CLIMA. Una banda di irresponsabili sta governando il mondo e lavora per negargli un futuro.
Una banda di irresponsabili sta governando il mondo e lavora per  negargli un futuro: sono le classi dirigenti, dei paesi ricchi in primo  luogo (la peggiore opera in questo paese), ma anche di quelli cosiddetti  emergenti. 
  
 Lo confermano le notizie che narrano della drammatica sproporzione che  c’è fra le ulteriori conferme del cambiamento climatico e la totale  mancanza di decisioni capaci di farvi fronte. Mette ansia leggere  dell’incendio che devasta la Russia, minacciando di travolgere le  centrali nucleari o i resoconti della terribile alluvione che ha colpito  il Pakistan con migliaia di morti, ennesimi segnali che la febbre della  Terra sta ulteriormente salendo, e successivamente scorrere i servizi  che raccontano della riunione di Bonn, nella quale si dovrebbero porre  le basi per un accordo, da sottoscrivere a Cancun, su come fermare  l’incendio della terra.
  
 Devastazione e morte non alterano il rito di sempre delle loro  estenuanti trattative, che non producono altro che rinvii, come a  Copenaghen. Fa un po’ ribrezzo sentire tanti capi di Stato esprimere il  cordoglio per i morti in Pakistan e promettere aiuti, gli stessi che da  sempre sabotano ogni accordo sul clima. è possibile sanare questa  contraddizioni e creare le condizioni perché a Cancun si cambi rotta e  prevalga la saggezza sulla prepotenza?
  
 Sì, a condizione che nelle trattative sui cambiamenti climatici irrompa  una straordinaria mobilitazione. Non basta darsi appuntamento a Cancun e  dare sfogo alla nostra rabbia per l’ennesimo fallimento. La  mobilitazione deve partire ora. In particolare in questo paese che è  attraversato da una drammatica crisi sociale e occupazionale, le quali  potrebbero trovare soluzioni proprio sviluppando politiche ambientali.
  
 Questo chiedono quel milione e mezzo di donne ed uomini che hanno  firmato per fermare la privatizzazione dell’acqua. Di essere mobilitati  per fermare l’assalto ai beni comuni, per imporre un diverso modello  energetico, rinnovabile e distribuito, capace di non sprecare l’energia.
  
 L’alternativa a Berlusconi e alle destre la si costruisce se ci si  assume la responsabilità di avviare questo movimento e quindi di  liberare le grandi risorse umane, di ingegno e creatività che questo  paese possiede e che una classe dirigente stolta ed irresponsabile  preferisce condannare al precariato e alla disoccupazione, anziché  metterla al lavoro per cogliere la grande occasione che la ribellione  della natura offre alla nostra intelligenza.  

 
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