lunedì 30 agosto 2010

Marea nera, non è finita. L’isola degli uccelli morti e il video dall’interno del pozzo

da: www.blogeko.it

La marea nera nel Golfo del Messico non è affatto una faccenda conclusa e finita. Due novità e altrettanti video.

Uno viene dall’interno del pozzo Bp (può essere paragonato ad una sorta di endoscopia, per capirci) e mostra goccioline e gocciolone nere che salgono verso l’alto. Sembra petrolio: se effettivamente lo è, è anche un fenomeno ben strano, dal momento che ufficialmente il pozzo non perde più da un pezzo.

Il secondo video mostra un’isola alla foce del Mississipi – la zona più colpita dalla marea nera – coperta di uccelli morti. Coperta: non esagero, vedrete. Non hanno traccia di petrolio sulle piume, l’ambiente sembra abbastanza pulito: eppure muoiono come mosche.

Ufficialmente il grosso del petrolio è sparito dal Golfo del Messico. Si è dissolto come zucchero nel . L’avevo detto che prima o poi avremmo bevuto insieme il tè ben zuccherato. Venite a vedere.

Primo video, l’endoscopia (diciamo così) del pozzo. La telecamera ha filmato l’interno perchè l’amministrazione Usa ha ordinato alla Bp di rimuovere i tre spezzoni di tubo che sono nel pozzo, così da poterlo chiudere alla sommità con un nuovo blowout preventer (un’enorme valvola di sicurezza) e così da procedere con maggior tranquillità nell’uso dei relief well per cementarlo in profondità in modo sicuro e definitivo. Ed eccola, l’endoscopia del pozzo.

Per la cronaca, i tre tubi si sono dimostrati impossibili da rimuovere. Risultano, per così dire, incollati in profondità, e trattenuti da qualcosa. Si collocherà il blowout preventer lasciandoli dove sono

Due ipotesi: i tubi sono incastrati nel fango pompato dentro il pozzo per chiuderlo provvisoriamente, oppure sono incastrati negli idrati di metano, una sorta di ghiaccio formato da metano e acqua di mare. Nel qual caso bisognerebbe capire come ha fatto l’acqua del mare a finire nel pozzo.

E ora l’isola degli uccelli morti. Una nave della Louisiana Environmental Network Association si è recata sull’isola Modoto, nel delta del Mississippi, la zona maggiormente investita dal petrolio. Scopo della missione era prelevare campioni per analizzarli e valutare l’inquinamento ambientale. Ma sull’isola lo spettacolo era davvero macabro.



Noterete che l’ambiente sembra pulito: forse in conseguenza dell’uso di una gran quantità di disperdenti.

Ma nel giro di qualche passo sono stati filmati decine di cadaveri di uccelli in vari stadi di decomposizione: nessuno con segni evidenti di petrolio. Nemmeno il gabbiano degli ultimi fotogrammi era sporco di petrolio. Eppure, dice la didascalia, è morto nel giro di un’ora. Forse il tè ben zuccherato gli ha fatto male.

Su The Oil Drum gli sviluppi delle operazioni per chiudere il pozzo e le considerazioni relative all’ “endoscopia” del pozzo

Dal sito della Louisiana Environmental Network Association (via Huffington Post) il racconto e le immagini dell’isola degli uccelli morti

Foto

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