata, senza esigere nessuna percentuale di riciclaggio: oggi i rifiuti differenziati sono mischiati agli indifferenziati all’interno delle discariche. Non è possibile trovare alcuna coerenza nella gestione Bertolaso e in tutti i vari provvedimenti straordinari che hanno ignorato, per 16 anni, il diritto alla salute dei cittadini campani. Il metodo è sbagliato: la prevenzione è il miglior modo per evitare la cura, la cultura e la consapevolezza giocano un ruolo fondamentale.

La provincia di Napoli è la zona del mondo che vanta la più alta produzione di rifiuti per unità di superficie, ma nulla si fa per diminuire questa produzione. Si potrebbero razionare gli imballaggi, limitare “l’usa e getta”, imporre un sistema d’impianti decente che vada oltre gli ormai antiquati inceneritori. «Ci sarà una crisi - commenta Angelo Genovese, professore di Zoologia all’università Federico II e attivista di Terzigno - ma quando lo riterranno opportuno. Non interporranno barricate di rifiuti tra gli elettori ed i seggi».

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