domenica 20 marzo 2011

La fine della sovranità italiana

di Pino Cabras

Trovarsi in guerra senza nemmeno sapere perché. Questo ormai tocca in sorte a milioni di persone, milioni di telespettatori che prima assistevano ai salamelecchi pro Gheddafi e ora vedono le immagini dell’attacco militare occidentale, poi vedranno una guerra ancora più grande e catastrofica. Era un’altra musica nell’ottobre 2008, quando i parlamentari italiani Giulio Andreotti, Nicola Latorre, Vittorio Sgarbi, Beppe Pisanu, erano al cospetto del Colonnello con la loro brava fascia verde e il cappello bipartisan in mano, grati per il fresco impegno libico che salvava la banca Unicredit dal disastro innescato dagli scricchiolii finanziari dell’Impero in crisi. La spola di politici italiani per Tripoli era continuata per anni, sotto l’occhio benevolo di Re Bunga Bunga. Ma ora hanno tutti votato per la guerra. Perché?
Escludiamo i motivi umanitari. Nicolas Sarkozy solo pochi mesi fa offriva aiuti militari a Ben Alì per soffocare nel sangue l’inizio della rivolta tunisina. David Cameron e Barack Obama non hanno mica bombardato i carri armati del re del Barhein, che invece continua a sparare sulla gente che protesta, mentre l’Onu dorme. Zapatero e Berlusconi non hanno offerto le loro basi per imporre un’urgente No Fly Zone sopra il cielo di Gaza mentre Israele bruciava la popolazione civile con il fosforo bianco e le bombe DIME. Piero Fassino, responsabile esteri del PD, durante la strage di Gaza, esprimeva solidarietà a Israele. Nessuno convoca il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per ordinare lo stop ai droni di Obama che un giorno sì e l’altro pure fanno strage fra i civili in Pakistan. Gli esempi diventerebbero decine, a cercarli, ma la facciamo breve: le guerre non sono mai mosse da motivi umanitari. Le guerre “umanitarie” sono così umanitarie che bombardano gli ospedali, sempre. Stavolta persino dal primo giorno. I moventi, se non siamo gazzettieri a rimorchio delle bugie del potere, li dobbiamo cercare altrove. Suggerisco in proposito l’interessante lettura geopolitica offerta da Piero Pagliani, che racconta bene il ruolo cruciale della strategia africana degli USA.
Perché l’Italia ha dunque scelto la guerra?
La Storia a volte si presenta con il volto dell’ironia e del paradosso delle date. Proprio appena passata la festa del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ossia un giorno che dovrebbe esaltare la sovranità nazionale, abbiamo fatto vedere al mondo che viceversa siamo definitivamente un paese senza sovranità, senza più i distinguo del passato, né le navigazioni ambigue democristiane, le fiammate di autonomia di certe nostre aziende, le impuntature di certi nostri apparati. Senza più la guardinga sottomissione atlantica di un tempo, quando si battevano lo stesso anche le strade sgradite a Washington, Londra e Parigi, in nome di interessi da non liquidare: in nome cioè di una sovranità limitata ma non azzerata. L’attacco alla sovranità della Libia coincide con la fine della sovranità italiana. Due piccioni con una fava, con la desolante complicità del sistema politico, dal Quirinale ai peones di Montecitorio, fino alle redazioni, con qualche spaesata eccezione.
Quali pressioni sono intervenute per spingere questa classe dirigente a non far più valere un trattato di fresca firma come quello fra Italia e Libia? Si tratta di pressioni enormi, in tutta evidenza. L’Italia ha rinunciato di colpo a ogni sua politica autonoma nel Mediterraneo, l’unico suo spazio agibile, e in campi cruciali: l’energia, l’immigrazione, l’influenza geopolitica. Prosegue (anzi,precipita) la linea di ritirata della nostra sovranità economica, lungo quello stesso tracciato che negli anni novanta ha portato alle privatizzazioni selvagge e al vistoso declino della posizione italiana nella divisione internazionale del lavoro. Per entrare in Libia dovremo chiedere permesso ad altri soggetti.
Nel 1998, quando cadde il primo governo Prodi, il governo D'Alema si formò grazie a massicci via vai di deputati e senatori (da Cossiga a Cossutta), che spaccavano e ricomponevano i gruppi parlamentari: insieme garantirono agli USA la stabilità di governo indispensabile per usare in tutta tranquillità le basi militari da cui partivano gli aerei anche italiani che pochi mesi dopo bombardarono la Jugoslavia. È un precedente che ci permette di leggere quanto è avvenuto recentissimamente. Non credo che il rientro sfacciato e perfino precipitoso nel PDL da parte di decine di parlamentari che lo avevano abbandonato per il nuovo partito di Gianfranco Fini sia stato tutto frutto di una compravendita. È più probabile che molti siano stati soggetti a un contrordine, qualcosa che – superata la stoffa dei loro cappucci - dev’essere suonata più o meno così: «non è più il momento di far cadere il governo, stiamo per fare una guerra in Libia; Silvio, che pure manderemo via, ora ci serve, e sarà ben contento di tirare a campare ancora, non è mica uomo di principio; fate la vostra parte». E quelli hanno ottemperato alle loro Obbedienze. È gente con molto pelo sullo stomaco: al Caimandrillo concedono le acrobazie giudiziarie più indecenti; lui, in cambio, concede loro la guerra che piace colà dove si puote ciò che si vuole.
E mentre nel 1999 Cossutta faceva sì che in piazza non si facessero troppe manifestazioni contro la guerra, oggi non c’è più nemmeno bisogno. La capacità di comprensione della situazione internazionale dell’elettorato di opposizione è stata nel frattempo desertificata. I partiti che ancora prendono i voti di questa opposizione sono invece seduti alla tavola di chi si è mangiato persino le vestigia della sovranità nazionale. Un Paese così decapitato sarà più esposto alle tragedie di una transizione geopolitica che si presenta già difficilissima.

