lunedì 6 settembre 2010

SARKOZY E LA CROCIATA CONTRO I ROM IN EUROPA


fonte: www.vocidallastrada.com

Grazie agli sforzi del presidente francese
, Nicolas Sarkozy, recentemente la “questione degli zingari” ha dominato i dibattiti su questioni di immigrazione, discriminazione razziale e religiosa a livello dell’Unione Europea e mondiale.

Da quando Sarko proclamava lo scorso luglio la sua “crociata” contro gli zingari, cominciando con un censimento e la seguente rimpatriata dei clandestini, questo affare si è trasformato in un deplorevole fattore di irritazione per l’UE, che ha anche obbligato l’intervento del Comitato delle Nazioni Unite per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale (CEDR).
A fine agosto, quest’entità ha raccomandato Parigi di “astenersi” dall’espulsione in massa ed ingiustificata degli zingari del paese, e le strutture direttive dell’UE hanno adottato una posizione simile.
Sulla questione dei Rom, Sarkozy dimostra un’immunità assoluta alle critiche, e dice di essere disposto ad arrivare fino al totale smantellamento di almeno 200 accampamenti illegali di Rom sul territorio francese.
E di conseguenza, circa 1000 Rom sono già stati espulsi dal paese. Per la maggioranza, rimpatriati in Romania e Bulgaria, parte di “questi nomadi europei” sono stati anche inviati in Serbia. Al momento, parlare dell’espulsione di decine di migliaia di persone è esagerato.

Questioni così delicate come il rimpatrio forzato di gruppi etnici dà sempre luogo a denuncie su discriminazione e intolleranza razziale ed etnica.
Nel quadro dell’UE nessun politico si metterebbe per conto proprio in questo argomento per paura di perdere voti e scontrarsi con un vero rompicapo.


Ma la crociata di Sarkozy ha innalzato il problema ad un livello continentale e lo ha esposto all’attenzione di tutta l’opinione pubblica europea, situazione che ha causato malessere a Bruxelles e al resto delle capitali nel vecchio continente.

Dall’altra parte, gli europei non hanno molta simpatia verso i rom. I rappresentati di questo popolo “che ignorano le frontiere” provocano nella popolazione europea molti mal di testa, perché a volte, i loro usi e modi di vita sorpassano il quadro della legalità.
Recenti sondaggi dell’opinione pubblica in Francia, realizzati dal giornale Le Figaro, hanno dimostrato che il 65% della popolazione sostiene Sarkozy nella sua decisione di rimpatriare i rom clandestini, e il 69% è d’accordo sul fatto che gli insediamenti degli zingari debbano essere smantellati.

Quando si parla di questioni delicate come la legislazione in materia di immigrazione o l'espulsione degli immigrati clandestini, rispetto ad altri politici francesi, il presidente della Francia ha il vantaggio di conoscere da vicino i problemi dei migranti: il 23° presidente della Francia ed il 6° Presidente della Quinta Repubblica, Nicolas Paul Stephane Sarkozy de Nagy-Bocsa è figlio di un migrante ungherese, motivo per il quale si può permettere dichiarazioni o atti completamente impensabili per un politico francese di “purosangue”.

Ad eccezione dei politici radicali e razzisti, ovviamente. Lo slogan di “sono venuto da questo ambiente e conosco bene quello che ci si potrebbe aspettare da queste persone” non fallisce mai. Cosicchè, Sarkozy non solo non presta attenzione alle critiche, ma ha intrapreso un' offensiva contro il liberalismo europeo su un fronte così importante come la questione degli rom. Così, il prossimo 6 di settembre, per iniziativa della Francia si terrà una riunione extraufficiale dei Ministri degli Interni dei paesi dell’UE.

