sabato 23 aprile 2011

Bahrein, urla del silenzio

Christian Elia
 
Amnesty denuncia arresti di massa, mentre continua l'indifferenza internazionale

Secondo Amnesty International sono più di 500 le persone arrestate nelle ultime settimane in Bahrein. Quasi tutti sciiti. A febbraio l'emirato del Golfo è esploso; il fragile equilibrio sul quale la dinastia sunnita degli al-Khalifa ha basato il potere assoluto a scapito della maggioranza sciita è andata in pezzi, come il monumento della Perla.
Sorgeva nella capitale Manama, al centro di un grande incrocio sempre trafficato, ma occupato dai dimostranti il 21 febbraio scorso.
I violenti scontri tra la polizia e i dimostranti, non solo sciiti, ne hanno fatto il simbolo della protesta. La famiglia reale, furiosa, l'ha fatta abbattere. Rendondo, come spesso accade, ancora più simbolico quel luogo che celebrava la prima, storica, fonte di reddito del Paese prima dell'avvento dei prodotti finanziari e degli idrocarburi.

La repressione continua. Prima della denuncia d Amnesty, dieci giorni fa, era stato il quotidiano britannico The Indipendent a denunciare che almeno trenta medici del Bahrein sono stati fermati e percossi dalle forze di sicurezza del Paese per aver soccorso i dimostranti feriti dalla polizia negli scontri. Il quotidiano britannico è venuto in possesso di una serie di email inviate da un medico locale a un suo collega britannico in cui si parla di dottori arrestati mentre stavano operando o perché sorpresi in lacrime sul corpo di un manifestante ucciso.
Molti di questi medici sono scomparsi. Lo stesso autore delle email, un primario dell'ospedale Salmaniya, è stato arrestato e interrogato all'interno del quartier generale della polizia. Da allora è sparito nel nulla e non si hanno più notizie sulla sua sorte. Ieri, presso un tribunale militare, è iniziato il processo a Abdul-Hadi al-Khawaja, attivista sciita, ritenuto dal governo uno degli ispiratori delle proteste. Zainab, la figlia di Abdul-Hadi, ha iniziato il giorno dell'arresto uno sciopero della fame durato sette giorni, al termine dei quali è stata ricoverata e ha dovuto riprendere l'alimentazione. La sua era una manifestazione di protesta contro la decisione del regime del Bahrain di arrestare suo padre, suo zio, suo marito e suo cognato.
Zainab e suo padre sono diventati simboli della ribellione in Bahrein, almeno quanto Ayat al-Ghermezi. Venti anni, poetessa, nota per alcuni componimenti contro il governo di Manama. E' stata uccisa dopo essere stata arrestata e violentata dalle forze governative. Secondo fonti dell'opposizione, Ayat dopo aver letto i suoi brani in piazza ha iniziato a ricevere insulti, lettere ed e-mail intimidatorie.

Secondo quanto spiega la sua famiglia, una volta recatasi dalla polizia a riferire delle minacce ricevute, è stata insultata anche dai funzionari. Alla fine di marzo le forze di sicurezza hanno effettuato due incursioni a casa sua, minacciando la sua famiglia affinché fornisse informazioni su Ayat, minacciando che, in caso di silenzio, avrebbero "distrutto la casa con le proprie mani, come ordinato da funzionari di alto grado". Di lei non si sono avute più notizie, tranne una telefonata anonima, a metà aprile, che informava la famiglia che la ragazza si trovava - in come - nell'ospedale dei militari di Manama. Dove poi è morta.
Dal 13 marzo la crisi del Bahrein è diventata internazionale. L'Arabia Saudita ha inviato mille militari, su richiesta di Manama, per sopprimere la rivolta popolare. Stando alle fonti locali, decine di persone sono state uccise e in centinaia sono state arrestate durante la repressione da parte del governo delle manifestazioni pacifiche. Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno inviato 500 poliziotti e il Kuwait un piccolo contingente di marina.

Teheran, paladina dei diritti degli sciiti nel mondo, ha rapporti sempre più tesi con l'Arabia Saudita, mentre si susseguono manifestazioni degli sciiti contro la repressione. Tutto questo accade mentre Nick Clegg, vice premier britannico, ha risposto alla Camera di Londra che a suo avviso ''non c'è nessun parallelo possibile tra la situazione libica e quella in Bahrein. Un conto è intervenire dopo anni di regime e vessazioni, un altro farlo durante moti di piazza''. Clegg ha dimenticato di dire che i due regimi, entrambi al potere da più di quarant'anni, hanno represso nello stesso modo nemici differenti. Entrambi, però, con l'aiuto della Gran Bretagna e dell'Europa.

http://it.peacereporter.net/articolo/28134/Bahrein%2C+urla+del+silenzio

10 commenti:

  1. La gioia di Cristo risorto scenda nel tuo cuore donandoti pace e serenità. Buona Pasqua!!!

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  2. Grazie Stella! Ricambio con grande affetto ^_^
    Ti abbraccio.
    Namastè

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  3. Notizie tremende che sconvolgono ma lasciano indifferenti molti componenti dell'ONU.

    Ringrazio e contraccambio i tuoi auguri.
    Un abbraccione,
    aldo.

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  4. Ciao Aldo hai proprio ragione, ma purtroppo l'ONU è manovrato e ricattato dalle grandi potenze, che ritengono il Bahrein un sicuro alleato e chiudono gli occhi su qualsiasi bruttura interna :-((

    Di nuovo auguri (anche di pronta guarigione) :-))
    Baciotti.
    Namastè

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  5. Rosa, quanta indifferenza, quanto odio...
    Per quanto è possibile, buona Pasqua. In Cristo la nostra speranza.

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  6. Grazie Sonia! Sì manteniamo viva la speranza... serena Pasqua anche a te!

    Un abbraccione ^_^
    Namastè

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  7. Buona Pasqua, cara Rosa! Con la speranza che la Pasqua sia davvero una Rinascita.
    Ciao, ti abbraccio con affetto,
    Lara

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  8. Grazie Lara! Mi unisco alla speranza di rinascita :-)
    e ricambio l'abbraccio e l'affetto!

    Namastè

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  9. AUGURONI DI BUONA PASQUA
    guarda il link http://cartolineparlanti.auguri.it/template/_zoom_flash_cp.htm?immagine=pasquab005_cp.swf

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  10. GRAZIE ERBORISTA!!! Ma che carino....tanti auguri anche a te...Buona Rinascita e un abbraccione!

    Namastè

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