20 commenti:

  1. Bellissimo questo articolo, amaro, annichilito.
    Rispecchia perfettamente il mio stato d'animo, mi sento sconfitto comunque. Riflettevamo con un amico: ci hanno tolto la speranza.
    Ciao Rosa, buona giornata

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  2. Ciao Paolo, sì rispecchia lo stato d'animo di molti di noi, purtroppo :-/

    Una buona domenica a te carissimo
    Namastè

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  3. L'errore è stato fatto allora firmando accordi di pace con una nazione dove c'è la dittatura. Ora non avevamo molta scelta: non schierarci ci taglia fuori dalla coalizione e ci crea dei problemi riguardo gas e petrolio, che arriva dalla Libia. Oltretutto noi siamo vicini alla Libia e quindi dobbiamo difenderci da attacchi pazzi di Gheddafi.

    Poi con questo non dico che sia una cosa bella, non sempre purtroppo si riescono a fare azioni positive. La colpa è aver aspettato che la situazione in Libia scoppiasse, bisognava agire diversamente già anni fa.

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  4. Oltre al petrolio;nel sottosuolo libico c'è la piu grande riserva di acqua al mondo

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  5. Quello che penso io è che se questo attacco fosse rivolto solo contro Gheddafi e la sua orrenda dittatura (in fondo quale non lo è?!), perché non è stato fatto niente fino ad oggi?
    Sarà mica che c'è qualche interesse (chi ha detto petrolio?!) dietro?
    Mah...

    E.

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  6. Paòlo, questa volta non sono d'accordo con te, nessuna logica o razionalità può giustificare la guerra, mai.
    In guerra si perde sempre il senso di ogni ragione. In guerra non vince mai nessuno, perde sempre tutta l'umanità.
    Certo, è vero, bisognava agire diversamente anni fa, non si dovevano firmare gli accordi...tutto quel che si vuole, ma la guerra non è mai la soluzione è sempre un problema in più.

    Un abbraccio :-)
    Namastè

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  7. Ciao Frank, Terzani fu profetico quando disse che le guerre del futuro sarebbero state...per l'acqua.

    Grazie per la visita e per il commento ^_^
    un abbraccione
    Namastè

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  8. Ciao Emanuele!
    ...Io ho detto petrolio...ed anche acqua ;-)... perchè solo Gheddafi... è forse l'unico dittatore sanguinario della zona? perchè lo stesso Sarkò voleva aiutare Ben Alì di Tunisi?
    Sono molte le domande, ma oggi parlano solo i cannoni ed i missili...e l'unica richiesta che mi sento di fare è PACE...

    Abbracci
    Namastè

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  9. Ma sai, io non sono pro guerra, ma pensando, non trovo alternative per poter aiutare il popolo libico. Non far niente li condanna comunque ad altri anni di dittatura. Gheddafi è sordo alle soluzioni pacifiche, per esempio dice che cessa il fuoco e poi attacca Bengasi. Non mi piace che si debba ricorrere a questo sistema, la guerra porta a troppi morti. Ma al momento non saprei in quale altro modo si potrebbe aiutare i libici.

