giovedì 19 agosto 2010

L’Aquila senza scuola

fonte: www.terranews.it

Diego Carmignani

ISTRUZIONE. Sono 1.112 gli insegnanti precari della città a cui non verrà rinnovato il contratto nell’anno scolastico 2010-2011. Cifra che va sommata ai 1.442 del biennio precedente. Servono subito 9 milioni di euro.

Anno scolastico a rischio nell’Abruzzo post-terremoto. Gli stanziamenti ormai esauriti e i tagli indiscriminati della Gelmini non permettono il rinnovo contrattuale per centinaia di lavoratori precari. Facendo finta di aver passato delle vacanze serene, a settembre si torna. A casa, a scuola, a lavoro, a spasso. Ovunque, per quasi tutte le categorie, con un clima di profonda incertezza, dovuto alla situazione economica disastrosa. In un’ipotetica classifica del malessere potremmo destinare le posizioni più alte del disagio made in Italy a pezzi del Paese che si sono ritrovati, loro malgrado, nel ruolo di vittime predestinate del governo del fare male (e del malaffare): il mondo dell’istruzione e i cittadini abruzzesi. In entrambi i casi, negli scorsi mesi, alle prese in giro (tagli indiscriminati e promesse non mantenute) sono seguiti proteste e operazioni di riscatto.

Rivalse che continuano a palesarsi anche in questo torrido post Ferragosto, specialmente da parte di quel migliaio di sfortunatissimi cittadini italiani che hanno una doppia “colpa”: di essere sia terremotati che precari della scuola. Con le porte degli istituti ormai prossime all’apertura, i rappresentanti regionali dei sindacati di categoria (Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals-Confsal) hanno indirizzato una lettera aperta al presidente della Regione, all’assessore regionale al lavoro, al sindaco dell’Aquila e al direttore dell’ufficio scolastico regionale. Nella missiva si fa presente la condizione problematica del sistema istruzione dell’area abruzzese, in particolare per gli almeno 1.112 posti di lavoro per cui è previsto un taglio nell’anno scolastico 2010-2011.

Cifra spropositata, soprattutto se sommata ai 1.442 del biennio precedente, quando il terremoto era appena avvenuto. Proprio in questi mesi, è stato indispensabile, per portare avanti i programmi e mantenere costante la formazione dei ragazzi, l’attivazione di 678 supplenze annuali per il cui rinnovo mancano ora le risorse, spolpate da una parte e insufficienti dall’altra. Ovvero, ridotte drasticamente dalla legge 133 (la famosa Gelmini) e volatilizzatesi dai fondi per la scuola della legge 77, cioè il decreto Abruzzo. La disponibilità finanziaria attuale per il 2010 ammonta a 4 milioni di euro e quella per il 2011 appena a 2,3.

Considerando i quasi 15 milioni necessari (nel 2009-2010) per pagare i precari terremotati che ora rischiano di rimanere solamente terremotati, urge un’iniezione da 9 milioni. Richiesta netta, facile e pulita, a cui nessuno ha voluto prestare sinora il minimo ascolto. Particolarmente il presidente della Regione, Gianni Chiodi, colpevole di un lungo silenzio in materia di scuola pubblica. Secondo i sindacati, spetta al governatore discutere coi ministeri dell’Istruzione e dell’Economia circa interventi da adottare. Subito.

Perché il suono della campanella è vicino, le reiterate richieste di aprire un tavolo sulle problematiche scolastiche sono finora cadute nel vuoto e rimandare a settembre proprio non si può.

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