giovedì 31 marzo 2011

Bisogna insegnare ai nostri figli a risolvere i problemi con le parole, non con le armi

tratto da: HumanitaUomo
fonte: Señor Babylon

Nei concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro.

[Dwight David Eisenhower, discorso di addio alla nazione]

Stando ai dati di Amnesty International sappiamo che l'80% delle esportazioni mondiali di armi proviene da paesi del G8. Di questi il 60% proviene da Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Cina, cioè i cinque paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Uno dei paesi leader di questo commercio, sia alla voce "produttori" che alla voce "esportatori" è l'Italia, tra i primi paesi produttori ed esportatori in particolare di armi leggere. Il traffico internazionale, comunque, sembra ruotare - oltre che sul nostro paese (Gioia Tauro e Genova in particolare) - intorno all'Iran, porta d'ingresso verso alcune tra le zone più calde del pianeta, e dunque dove sempre alta rimane la domanda di armamenti.
 Forte, comunque, rimane il commercio sia nell'Est europeo che in Africa, dove non è difficile trovare veri e propri "outlet a cielo aperto".
"Dual use", cioè l'utilizzo di prodotti non specificamente nati per l'industria militare (prodotti chimici, ricambi, comonenti elettroniche) che possono però essere riconvertiti all'uso bellico senza particolari difficoltà e "Rak Free Zone", cioè la possibilità di aprire e chiudere una ditta nel giro di pochi minuti - perfetta per questo tipo di traffico - utilizzata da paesi come l'Arabia Saudita sono gli strumenti preferiti da trafficanti e industrie del commercio legale.
 Per quanto riguarda l'Italia, peraltro, fondamentale sia per l'aspetto finanziario che per il mantenimento dell'illiceità di alcune triangolazioni con paesi difficilmente classificabili come "democrazie" è il ruolo delle "banche armate"


2 commenti:

  1. Sarebbe bello se da oggi tutte le armi sparassero bolle di sapone, oppure la classica bandierina con scritto bang.

    RispondiElimina
  2. ahahahah...sì hai ragione Paòlo, sarebbe davvero bello!!
    ...ma purtroppo :-///

    Abbraccione
    Namastè

    RispondiElimina

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.