E’ curioso che oltre ai Ministri dell’Italia, Spagna, Germania, Inghilterra, Belgio e la Grecia, sarà invitato alla riunione il Ministro degli Interni del Canada, che parteciperà alla riunione in qualità “ospite di pietra”, perché la maggior parte degli rom provenienti dall’Ungheria e della Repubblica Ceca chiedono asilo politico al Canada.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sarà anche invitato alla riunione dei ministri e a metà di questa settimana, dirigenti francesi s' incontreranno con i loro omologhi europei per chiarire la situazione degli immigrati rom in Francia.
Al riguardo, il Primo ministro della Francia, Fronçois Fillon, ha dichiarato che prima di criticare tutto, Bruxelles deve affrontare bene la questione e appurare che Parigi non sta violando nessuna legge comunitaria.

Ma la questione sta già esplodendo e tra il 13 ed il 14 di settembre a Bruxelles si terrà una riunione interministeriale dedicata ai problemi sull’immigrazione e tra il 21 ed il 22 di settembre nella capitale francese si riuniranno i capi dei Servizi della Polizia di Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia ed Inghilterra.
In questa riunione, Parigi rappresenterà la proposta di creare delle “Forze speciali euro atlantiche per la lotta contro l’immigrazione clandestina. E’ evidente che Sarkozy non permetterà che l’Europa si dimentichi della questione, nonostante il malcontento di alcuni leader europei timorosi di sentire critiche da parte della stampa di sinistra e dell’opposizione.

E quelle critiche hanno la loro ragione perché la Francia non è l’unico paese europeo che vuole “regolamentare” la situazione dei rom. La differenza è che il resto dei paesi lo sta facendo senza creare tanto scandalo. Sarkozy ha preferito fare molto rumore,perché alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2012 non ha altra soluzione.

Di conseguenza, l’Olanda, la Danimarca e la Svezia propongono di adottare alcune leggi sugli stranieri più severe ed espellere i “clandestini”.
E Berlino pianifica nel corso dei prossimi due anni, il rimpatrio nel Kosovo dei 12.000 rom, arrivati in Germania dopo i bombardamenti della Jugoslavia e della Guerra del Kosovo del 1999. I bambini cresciuti da allora neanche parlano serbo e albanese, e sanno solo il tedesco.

Il sindaco di Copenaghen ha anche piani per “pulire” la capitale danese di centinaia di rom provenienti dell’Europa dell’Est. Ed in breve, l’esempio lo seguirà il Belgio. Quindi non solo i francesi stanno portando avanti una campagna contro i rappresentanti del popolo rom.

Dall’altra parte, non è la prima volta che la Francia agisce in questo modo. Nel 2009 furono rimpatriati 10.000 immigrati clandestini (rom) in Bulgaria e Romania.
La differenza con la situazione attuale consiste nel fatto che questa volta Sarkozy ha legato gli alti indici di criminalità organizzata nella Francia agli zingari, cosa che ha causato l’indignazione di alcuni circoli liberali.

Secondo quanto assicura il Ministero degli Interni della Francia, il “crimine organizzato dei rom” si è intensificato comparato all’anno scorso di un 138%.
Quello che sorprende di più di questa situazione è che gli stessi rom, invece di protestare, ritornano tranquillamente ai luoghi della “loro tradizionale attività nomade”, cioè, in Bulgaria e Romania. In privato molti commentano ai giornalisti che non hanno motivo per lamentarsi: “per l’ ”uscita volontaria” di un adulto, la Francia paga 300 euro e per un bambino 100".

Perché protestare se nei prossimi 3 mesi o mezzo anno possono ritornare? Non ci sono neanche proteste in Bulgaria né in Romania che, anche se già membri dell’UE, aspirano ancora a formare parte della zona di Schengen e preferiscono non scontrarsi con il divieto della Francia.
L’unico paese che ha sostenuto apertamente la Francia è la vicina Italia. Il Ministro degli Interni del Governo di Berlusconi, Roberto Maroni, rappresentante del partito di destra “La Lega Nord” ha annunciato anche la disposizione del suo paese di porre la questione nella riunione del prossimo 6 di settembre, e sulla possibilità di espellere i cittadini di quei paesi dell’UE che siano incapaci di garantirsi casa e mantenimento e vivano a spese dello stato.

Quindi la Russia potrebbe diventare l’unico paese in Europa, dove l’arte e la tolleranza verso i Rom è più forte della paura etnica.

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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