martedì 29 giugno 2010

Vaccini e la suina: business miliardario


Vaccini e la suina: business miliardario

by Sepp Hasslberger

Sembra ormai lontano, il tempo della campagna isterica contro l'influenza suina e l'H1N1 che ha portato scompiglio nelle nostre case e miliardi nelle casse di Big Pharma. Però, se vogliamo armarci per meglio difenderci dalla prossima bufala, che sicuramente arriverà, bisogna rivisitare le passate vicissitudini e trarne le dovute deduzioni.

"Alla luce dei dati forniti dall’O.M.S. è chiaro che i casi di influenza suina non sono sufficienti a definire il contagio come pandemia," disse l'On. Domenico Scilipoti in un comunicato nel settembre del 2009. L'Onorevole poi chiese al Ministro della Sanità "se non sarebbe stato meglio utilizzare dei rimedi più naturali, stimolando così in modo non invasivo le difese immunitarie delle persone, invece di effettuare una campagna di vaccinazione tanto capillare." Ci ricordò ancora che "il vaccino utilizzato per la presunta influenza suina "epidemica" del 1976 ha causato la morte di 2000 persone ed in seguito è stato ritirato dal commercio, dopo aver ampiamente arricchito le case farmaceutiche."

Sembra che non abbiamo imparato nulla da ciò che è successo tra il 1976 e il 2009. Le autorità sanitarie di tutto il mondo sono ancora una volta cadute nella trappola tesa da chi voleva guadagnare miliardi sulla nostra pelle. Il business cominciò con la vendita di un farmaco largamente inefficace, il famigerato Tamiflu (oseltamivir), del quale i governi, quello italiano incluso, comprarono milioni di dosi. Le vendite dei farmaci antivirali per influenza sono quintuplicate rispetto all'anno precedente: hanno raggiunto un totale di 4,2 miliardi di dollari, 3,1 miliardi dei quali per il Tamiflu svizzero Roche.

Poi fu la volta del vaccino, preparato in fretta e furia e venduto ai governi come unico mezzo per evitare la catastrofe. Non era possibile sperimentarlo per accertarne né l'efficacia né l'innocuità, ma questo è un piccolo dettaglio del quale non si parla nelle comunicazioni ufficiali. Tanto, era stato proclamato il massimo livello di allerta e poi ... i vaccini erano raccomandati dall'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Salute. Le vendite di vaccini dovute alla "pandemia" H1N1 sono state stimate in circa 12 miliardi di dollari.

C'era solo un problema. La pandemia non ci fu e il pubblico non si fidò delle raccomandazioni a vaccinarsi tutti. Così, centinaia di milioni di dosi del vaccino H1N1 non sono stati usati e giacciono tuttora nelle celle frigorifere della Croce Rossa, aspettando la nuova stagione influenzale quest'autunno, oppure la richiesta di un paese che ne abbia bisogno - chissà per quale ragione. Questo però fa poca differenza per le case farmaceutiche. Ormai loro hanno venduto e incassato.

Corruzione all'OMS?

Nell’ottobre del 2009, il professore olandese Albert Osterhaus, uno dei massimi esperti dell'OMS sul tema influenza, fu accusato di aver avuto contatti a livello economico con delle case farmaceutiche, case che avevano tutto l'interesse che venisse dichiarato uno stato di una pandemia per poi vendere vaccini ai vari governi. Osterhaus, chiamato anche il "Dr. Flu" (Dottor Influenza) era già nell’occhio del ciclone per altre epidemie o quasi, la SARS e l'influenza dell’aviaria. In ogni caso ha spinto un intervento vaccinale e lo stoccaggio dei farmaci antivirali, a tutto vantaggio delle case farmaceutiche amiche.

Il caso del Dottor Influenza si poteva ancora contenere asserendo che "tutti i massimi esperti lavorano con le case farmaceutiche" e "non c'è nessun conflitto d'interessi", come se gli esperti farmaceutici fossero in qualche modo al di sopra dei comuni mortali e non subissero nessuna pressione dovuta agli onorari ricevuti. Nell'aprile del 2009, Osterhaus è stato uno degli esperti che scoprirono un caso di influenza a La Gloria, piccolo villaggio messicano nello stato del Vera Cruz.

