giovedì 4 novembre 2010

Militarizzare le Frontiere dell'UE

tratto da: www.vocidallastrada.com
Il numero degli immigrati che cercano di varcare la porosa frontiera turco-greca si è quadruplicato durante l’anno scorso. Di fronte all’incapacità del governo ellenico di far fronte alla situazione, la Frontex, l’agenzia destinata a controllare le frontiere estere dell’UE, intende dispiegare nelle prossime ore guardie armate nella regione.
di Ian Traynor - Helena Smith

Il nuovo contingente di guardie armate europee arriverà presto in Grecia con l’obiettivo di pattugliare la sua frontiera con la Turchia, nel tentativo di fermare l’incessante flusso di immigrazione clandestina in Europa. Questo dispiegamento a carico delle Squadre d’Intervento Veloce nelle Frontiere, formato da vigilanti delle frontiere armati provenienti da vari paesi europei, sarà la prima azione di dispiegamento multinazionale di unità armate che porta avanti Bruxelles nei territori limitrofi esterni dell’UE.
Queste squadre hanno previsto il loro arrivo in Grecia in pochi giorni, secondo quanto ha annunciato la Commissione Europea  il 25 ottobre, anche se ancora non è stato deciso il numero preciso di truppe nè la loro composizione. Un funzionario della Commissione ha commentato: “Questo è un nuovo fronte. Le squadre sono armate, ma potranno usare le armi solo in difesa propria”.

Di fronte alla fretta della Grecia di far fronte alle centinaia di immigrati che entrano nel paese ogni giorno attraverso un' inospitale e non controllata regione vicina alla frontiera con la Turchia e alla città di Edirne, Atene ha reclamato l’aiuto di Bruxelles lo scorso fine settimana. “I flussi di persone che attraversano in modo illegale la frontiera hanno raggiunto proporzioni allarmanti”, afferma Cecilia Malmstrom, Commissaria europea per gli Affari Interni. “La Grecia è manifestamente incapace di controllare la situazione da sola”.

Una strada abituale
Circa 8 su 10 degli immigrati che sono entrati in Europa quest’anno sono arrivati in Grecia attraverso la Turchia, secondo Bruxelles. Alcuni sono immigrati economici clandestini, alla mercè delle bande di trafficanti di persone; molti di loro sono cittadini iracheni e afgani che chiedono asilo politico e il cui trattamento da parte delle autorità greche è considerato insostenibile da parte delle Nazioni Unite e l'UE. “E’ una situazione terribile” ha affermato il funzionario. “Attualmente, i greci non possono controllare questa situazione. E’ un piccolo paese che sta affrontando un’enorme pressione”.

Quest’anno, il numero di immigrati in Grecia si è quasi quadruplicato fino a raggiungere i 34.000 rispetto ai 9.000 dell’anno scorso. Per gli afgani, come il giovane Ahmad Fahim di 15 anni, la via verso l’Europa attraverso la Grecia è molto comune. Questo ragazzo, proveniente della città afgana orientale di Jalalabad, ha viaggiato in autobus fino alla frontiera afgano-iraniana e dopo ha attraversato a piedi tutto l’Iran guidato dai trafficanti, che lo hanno portato fino alla Turchia; da qui, è riuscito ad arrivare fino alla costa di fronte all’isola greca di Mitilene. “Mi ci sono voluti 4 mesi ed ho dovuto pagarr 1.500 dollari (1.076 euro) ai contrabbandisti”, afferma Ahmad. “Ci facevano male i piedi. Ma per tutto il tempo pensavo all’Inghilterra, dove vivono i miei parenti. Le condizioni in Grecia erano terribili. Nella centrale di polizia siamo stati detenuti 20 persone in una cella immonda. E prima di lasciarci hanno picchiato a Fahimullah perché ha detto che non stava bene”.

Matthew, di 22 anni proviene dal Congo, ci racconta: “Mio padre mi ha insegnato a pregare. Quando sono partito per questo viaggio verso l’Europa, ho pregato molto ed ho ringraziato mio padre in molte occasioni. La guardia costiera greca ha distrutto la nostra barca quando cercavamo di attraversare e ci hanno ricondotto in Turchia deliberatamente. Si scatenò una tempesta e nessuno di noi sapeva nuotare. Quasi affogavamo”.

La Grecia resta esposta
Secondo le Nazioni Unite, nove su dieci degli arresti di immigrati clandestini che hanno avuto luogo quest’anno in Europa sono stati realizzati in Grecia. Manfred Nowak, il relatore dei Diritti Umani dell’ONU, ha visitato di recente Atene e si è incontrato con i richiedenti asilo incarcerati in condizioni “disumane e degradanti”.  
  • “Alcune strutture sono sature di persone e sono talmente oscure e sporche che ci è risultato difficile rimanere lì con i detenuti. Siamo dovuti uscire perché non potevamo respirare”, afferma Nowak.
Durante l’anno scorso, Bruxelles e i governi dell’UE si sono riuniti per fermare il fenomeno dell’immigrazione nel Mediterraneo e chiudere le rotte dei trafficanti verso la Spagna, Italia e Malta, mobilitando le loro pattuglie marittime. Allo stesso modo, in una decisione molto discutibile, sono arrivati accordi con il colonello libico Muammar Gheddafi per far ritornare gli immigrati ai loro paesi d’origine. Va ricordato che qualche anno fa la Libia era una via di transito per persone provenienti da Africa e Medio Oriente.

Una frontiera senza controllo
La chiusura di queste rotte ha lasciato la Grecia esposta a migliaia di immigrati procvenienti dal Pakistan, Afghanistan, Iraq, Iran e Africa che arrivano al paese ellenico attraverso la Turchia. Il ministro greco della Protezione Civile, Christos Papoutsis, ha affermato lo scorso fine settimana:
  • “Abbiamo notato ogni giorno un massiccio afflusso di immigrati al confine tra Grecia e Turchia composta di cittadini di paesi terzi che tentano di entrare illegalmente nel paese per poter accedere a altri paesi dell'Unione europea."
Si afferma che circa 25 richiedenti di asilo iraniani stanno facendo uno sciopero della fame- alcuni si sono addirittura cuciti la bocca- per protestare contro il trattamento ricevuto dalle autorità greche e sul rifiuto di considerare le richieste di asilo.

Si dice anche che una regione di più di undici chilometri che si estende lungo la frontiera esterna dell’UE, vicino alla città greca di Orestiada, si trova completamente aperta e senza controlli. Gli immigrati entrano a centinaia al giorno, nonostante il terreno presenti serie difficoltà. Inoltre, la crisi peggiora quando altri paesi dell’UE inviano i loro immigrati clandestini, arrestati, di nuovo in Grecia sotto la normativa prevede che questi devono essere rimandati al paese dal quale sono entrati nell’UE.


Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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