lunedì 7 marzo 2011

La condizione femminile nel mondo


È veramente triste, all'alba del terzo millennio, dover ancora affrontare il problema della condizione femminile nel mondo: significa che civiltà e progresso non sono stati sufficienti a risolverlo, che l'uomo ha quasi conquistato lo spazio, ma non ha imparato ad amare e soprattutto a rispettare "l'altra metà del cielo".

Nella maggior parte delle culture di cui siamo a conoscenza, i maschi hanno gestito il potere politico e religioso, hanno comandato in famiglia e svolto i lavori più redditizi, sono stati abbastanza liberi di scegliere il proprio destino.
Le donne venivano considerate persone deboli e inferiori; erano spesso emarginate dalla società ed escluse dalle sedi in cui venivano prese decisioni importanti. Il loro posto essenziale era la famiglia: la cura dei figli,dei mariti e della casa. Questo ruolo prestabilito, assieme a molte discriminazioni vere e proprie, ha impedito che le donne potessero esprimersi liberamente ed essere se stesse, obbligandole al silenzio e all'invisibilità in un mondo dominato dai maschi.
Oggi possiamo affermare che nei Paesi occidentali i diritti delle donne sono legalmente riconosciuti e le leggi italiane sono tra le più avanzate d'Europa, soprattutto quelle per la tutela della maternità e sulle pari opportunità. Nonostante le leggi, molti ostacoli si frappongono ancora tra le donne e la carriera: infatti sono pochissime quelle che occupano posti di vertice nelle aziende e nei partiti politici, continuando la loro giornata ad essere la somma di due fatiche, quella domestica e quella extradomestica. Occorre realizzare quelle strutture sociali che consentirebbero di conciliare il lavoro fuori casa con la vita domestica, e particolarmente efficace potrebbe risultare la legge sul lavoro part-time.
Se però allarghiamo lo sguardo al mondo intero, il quadro è per varie ragioni sconfortante; il genere femminile, che costituisce poco più della metà dell'umanità e svolge i due terzi circa del lavoro globale, non possiede che un decimo della ricchezza, è rappresentato minimamente nei parlamenti, subisce forti discriminazioni. La piaga della violenza sessuale esiste in tutti i continenti, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo e non conosce differenze sociali o culturali; secondo l'OMS almeno una donna su cinque nel corso della vita subisce abusi fisici o sessuali.
In paesi come la Cina e l'India, dove nascere donna è spesso considerata una disgrazia, migliaia di neonate vengono lasciate morire per cure inadeguate o per abbandono.
Nei paesi del terzo mondo la violenza sulle donne è una normale componente del tessuto culturale e non viene identificata come tale neppure dalle sue vittime.
Anche la povertà miete vittime in primo luogo tra le donne; in Nepal circa l0mila ragazze ogni anno vengono vendute dalle famiglie per essere avviate alla prostituzione e nell'Asia sudorientale sono oltre mezzo milione le bambine costrette a tale attività.
Un problema specifico di alcune culture africane è invece quello della mutilazione genitale, ancora ampiamente praticata ed effettuata in condizioni sanitarie abominevoli, senza anestesia e soprattutto su bambine anche in tenerissima età. Gli effetti sulla salute sono devastanti e colpiscono le donne in ogni momento della loro vita sessuale e riproduttiva. Sarebbero 130 milioni le donne che hanno subito questa mutilazione e i flussi migratori stanno facendo arrivare il problema anche nei paesi occidentali.
Un altro fattore di disuguaglianza è quello derivante da motivi religiosi, presente soprattutto nei paesi di religione islamica, dove le donne sono vittime di pesanti discriminazioni. Diffusi in alcuni paesi musulmani, i gruppi integralisti si propongono di trasformare la società secondo le regole del Corano e di imporle come legge dello Stato. In Algeria alle donne è imposto di portare l'hidjab, il velo, e di vivere ai margini della società; in Iran, in Afghanistan è imposto il burka e alle donne è preclusa l'istruzione.
Un'altra piaga che colpisce le donne in ogni parte del mondo è lo stupro: sconvolge sapere quanto sia diffuso in paesi ricchi e civili quali gli Usa e il Canada, ma ancor più sconvolgente è scoprire come per esempio in Pakistan, per avere giustizia, la donna debba presentare quattro testimoni maschi e non possa testimoniare lei stessa. Inoltre, se la vittima non riesce a dimostrare il reato viene incriminata per attività sessuali illecite, incarcerata, frustata pubblicamente; in Nigeria, per un fatto analogo, è stata condannata alla lapidazione Safja, per la quale si stanno mobilitando anche le donne italiane. La violenza sessuale è anche un'arma di guerra, solo da poco riconosciuta come tale dalle leggi internazionali. I conflitti con un forte connotato etnico, come quelli nei Balcani o in Africa centrale, vedono l'uso dello stupro come strumento bellico da parte di entrambi i contendenti. Concludendo, posso affermare con rammarico che, se è pur vero che la condizione femminile si è evoluta e i mutamenti più significativi si sono avuti in Occidente, molto probabilmente la liberazione di quella parte dell'umanità definita "l'altra metà del cielo" è solo agli inizi.

Zarita

14 commenti:

  1. quanta strada ancora da fare!
    faccio un link a questo post e lo aggiungo al mio post sull'8 marzo
    namastè

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  2. Ancora troppa caro Francesco.
    Ed è per questo che domani non c'è nulla da festeggiare!

    Grazie, ti abbraccio.
    Namastè

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  3. potete riassumerlo e lo pubblicate ??? Gr

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  4. mi serviva una ricerca per scuola e questa e stata molto utile ed interessante..mi ha fatto anche sapere cose che prima non mi sarei mai aspettata..

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  5. Veramente interessante, é abovinevole e orribile che oggi in giorno succedano tali fatti. Ogni persona dovrebbe essere consapevole di questi fatti e cercare un modo per aiutare. Grazie Namasté :).

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  6. stavo facendo una ricerca per scuola sulla condizione della donna ed ho trovato questo sito molto interessante. il fatto che siamo nel ventunesimo secolo e nessuno mette fine a tutti gli abusi, violenze sessuali sulle donne è assurdo. sono giovane, ho solo tredici anni, ma certe cose le capisco anche se sono piccola. cavolo tutto questo deve finire!

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    1. Hai ragione ed il fatto che tu abbia tredici anni significa poco rispetto alla realtà che tu sia una giovane donna, consapevole di sè e , ti auguro, padrona del suo futuro. E' vero queste cose non dovrebbero esistere, ma purtroppo questa è ancora la realtà per moltissime donne nel mondo...ed anche dove non sembrerebbe, comunque resta molto da fare...

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    2. ANke io ho tredici anni e trovo inaccettabile che si pensi a fare molti progressi in economia ecc..senza prima pensare ai gravissimi problemi della società

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  7. Il problema è che gli uomini hanno sempre avuto e continuano ad avere una mentalità molto chiusa riguardante il mondo e i progressi. L'uomo è spaventato dal progresso. Ma anche se uomo e donna sono degli "opposti", alla fine uno ha sempre bisogno dell'altro.

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  8. Ottimo riassunto veramente bello... Mi ha aiutato molto nel scrivere un testo sulle donne nel terzo mondo. Grazie.

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  9. toccante e decisamente ben fatto, grazie.

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