Secondo l'autore William Engdahl, "con una fretta fuoriluogo, l'apparato propagandista dell'OMS" entrò in azione con il suo Direttore Generale, Dottor Margaret Chan, facendo dichiarazioni sull'eventuale minaccia di una pandemia a livello mondiale. Chan evocò "l'urgenza di salute pubblica sul livello mondiale", sebbene i sintomi non furono gravi e i casi di malattia erano situati in un contesto di condizioni d'igiene disastrose a causa della concentrazione, nella zona, di mega allevamenti di suini. Così "la suina" ebbe il suo inizio.

Engdahl continua il sui articolo, illuminando alcuni retroscena:

L'11 giugno 2009, Margaret Chan annunciava che la propagazione del virus dell'influenza H1N1 aveva raggiunto il livello 6 dell' “urgenza pandemica”. Curiosamente, in occasione di quest'annuncio precisava che “secondo le informazioni disponibili fino ad ora, una maggioranza schiacciante di pazienti sentono dei sintomi benigni; il loro ristabilimento è veloce e completo, la maggior parte delle volte ricorrendo a un trattamento medico”. Prima di aggiungere: “A livello mondiale, il numero di decessi è poco importante, non ci aspettiamo di vedere una crescita improvvisa e spettacolare del numero di infezioni gravi o mortali”.

Si scopriva più tardi che Chan aveva agito in seguito ad alcuni dibattiti febbrili all'OMS, seguendo i consigli del Consultivo strategico del gruppo di esperti (SAGE, Strategic Advisory Group of Experts). Uno dei membri del SAGE all'epoca, e ancora oggi, è il nostro “Signor Influenza”, il dottor Albert Osterhaus.

Osterhaus non occupava solo una posizione strategica per raccomandare all'OMS di dichiarare l' “urgenza pandemica” e incitare al panico, ma era anche il presidente di un'organizzazione in prima linea sull'argomento, il Gruppo di lavoro scientifico (ESWI, European Scientific Working group on Influenza), che si definisce come un “gruppo multidisciplinare di leaders d'opinione sull'influenza, il cui scopo è lottare contro le ripercussioni di un'epidemia o di una pandemia influenzale”. Come spiegano i suoi stessi membri, l'ESWI guidato da Osterhaus è il perno “tra l'OMS a Ginevra, l'Istituto Robert Koch a Berlino e l'Università del Connecticut negli Stati Uniti”.

La cosa più significativa riguardo l'ESWI è che il suo lavoro è completamente finanziato dagli stessi laboratori farmaceutici che guadagnano miliardi grazie all'urgenza pandemica, mentre gli annunci fatti dall'OMS obbligano i governi di tutto il mondo a comprare e immagazzinare vaccini. L'ESWI riceve finanziamenti dai fabbricanti e dai distributori di vaccini contro l'H1N1, come Baxter Vaccines, MedImmune, GlaxoSmithKline, Sanofi Pasteur e altri, tra cui Novartis, che produce il vaccino e il distributore del Tamiflu, Hofmann-La Roche.

Nel Gennaio 2010 l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa iniziò una indagine per accertare perché l'OMS aveva dichiarato una pandemia a livello mondiale sulla base di pochi casi di un'influenza relativamente benigna. Il Dottor Wodarg, parlamentario e capo della Commissione Sanità dell'assemblea, aveva fatto delle domande importanti:

- perché in giugno del 2010 è stata modificata la definizione di "pandemia" usata dall'OMS? - perché degli additivi nel vaccino contro la pandemia sono stati brevettati? - i funzionari ricevettero "incentivi" per la loro collaborazione? - i dati sul numero dei casi di malattia furono manipolati?

Purtroppo il Dottor Wodarg perse le elezioni e dovuto alla sua assenza, l'iniziale entusiasmo per questa inchiesta venne a mancare e l'affare si concluse senza un esito decisivo.

Ultimo atto (per adesso) della tragicommedia suina: Il British Medical Journal, in un recente articolo, accusa l'OMS. Secondo il Journal, 'organizzazione ha saputo dei conflitti d'interesse dei suoi esperti ma non li ha dichiarati al pubblico. Anzi - ha tenuto e tuttora tiene segreta la composizione del suo task force di esperti sulle pandemie.

Vai a fidarti!

fonte: www.laleva.org

.

Nessun commento:

Posta un commento

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.