mercoledì 23 marzo 2011

Partorire con le mani legate, Israele sotto accusa

tratto da: dirittodicritica.com
Le detenute palestinesi nelle carceri israeliane sono costrette e vivere in celle sporche e infestate dai topi.
Scritto per noi da Andrea Onori

Maltrattamenti, violenze e suicidi. Come in molti altri paesi democratici, anche nelle carceri israeliane, i detenuti vengono sottoposti a vessazioni nel corso degli arresti. Questi comportamenti, accettati e condivisi dalle autorità, sono violazioni del diritto internazionale relativo alla tortura e ai trattamenti disumani e denigranti. E le prime a subire trattamenti umilianti sono proprio le donne.
Le prigioniere palestinesi, detenute nelle carceri israeliane, sarebbero rinchiuse in condizioni squallide e lasciate in celle infestate anche da ratti. Una delle tante denunce, arriva dall’Agenzia di stampa internazionale IPS che ha divulgato un'intervista a Fabrizia Falcione, dirigente dei progetti di Unifem, l’agenzia ONU per i diritti delle donne. Dalla conversazione emergono particolari alquanto raccapriccianti sulle violazioni basilari dei diritti fondamentali dell’uomo ai danni dei prigionieri politici palestinesi, tra i quali anche donne e bambini. “La situazione di donne e minori palestinesi nei centri di detenzione israeliani è davvero critica. Assistiamo a negligenza medica e all’assenza di servizi medici specifici (specialistici) e nessuna somministrazione dei trattamenti di cui hanno bisogno le prigioniere malate”, ha dichiarato Fabrizia Falcione.

Le palestinesi, sono detenute principalmente nei penitenziari israeliani di Hasharon e Damon, entrambi fuori dai Territori palestinesi occupati, e questo in piena violazione all’art.76 della IV Convenzione di Ginevra. Si racconta di celle infestate da insetti, scarafaggi e topi. Una detenuta, rilasciata pochi mesi fa, ha raccontato all’Unifem: “Non riuscirei a descrivere le condizioni nella cella. Era come una tomba sottoterra, piena di insetti, lenzuola bagnate e dall’odore stomachevole, straripante di rifiuti”.
La stragrande maggioranza delle donne detenute politiche da Israele, soffre di varie patologie e le internate incinte verrebbero addirittura fatte partorire con le manette ai polsi. Fabrizia Falcone lo conferma “ Si, è proprio così. Le detenute incinte vengono ammanettate durante il parto e lasciate così nel periodo successivo. Una volta compiuti due anni, i bambini vengono allontanati dalle madri“. Le donne patiscono oltraggi e offese al proprio retaggio culturale e ai diritti religiosi. Un’ex detenuta avrebbe raccontato alla Falcione: “Mi hanno privata del velo dandomi un’uniforme di colore marrone, a maniche corte e quando ho chiesto di avere una maglia a maniche lunghe da poter indossare di sotto, me l’hanno negata. Costretta a spostarmi tra le celle tra gli occhi di guardie uomini. Mi sono sentita umiliata e sono stata insultata".
Molte donne, come molte persone all’interno dei territori occupati, vengono imprigionate senza essere state sottoposte a un processo. Il loro arresto avviene spesso per affiliazione a organizzazioni messe al bando da Israele. “Inoltre – Conclude la Falcione - a prigioniere e detenute palestinesi vengono vietati la detenzione e l’utilizzo di oggetti come le penne: non possono leggere e non viene loro riconosciuto il diritto ad alcuna pausa ricreativa”.
Se il carcere e le dinamiche di reinserimento nella società, in uno Stato democratico, dovrebbero tenere conto delle esigenze specifiche del mondo femminile, come la maternità, la reintegrazione professionale e familiare. Le condizioni di carcerazione delle donne incinta e nel periodo dell'allattamento così come quelle che hanno in cura bambini piccoli, devono sempre tenere conto dell'interesse superiore del bambino, ma così, purtroppo, non è.

http://www.dirittodicritica.com/2011/03/23/israele-carceri-diritti-umani-donne/

4 commenti:

  1. E' un circolo vizioso da cui non si uscirà mai: Israele ottiene una terra non sua, Palestina si oppone, ci sono scontri. Poi gli israeliani sparano ed arrestano o uccidono manifestanti, i palestinesi si fanno esplodere ed uccidono magari israeliani che nulla centrano. Ogni volta che qualcuno muore o subisce angherie, c'è un esercito o i parenti delle vittime che si vendicano.

    Il tutto in una Terra che - per chi è credente - dovrebbe essere santa per più di una religione. Dovrebbe essere un tempio, una meta per tutti i religiosi, di pace. Invece è teatro di ogni sorta di violenza.

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  2. Paòlo, c'è un senso temo, nel fatto che tutto questo avvenga proprio su quella terra.

    L'articolo però mi colpisce perchè parla delle donne e delle loro sofferenze infinite, che diventano un bagaglio enorme da portare in questo luogo senza pace da centinaia di anni.
    Hai ragione è un circolo vizioso e le donne pagano un prezzo altissimo in dolore, privazioni, lutti...separazioni e morti, fisicamente e spiritualmente...

    Abbraccio
    Namastè

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  3. Le risoluzioni ONU per Israele sono state un optional
    namastè

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  4. Già Francesco, neppure prese in considerazione :-/

    Buona giornata
    Namastè

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