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  10. ahahah ma no Paòlo, non intendevo darti del guerrafondaio ;-D
    Solo, credo che debba sempre esistere una alternativa alla guerra. Essa è solo l'ultimo atto di una lunga serie di scelte.
    Gheddafi è stato, ampiamente "appoggiato" e persino "nutrito" dall'occidente.
    Si poteva fare una azione di interposizione anziche' un bombardamento...e comunque sono le logiche di questo sistema che portano alla guerra come conseguenza...
    in un modo o nell'altro ormai si combatte un po' dovunque, purtroppo.
    Aiutare i libici? Io temo che gli statunitensi vogliano più che altro aiutare sè stessi...

    Ri-ciao :-)
    Namastè

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  11. A bhé certo, nessuno di quelli che sta bombardando pensa ai libici. Diciamo che involontariamente, attaccando un regime, stanno dando modo ai libici di togliersi di torno Gheddafi. Il problema è questo: chi verrà dopo? Sarà meglio di Gheddafi? Questo mi spaventa ancor più del conflitto stesso.

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  12. Già, bella domanda...chi verrà dopo? Per la serie la cura spesso è peggiore della malattia...

    Buona serata Paòlo ^_^

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  13. cara Rosa, grazie del commento!!
    vedendo il tuo blog mi chiedo.. perché non lo condividi su quella pag che ho citato sul post..? questa:
    http://www.facebook.com/pages/Pray-for-Earth/148706978526746

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  14. Ciao Gioia, lo farei anche, ma per scelta non sono su facebook...e tra l'altro non saprei neppure da quale lato iniziare O_o :-DD

    Un abbraccione
    Namastè

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  15. Gheddafi senza questo interveto aereo riprendeva Bengasi in capo a pochi giorni e faceva quello che voleva con gli insorti restaurando il suo regime. Ai buoni intendimenti di Sarkozy io non credo, ma non penso che lasciare cadere Bengasi fosse una buona scelta. Il problema è sempre l'ONU: avrà la forza di operare sul piano diplomatico per fare durare questo intervento il meno possibile? Nel mio post sul mio blog ho definito l'ONU un terribile condominio, ma no ne abbiamo altri. Ora debbono essere riannodate le fila per la pace, e non sarà facile.
    namastè

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  16. Ciao Rosa
    per te che conosci Osho, è facile capire che questa della sovranità italiana perduta non è che l'ennesimo sintomo della follia umana, dell'inconsapevolezza con cui abbiamo delegato tutto agli altri..
    Mi riferisco ai sudditi, naturalmente.
    Che continuano a votare sempre il proprio padrone anzichè il proprio rappresentante.
    Che puntualmente poi si scopre rappresentare non gli interressi del popolo ma i suoi personali o di un ristretto numero di sodali a lui e compatecipi nelle ruberie.
    Quella della sovranità perduta è l'ennesima storia di opportunismi di alcuni che non vedono l'ora di intervenire per papparsi il petrolio.
    E siamo alle solite. Come se poi, per noi, la benzina costasse meno!
    E' storia antica questa come ben rappresentato nell'articolo che hai riportato.
    Ciao cara.

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  17. Mah, sai Francesco, personalmente non approvo e non giustifico gli interventi armati, detto questo, penso che qui non agisca l'ONU, sebbene il mandato sia suo, bensì gli Stati Uniti, che rappresentano, in un modo o nell'altro l'unica forza in campo ed io non credo che "il terribile condominio" sarebbe in grado di reagire qualora l'accordo condominiale non ci fosse.
    Penso inoltre, che gli USA stiano risistemando il quadrante...a loro unico vantaggio o, al limite, negli interessi di Israele...

    Un abbraccione ^_^
    Namastè

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  18. Sì Gianni! Concordo appieno. La preoccupazione per la sovranità, più o meno perduta, è abbastanza inutile.
    Il rapporto di potere è sempre fra esseri viventi e le sue brutture si riproporrebbero anche se attori e situazioni fossero diversi...
    E' il dato guerra, però che mi opprime. Risultato terribile e conseguenza orrenda di questi rapporti "malati".
    Una delle convinzioni che ho è che il potere mondiale si stia risistemando il Magreb, ma che gli ultimi interessi ad essere rappresentati siano quelli dei popoli...tutti.

    Ti abbraccio e buona serata ^_^
    Namastè

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  19. Oggi quel pupazzo del presidente ha esplicitamente detto che per fare la pace bisogna fare la guerra, c'è altro da dire?....

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  20. Non ho parole Zak...questa non la sapevo :-///

    Buona giornata
    Namastè

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