giovedì 9 settembre 2010

Rapporto Unicef_Traffico di minori – un turpe commercio molto redditizio

tratto da: Humanità_uomo2
In tutto il mondo, migliaia di bambini cadono ogni giorno nella rete dei trafficanti di esseri umani. Strappati alle loro famiglie, vengono portati in paesi stranieri dove non capiscono la lingua e dove non conoscono nessuno.
Soli e abbandonati, sono in balìa di qualsiasi tipo di abuso e sfruttamento. Il traffico di minori è ovunque un commercio fiorente – anche in Europa.
Il traffico di minori avviene nell’ombra, in silenzio
L’UNICEF stima che in tutto il mondo ogni giorno tremila bambini finiscano nelle grinfie dei trafficanti di persone.
Le stime prudenziali dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni situano i guadagni del commercio di esseri umani – in particolare di donne e bambini – tra i sette e i dieci miliardi di dollari l’anno. Una vittima su due è un bambino. Questo commercio disumano fiorisce in particolare nelle zone di guerra, nelle regioni colpite da catastrofi e ovunque i diritti umani sono generalmente violati.
Il traffico di minori trova terreno fertile dove povertà, sfruttamento e disperazione sono all’ordine del giorno. La mancanza
di istruzione, d’informazione e di conoscenze espone la gente povera alle malefatte dei trafficanti di persone, che con offerte e false promesse riescono ad abbindolare chi si trova in difficoltà.
I bambini sono venduti all’estero, costretti a lavorare come schiavi, obbligati alla prostituzione, venduti in cambio di ingenti somme di denaro a coppie desiderose di adottare un bambino o sfruttati dal traffico internazionale di organi. I più
minacciati sono i bambini senza atto di nascita: ogni anno, sono quaranta milioni i neonati che vengono al mondo ai margini della società senza essere registrati.
I bambini sono sovente circuiti da intermediari locali. Il crimine organizzato internazionale ha da tempo capito che il traffico di minori è una fonte di guadagni molto lucrativa. Per i trafficanti di persone, il rischio è minimo, perché sovente mancano le leggi e quando ci sono la loro applicazione è approssimativa. Se poi vengono scoperti, le vittime spesso si rifiutano di testimoniare contro i loro aguzzini per vergogna o paura di ritorsioni. Perseguire penalmente questo tipo di reati è molto difficile.
Il bambino: merce di scambio internazionale
L’UNICEF stima che ogni anno da 1000 a 1500 neonati e bambini guatemaltechi siano venduti a coppie statunitensi ed europee desiderose di adottare un bambino. Prima di mettersi in viaggio per l’America centrale, i futuri genitori consultano in internet l’«offerta» e scelgono il bambino che preferiscono. Le madri naturali vendono la prole per una trentina di dollari, i genitori adottivi ne spendono fino a 15 000-20 000 per ottenere ciò che desiderano.
Nell’Africa occidentale, il traffico di minori si è sviluppato dalla tradizione di affidare i bambini alle cure di un parente ricco in grado di offrirgli vitto e alloggio in cambio di lavoro. Oggi, nell’Africa occidentale e centrale sono venduti all’incirca 200 000 bambini l’anno. Alcuni sono costretti a lavorare duramente nelle piantagioni, altri finiscono come servi nelle case benestanti, obbligati a sgobbare fino allo sfinimento, e altri ancora devono frugare nelle discariche alla ricerca di oggetti recuperabili o darsi da fare come venditori ambulanti, alla totale mercé dei loro «proprietari».
In India, sono il sistema delle caste e una lunga storia di lavori forzati ad aver dato vita al traffico dei minori, di cui sono vittime soprattutto i figli delle caste inferiori e delle comunità tribali.
L’UNICEF stima che siano milioni i bambini costretti a lavorare nelle case private. Ogni anno, da 5000 a 7000 ragazze nepalesi sono vendute ai bordelli di Bombay e Nuova Dehli. Gli sforzi profusi dalla Tailandia nella lotta alla prostituzione infantile hanno portato alla riduzione del numero di ragazze delle regioni povere del nord vendute nel più ricco sud. In poco tempo, tuttavia, i trafficanti hanno colmato questa «lacuna» rivolgendo le loro attenzioni ai bambini del Myanmar, della Cina meridionale, del Laos e della Cambogia.
Traffico di bambini dall’Europa orientale e sudorientale
Una ricerca condotta dall’UNICEF, dall’OSCE e dall’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani ha rivelato che in Europa i mercianti di esseri umani lavorano in modo sempre più professionale, modificando le vie dei loro traffici. Da tempo era risaputo che bambini albanesi venivano rapiti e portati in Grecia e Italia. Ora, si tratta più di bambini moldavi e rumeni venduti in Polonia, Cechia ed Europa occidentale.

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni, ogni anno circa 120 000 donne e bambini provenienti dall’Europa orientale e sudorientale sono venduti nei paesi dell’Europa occidentale. Mancano tuttavia dati affidabili che documentino la situazione dei bambini. Finora sono stati individuati due gruppi di vittime: le ragazzine a partire dai dodici anni costrette alla prostituzione e i bambini più piccoli, sia maschi che femmine, obbligati dai loro «proprietari» a chiedere l’elemosina e rubare. In aumento è pure il numero delle adozioni illegali nell’Europa occidentale di bambini provenienti dall’Europa orientale e sudorientale.
Applicazione lacunosa delle basi legaliLa Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia del 1990, il protocollo aggiuntivo sottoscritto da oltre cento Stati contro la tratta di fanciulli, la prostituzione e la pornografia infantili, la Convenzione OIL 182 contro le conseguenze peggiori del lavoro infantile, come pure il Protocollo di Palermo del 2000 contro il crimine organizzato costituiscono oggi le basi giuridiche della lotta contro il traffico di minori. In molti Paesi, mancano tuttavia la volontà politica di punire severamente questo crimine e soprattutto i mezzi finanziari per sostenere le famiglie e proteggere efficacemente i bambini.
L’UNICEF appoggia i governi nei loro sforzi contro il commercio di bambini, perché ogni bambino venduto è un bambino venduto di troppo. Contribuite anche voi a proteggere i bambini e a tutelarli affinché non siano considerati una merce.

Nessun commento:

Posta un commento

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.