mercoledì 18 agosto 2010

La sfida delle Nazioni Unite contro la desertificazione

Diego Carmignani

AMBIENTE.
Lanciata la campagna decennale contro il progressivo inaridimento, che interessa ormai un quarto della superficie terrestre. Cambiamenti climatici e cattiva gestione delle risorse le principali cause.

Quali saranno le caratteristiche del pianeta che abitiamo tra qualche decina di anni è tema dibattuto dagli scienziati, dagli economisti, dai politici, e finanche dai cineasti. Una questione centrale che è sempre meno un interrogativo o materia per la fantascienza e sempre più una certezza, dati i numeri schiaccianti e gli eventi osservabili: la Terra è destinata a ridursi a un mezzo deserto. Il fenomeno della desertificazione è arrivato a minacciare il 44% delle terre coltivate, mentre il totale delle zone aride ha raggiunto i 3,6 miliardi di ettari, un quarto della superficie terrestre, dove abitano 2,1 miliardi di persone, cioè un essere umano su tre, un milardo a rischio sopravvivenza.

Sono le stime con cui l’Onu ha lanciato, nell’ambito della seconda Conferenza internazionale su cambiamenti climatici, sostenibilità e sviluppo nelle regioni semi-aride, in corso in Brasile a Fortaleza, la campagna decennale 2010-2020 per contrastare l’avanzata dei deserti, sfida globale dell’uomo all’uomo, colpevole, con le sue attività scriteriate, delle mutate condizioni geografiche e atmosferiche. Tre i principali capi di imputazione elencati dall’Agenzia delle Nazioni unite per l’Ambiente: pratiche agricole scorrette, mancata gestione delle risorse idriche e cambiamenti climatici. A cui va aggiunto l’aumento senza precedenti della popolazione mondiale.

Fattori inediti e congiunti che si traducono in 12 milioni di terreni arabili ridotti in sabbia ogni anno, degrado che «minaccia la sicurezza alimentare e che sta portando alla fame le persone più colpite, derubate di terra produttiva». Questo il monito di Ban Ki-Moon, segretario generale Onu, che auspica opportune misure per invertire, per quanto possibile, una rotta che semina crisi alimentare in vaste aree, soprattutto dell’Africa: le ultime drammatiche notizie vengono dalla zona del Sahel, inariditasi sui versanti Niger, Mali e Ciad. Ma non c’è continente che non conosca la parola desertificazione, dall’America Latina alla Russia, fino agli Usa e all’Italia, dove il 21% del territorio è a rischio nel Meridione, con in testa la Sardegna, giù desertificata per un decimo.

La campagna ambiente Onu (Unep) prevede progetti comunitari per contrastare la piaga: atti concreti come piantare alberi o insegnare agli allevatori di bestiame come gestire meglio la terra. Alle azioni locali, va però corrisposta un’operazione su scala globale. Magari recuperando i miloni di ettari fertili che investitori stranieri si sono accaparrati proprio in Africa, tolti agli abitanti in nome del business internazionale.


fonte: www.terranews.it

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