domenica 11 luglio 2010

In favore degli animali

Un po’ di numeri... Gli animali mangiati dagli umani
  • 48 miliardi ogni anno
  • 131 milioni ogni giorno
  • 5 milioni e mezzo ogni ora
  • 91000 ogni minuto
  • 1500 ogni secondo.

Mediamente, ogni umano carnivoro nel corso della sua esistenza mangia 1500 animali.

Senza contare pesci, molluschi e piccoli uccelli che si contano a peso e non a individui.

Che cosa pensereste di una persona che cattura una rondine, la chiude in una gabbia così piccola da non permetterle di aprire le ali e le taglia il becco? Un sadico? È proprio quello che fanno gli allevatori di galline ovaiole. L’apertura alare media di una gallina Leghorn è di 66 cm, ma lo spazio disponibile nelle gabbie degli allevamenti è di 15 cm. In queste condizioni diventano pazze e, per evitare che si ammazzino tra loro, gli viene tagliato il becco, senza anestesia. La produzione di uova produce morte e dolore.

Il numero di maiali del peso superiore a 320 chili mediamente alloggiati in uno spazio delle dimensioni di un letto matrimoniale negli allevamenti è: tre. Avete presente un ascensore strapieno? Quando manca l’aria e si è tutti appiccicati e si contano i piani sperando che il nostro arrivi il più in fretta possibile? Bene, ora provate a immaginare di trascorrere l’intera esistenza in quell’ascensore bloccato e buio. Perché? Perché qualcuno continua a mangiare prosciutto.

Quando camminano sul fondale marino, le coppie di aragoste congiungono le pinze, come due amanti che si danno la mano. Quando si incontrano passano una chela sui loro dorsi ruvidi per scoprire le loro reciproche età e la loro provenienza. Sono monogame e vivono oltre 50 anni. Le aragoste vengono ancora bollite vive nei ristoranti. I pesci non sono una massa informe da considerare a peso. Ogni pesce è un individuo dotato di sensibilità e intelligenza, proprio come tutti gli altri animali.

Motivo per il quale la carne di vitello è tenera: ai vitelli, per l’intera esistenza, viene impedito di muovere anche un solo passo. Motivo per il quale la carne di vitello è bianca: i vitelli vengono tenuti bloccati da una cortissima catena e alimentati con una dieta che provoca forti anemie. Una dieta composta da una brodaglia salatissima. Il vitello, non potendo bere, la mangerà in continuazione nella vana speranza di dissetarsi. Raggiungerà, così, in breve tempo il peso necessario per essere macellato.

I risultati di studi scientifici sempre più precisi (iniziati con Darwin dalla seconda metà dell’800 fino ai giorni nostri) dimostrano, al di là di ogni dubbio, che gli animali provano le emozioni più primitive come rabbia, paura, tristezza, gioia. Ma anche quelle più elaborate come vergogna, nostalgia, gelosia, impazienza. Sanno divertirsi, annoiarsi e commuoversi. Fingere che questo non sia vero significa cancellare scienza, sensibilità, empatia, razionalità, intelligenza.

Che cosa evoca la parola cucciolo? Tenerezza? Simpatia?Amore?


La maggioranza degli animali che si mangiano sono cuccioli. Gli animali, infatti, devono ingrassare ed essere macellati in tempi brevissimi per avere il massimo tornaconto economico. Per produrre latte una mucca deve partorire, il cucciolo le verrà strappato, verrà alimentato forzatamente per 6 mesi e poi verrà macellato. Anche la mucca, dopo 4/5 anni di sfruttamento intensivo subirà la stessa sorte. La produzione di latte prevede morte e crudeltà.

La nutrizione forzata è una tecnica basilare per far ingrassare rapidamente un animale. Nel caso di anatre e oche allevate per il patè, avviene con un tubo che immette nel loro esofago mais, grasso e sale in grandi quantità per 3 volte al giorno. È come costringere un umano a mangiare 15 chili di spaghetti al giorno, naturalmente dopo averlo rinchiuso in una gabbia dove non riesce neanche a girarsi. 25 milioni di anatre e oche vengono sottoposte, ogni anno, a questa tortura.

I pesci hanno un sistema nervoso e, ovviamente, provano dolore e sofferenza. Secondo uno studio olandese, un pesce sventrato impiega dai 25 ai 65 minuti per perdere ogni sensibilità. Un pesce fatto asfissiare fuori dall’acqua, invece, dai 55 ai 250 minuti. Per i pesci cacciati nei mari l’agonia inizia quando si tirano le reti dall’acqua. Negli allevamenti si usa il dissanguamento che genera convulsioni e spasmi fino alla fine. Le trote vengono lasciate morire di asfissia, alcune si riprendono nel momento dell’eviscerazione.

Circa il 90% degli animali che viene mangiato vive la sua esistenza negli allevamenti e in atroci condizioni. Chi pensa ad una gallina o ad un’oca che prende il sole nell’aia della fattoria è decisamente fuori strada. L’etichetta galline allevate a terra indica che vivono in immensi capannoni sempre illuminati e dall’aria irrespirabile e che vengono macellate dopo 2 anni. Anche negli allevamenti biologici all’aperto, le galline sono costrette a vivere insieme a migliaia, non possono formare famiglie e vengono macellate dopo 2 anni di prigionia.

Il primo passo da compiere per andare incontro agli animali e alle loro immani sofferenze, è quello di cambiare, subito e senza attendere il famoso momento giusto che non arriva mai, la propria dieta eliminando tutti i prodotti animali (carne, pesce, uova e latticini). Gli altri passi avverranno naturalmente. Si sentirà il bisogno di condividere la propria consapevolezza portando informazioni, aderendo alle iniziative vegan e attivandosi per i diritti di tutti gli animali.

