giovedì 2 settembre 2010

La proliferazione nucleare e la bancarotta della ragione umana

fonte: http://www.terranews.it

La questione dell’arricchimento dell’uranio nella centrale iraniana e la reazione dell’occidente mostrano tutta l’ipocrisia delle leadership nella gestione dei rapporti di potere tra Stati. Tremila satelliti militari di nazionalità russa e statunitense sono in orbita militarizzando lo spazio anche se i trattati internazionali lo vietano. Nell’era della globalizzazione il dominio dello spazio extratmosferico e del cyberspazio determinano la moltiplicazione della potenza politica e militare.

Al multipolarismo necessario e auspicato si sta imponendo il bipolarismo Usa-Cina. In tale situazione timide reazioni vengono mostrate verso una Cina che ha realizzato il Dong Feng-5, un missile a propellente liquido, in grado di percorrere 13.000 km con una singola testata di multi-megatoni (milioni di tonnellate di tritolo equivalente). La Cina ha inoltre fornito assistenza in passato per la costruzione del reattore pachistano che produce plutonio per le bombe a Khushab. Potenze nucleari che non hanno mai firmato il Trattato di Non Proliferazione sono l’India, il Pakistan e Israele.

Ogni scenario politico serio non esclude...
una guerra nucleare tra India e Pakistan. Israele fu aiutato dai francesi per costruire il reattore a Dimona nel deserto del Nigev. Un tecnico di nome Mordechai rivelò che Israele possedeva un arsenale di 200 ordigni. Il missile più avanzato (Shahab III) posseduto dall’Iran ha una gittata presunta di 1300 Km in grado di colpire Israele ma non è scontato che l’Iran possa costruire una bomba nucleare “piccola” (750 Kg) da poter essere montata sul Shahab III. Il rilancio del nucleare dovrebbe far riflettere sul legame nucleare civile e militare costituito dalla tecnologia dell’arricchimento dell’uranio e del ritrattamento del combustibile nucleare per l’estrazione del plutonio.

A Hiroshima una bomba di “appena” 20 Kton di tritolo equivalente scoppiò a 500 metri dal suolo. Una sfera d’aria surriscaldata iniziò a espandersi raggiungendo il diametro di 100 metri e poi si formò una nube che raggiunse il diametro di 5 km. Una superficie di 15 km quadrati venne distrutta. L’onda esplosiva si espanse fino a 15 Km dall’epicentro detto ground zero mentre sul suolo sotto l’esplosione la temperatura raggiunse i 3000 gradi. A una distanza di un km la temperatura era pari a 1800 gradi. Morirono 140.000 persone e altre 70.000 dopo due anni!

Oggi nel tempo del confronto per il controllo delle risorse sempre più scarse su un pianeta da 7 miliardi di persone, la proliferazione e lo smantellamento degli arsenali nucleari diventa il problema centrale per la sicurezza del Pianeta. L’arsenale nucleare mondiale è sceso da circa 69.000 testate del 1986 alle 22.000 testate del 2010 ma le potenze nucleari si sono dimostrate riluttanti sul bando totale dei test nucleari (Ctbt, Comprehensive Test-Ban Treaty).

Gli Usa si sono rifiutati di ratificare questo Trattato firmato da 152 Paesi ma ratificato da 21 su 44 Stati in grado di realizzare ordigni nucleari.

Contemporaneamente la ricerca di armi di nuova concezione assorbe miliardi di risorse d’investimenti: superlaser, nuove mini bombe a fissione, superesplosivi a idrogeno metallico congiuntamente alla mai utilizzata bomba a neutroni e alla bomba nucleare rappresentano la bancarotta della ragione umana.

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