giovedì 24 marzo 2011

Indigeni del Cauca, lezioni di civiltà

 
Gli indigeni colombiani del Cauca hanno festeggiato 40 anni della loro organizzazione, basata sulla solidarietà, la cooperazione e l'amore per la natura. Il racconto di chi c'era
 
scritto da
Hugo Blanco Galdos 

Pochi giorni fa gli indigeni del Cauca hanno celebrato i 40 anni dell'esistenza della loro organizzazione, "Semilla de Unidad, Organización y Fortalecimiento" (Seme di Unità, Organizzazione e Rafforzamento). Non è che gli indigeni del Cauca siano un'eccezione, al contrario; hanno gli stessi principi degli indigeni di tutto il mondo: amore e rispetto per Madre Natura; il risolvere in comune e non individualmente quello che riguarda la comunità; l'essere profondamente solidali nel lavoro, in ciò che riguarda l'alimentazione, nella lotta contro le malattie. Un grande amore per gli antenati e i discendenti, l'imparare dai predecessori e il preoccuparsi del mondo che erediteranno i nostri discendenti.
Il concetto è che noi popoli siamo differenti nella lingua, nel modo di vestire, di mangiare, ma che dobbiamo rispettarci con tutte le nostre differenze. Dove ci sono indigeni, questi sono raggruppati in collettività democratiche, orizzontali, dove non comanda un capo ma la collettività. Ciò che rende particolarmente importante il Consejo Regional Indigena del Cauca (CRIC) è che questo costituisce una collettività di collettività, migliaia di persone che sono organizzate collettivamente. In questo modo hanno lottato e hanno trionfato per il riscatto della terra.
Ma non si tratta solo di questo; siccome sono orgogliosi di essere indigeni, rivendicano la loro cultura, i loro principi, la loro organizzazione del lavoro, il loro modo di aver cura della salute, dell'educazione in una lotta permanente contro il sistema imperante che vorrebbe cancellare le culture indigene.
Lavorano la terra in forma collettiva, l'attenzione verso la salute ha realmente l'obiettivo di curare, non quello di procurare guadagni ai laboratori e alle cliniche come nella società del consumo.
L'educazione ha come obiettivo la preparazione alla vita, non è un affare al servizio della società del consumo. É per questo che, in lotta contro il sistema, stabiliscono che le vacanze coincidano con i periodi della semina e del raccolto per farvi partecipare anche gli alunni, cosicché questo vada a far parte della loro educazione, poiché il lavoro agricolo è considerato importante e necessario, e non pensano che smettere di essere contadino voglia dire "emanciparsi".
Esiste una rete di 10 emittenti indigene del Cauca che formano la Red-AMCIC (Asociación de Medios de Comunicación Indigena de Colombia). Il Tejido de Comunicaciones de la Acin fa parte de questa Rete, è formato da una equipe esemplare di giovani che si occupano anche di editare del buon materiale educativo.
Naturalmente hanno molti problemi con i governi colombiani che hanno ucciso molti coraggiosi membri del CRIC. Siccome vivono in un paese in cui è in atto una guerra interna, soffrono gli attacchi di entrambi i contendenti senza potersi armare per difendersi, in quanto verrebbero accusati di essere membri delle FARC o del ELN. Tuttavia, la loro guardia indigena, eletta dalla popolazione e non armata, infonde un profondo rispetto per come svolge il suo compito di vigilanza dell'ordine pubblico.
Esercitano un'ampia autonomia, limitata dal governo degli oppressori. É stata esemplare la loro lotta per il recupero delle terre. Ora è esemplare il loro autogoverno. Il "Consejo Regional Indígena del Cauca" è costituito da nove membri, uno per ognuna delle nove zone che lo costituiscono. Nessuno di loro è il "capo", tutti hanno la stessa importanza. Si riuniscono ogni due anni. La rielezione è proibita. Non esiste nessun personaggio, tutti sono persone. E' una forma di governo completamente differente dalle così chiamate "democrazie occidentali" che sono governate dai difensori del gran capitale e totalmente al servizio di questo, che deteriorano la natura e sopraffanno l'umanità.
Noi che lottiamo per un "altro mondo" dobbiamo far conoscere quest'esperienza di costruzione di un tipo di società solidale, non mercantile, rispettosa nei confronti della Madre Terra, orizzontale, "senza capi". Se non ritorniamo all'etica indigena d'amore per la natura, al concetto che deve essere la società a governare se stessa, all'amore per i nostri discendenti, a una profonda solidarietà umana, la nostra specie non sopravviverà più di altri 100 anni, si estinguerà a causa del riscaldamento globale e di altre forme di deterioramento della natura causate dal gran capitale. I padroni del mondo sanno tutto questo ma non gli importa, l'unica cosa che gli interessa è guadagnare la maggior quantità di denaro possibile nel minor tempo possibile.
Invito quindi a una migliore conoscenza della pratica del CRIC, perché si veda e si possa far vedere che quel "altro mondo" è possibile e ne esistono già gli embrioni. Inoltre, dovremmo dare al CRIC la nostra solidarietà in tanti differenti modi. Spero che saremo sempre di più a farlo.

http://it.peacereporter.net/articolo/27543/Indigeni+del+Cauca%2C+lezioni+di+civilt%26agrave%3B

4 commenti:

  1. Semplicemente dei veri figli della terra ... che abbiano ragione chi sostiene che siamo controllati da razze aliene? Certo questa sarebbe una risposta al perchè alcuni di noi vivono sfruttando senza pietà gli altri ... è sicuramente meglio che ritenere che tutto dipenda dalla nostra stupidità, vanità ed egoismo anche se purtroppo queste rimangono in ogni caso.
    Buona vita.

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  2. magari ci fosse tale consapevolezza pure nei posti che si considerano "civili"....

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  3. @ Anonimo: sono d'accordo, troppa distanza fra le scelte dei popoli incottatati/indigeni e noi...è come se ad un certo punto fosse esplosa una mutazione genetica che ci abbia portati ad odiare Gaia.
    Non credo che quella che stiamo vivendo sia vera civiltà, ma solo una parvenza vuota e miserabile che noi definiamo tale, noi viviamo in modo incompatibile, come non fossimo originari di questi pianeta, come se fossimo una sua malattia...non so dirti se abbiano ragione coloro che parlano di ibridazioni e controllo alieno, ma certamente gli indizi non mancano...

    Buona vita a te!
    Namastè

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  4. @ Patrizia: la consapevolezza nasce dall'ascolto e dall'umiltà ed entrambi difettano dalle nostre parti, sarà perchè c'è troppo rumore, perchè ci sono troppi messaggi o semplicemente perchè siamo malati o peggio controllati...fatto sta che non ascoltiamo e non abbiamo l'umiltà di chiederci da dove proveniamo e dove andiamo.

    Un abbraccione
    Namastè

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