Provate a immaginare

Provate a immaginare il galoppo libero e sfrenato di un cavallo che vola verso l’orizzonte infinito, che schizza acqua di mare su una battigia deserta mentre il sole manda i suoi ultimi raggi.
Se ci riuscite, se ancora avete la facoltà di rievocare scenografie naturali e incontrollate, allora insistete. Provate anche a immaginare che quel cavallo non sia di nessuno.
Nessuno che lo cavalca, che lo hai ma cavalcato, nessuno che lo cavalcherà.
Nessuno che lo ha comprato, nessuno che lo ha trasportato in un vano strettissimo trainandolo con un’automobile, nessuna stalla, nessun box di un metro quadrato, nessun frustino, nessuna sella.
Nessuno che lo ha catturato, nessuno che lo ha rinchiuso in un recinto, nessuno che lo ha domato, nessuno che ha violentato il suo istinto naturale di galoppare via verso quell’orizzonte infinito, verso quel sole morente.
Nessuno, proprio nessuno che scommette sulla sua corsa, nessuno che lo tira per le briglie, nessuno che lo imbottisce di farmaci, nessuno che ne giudica il valore in base ai suoi assurdi parametri, nessuno che lo uccide con un colpo in testa quando non serve più.

Se diventi vegan
risparmi la vita a 9 mucche, 22 maiali, 30 pecore, 800 polli, 50 tacchini, 15 anatre, 12 oche, 7 conigli e una mezza tonnellata di pesci e molluschi.

Se diventi vegan
smetti di essere complice della causa principale della deforestazione.

Se diventi vegan
non sei più il mandante del furto delle terre nei paesi più poveri.

Se diventi vegan
dai un futuro al pianeta.

a cura di Troglodita tribe s.p.a.f. (società per azioni felici) fonte www.anarca-bolo.ch

tratto dal sito : http://laverabestia.org

2 commenti:

  1. Sono un carnivoro, forse in modo moderato ma lo sono.
    Quella sofferenza di cui si parla nel post l'ho scorta in alcuni momenti della mia vita; debbo tornare con la memoria a quando ero bambino ed in campagna ho assistito ad animali che venivano uccisi per diventare cibo. Nelle città, nei banconi dei supermercati, le fettine ben confezionate ci tengono lontani dalla sofferenza procurata, siamo completamente ottusi alla sofferenza. Quel terribile sacrificio prodotto per procurarci il cibo non è sotto i nostri occhi e c’è solo la “banale” quotidianità di riempire il carrello della spesa.
    Qualche volta ho pensato che anch'io potrei essere ucciso e diventare cibo (di lupi o di altri uomini cannibali), nell’equilibrio della natura sarebbe una morte più utile rispetto a quella che si conclude con la sepoltura o la cremazione. Divagazioni? A volte le divagazioni ci aiutano a comprendere ciò che ci circonda. Quando in autostrada incontro un camion stipato di maiali che vengono trasportati in condizioni soffocanti penso che ciò per me sarebbe inaccettabile. Ucciso e mangiato sì, trasportato in quel modo no, no, no. Eppure ci sono stati uomini che sono stati trasportati verso i lager come quei maiali. Sono stati uccisi e neanche mangiati, siamo stati capaci di produrre sui nostri simili una sofferenza uguale a quella di quei maiali.
    Gli animali in libertà, descritti nel post, non sono prefigurabili neanche in una società esclusivamente alimentata dai prodotti agricoli; basta pensare ai cinghiali che si riproducono rapidamente, se non viene posto un qualche limite non resta in piedi nessun campo di granturco. Lo stesso incremento della produzione agricola modifica paesaggio e numerose specie di animali che vivono nella loro natura selvaggia vedono diminuire costantemente il loro spazio vitale.
    Per limitare la sofferenza degli animali di allevamento qualcosa va fatto subito. Limiti e regole dell’allevamento non eliminano la sofferenza degli animali al momento della morte ma almeno mitigano la sofferenza in vita; l’animale deve vivere in uno spazio vitale e non deve essere sottoposto a pratiche di allevamento che implicano sofferenza; queste misure certo possono produrre un elevazione del costo delle carni, si tornerebbe agli anni cinquanta quando la carne si mangiava solo la domenica; questa diminuzione di consumo di carne on sarebbe certo un dramma, potrebbe essere perfino salutare considerato che molte malattie derivano da eccessi di alimentazione carnivora.
    La scelta individuale di diventare vegetariani forse può aiutare a costruire un mondo migliore; certo è che la costruzione di un mondo migliore passa dal rispetto per i nostri simili e dal rispetto degli animali e della natura.
    saluti francesco

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  2. Sono stata carnivora fino a qualche anno fa, in modo moderato come te, forse, ma lo sono stata.
    Ci accadono cose poi, a volte anche tragiche, che ci pongono di fronte a delle scelte, a cambi di rotta repentini
    per la salvaguardia della nostra salute.
    E successivamente, unitamente ad un risveglio spirituale e un amore spropositato per gli animali ed ogni forma di vita, questa scelta si trasforma in maniera del tutto naturale, in una personale filosofia etica e consapevole, da abbracciare e difendere.
    Inoltre, dato del tutto non trascurabile, con un netto miglioramento dello stato di salute fisico e mentale.
    Ovviamente il diventare vegetariani o vegani è un percorso del tutto personale.

    Grazie per questo tuo commento, di cui apprezzo l'analisi equilibrata.

    Namastè

    RispondiElimina

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