martedì 17 agosto 2010

La vera opposizione

Massimo Serafini

CLIMA. Una banda di irresponsabili sta governando il mondo e lavora per negargli un futuro.

Una banda di irresponsabili sta governando il mondo e lavora per negargli un futuro: sono le classi dirigenti, dei paesi ricchi in primo luogo (la peggiore opera in questo paese), ma anche di quelli cosiddetti emergenti.

Lo confermano le notizie che narrano della drammatica sproporzione che c’è fra le ulteriori conferme del cambiamento climatico e la totale mancanza di decisioni capaci di farvi fronte. Mette ansia leggere dell’incendio che devasta la Russia, minacciando di travolgere le centrali nucleari o i resoconti della terribile alluvione che ha colpito il Pakistan con migliaia di morti, ennesimi segnali che la febbre della Terra sta ulteriormente salendo, e successivamente scorrere i servizi che raccontano della riunione di Bonn, nella quale si dovrebbero porre le basi per un accordo, da sottoscrivere a Cancun, su come fermare l’incendio della terra.

Devastazione e morte non alterano il rito di sempre delle loro estenuanti trattative, che non producono altro che rinvii, come a Copenaghen. Fa un po’ ribrezzo sentire tanti capi di Stato esprimere il cordoglio per i morti in Pakistan e promettere aiuti, gli stessi che da sempre sabotano ogni accordo sul clima. è possibile sanare questa contraddizioni e creare le condizioni perché a Cancun si cambi rotta e prevalga la saggezza sulla prepotenza?

Sì, a condizione che nelle trattative sui cambiamenti climatici irrompa una straordinaria mobilitazione. Non basta darsi appuntamento a Cancun e dare sfogo alla nostra rabbia per l’ennesimo fallimento. La mobilitazione deve partire ora. In particolare in questo paese che è attraversato da una drammatica crisi sociale e occupazionale, le quali potrebbero trovare soluzioni proprio sviluppando politiche ambientali.

Questo chiedono quel milione e mezzo di donne ed uomini che hanno firmato per fermare la privatizzazione dell’acqua. Di essere mobilitati per fermare l’assalto ai beni comuni, per imporre un diverso modello energetico, rinnovabile e distribuito, capace di non sprecare l’energia.

L’alternativa a Berlusconi e alle destre la si costruisce se ci si assume la responsabilità di avviare questo movimento e quindi di liberare le grandi risorse umane, di ingegno e creatività che questo paese possiede e che una classe dirigente stolta ed irresponsabile preferisce condannare al precariato e alla disoccupazione, anziché metterla al lavoro per cogliere la grande occasione che la ribellione della natura offre alla nostra intelligenza.

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