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tratto : www.terranews.itREPORTAGE. La calabrese Riace come luogo simbolo del ripopolamento. Grazie alla presenza virtuosa degli immigrati.
Un paese italiano accoglie i rifugiati a braccia aperte. Un villaggio  globale nell’angolo più povero di una delle regioni più povere  dell’Italia”. Questo il titolo di un recente reportage del settimanale  tedesco Der Spiegel su Riace, cittadina del versante ionico  calabrese. Il sindaco Domenico Lucano sottolinea con orgoglio: «Un luogo  che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di  accoglienza».     La presenza degli stranieri ha ripopolato il piccolo centro, sempre più  abbandonato dalla popolazione locale, che emigrava per migliori  condizioni di vita nelle città del nord. Sindaco da sei anni, Lucano ha  chiesto ai proprietari che vivono lontano di poter restaurare le loro  case abbandonate del centro medievale per farne abitazioni per i  rifugiati e bed&breakfast. Ai migranti è assicurato vitto e alloggio  gratuito. In cambio devono imparare l’italiano e lavorare; le donne si  dedicano all’artigianato e gli uomini ristrutturano le case per i  turisti.     Dodici anni fa Lucano fu testimone dello sbarco di un gruppo di curdi,  30 uomini e donne con diversi bambini, che si avviavano verso il paese:  lo stesso posto dove nel 1972 erano state trovate in mare le due famose  statue di bronzo. Il sindaco pensò a un segno del destino. «Il vento ci  ha portato un carico speciale, e chi siamo noi per rimandarlo indietro?»  I greci un tempo navigavano attraverso il Mediterraneo fino in  Calabria, seguiti poi da Arabi e Normanni e adesso stavano arrivando i  rifugiati.     Lucano, soprannominato “Mimmo il curdo”, ha organizzato l’ospitalità per  i curdi e gli altri rifugiati e dato vita ad un’associazione e a un  progetto dal nome ambizioso: Città Futura, il più grande imprenditore  del paese, sia per rifugiati che per i residenti locali. Ci sono al  momento più di 220 immigrati che vivono accanto ai 1.600 residenti  originari del paese. Il sindaco spera che la popolazione ritorni alle  3.000 persone di un tempo.     I nuovi residenti aprono negozi e mandano i figli alla scuola locale e  Riace è diventato il posto più visitato della Calabria Ionica. “Un luogo  che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di  accoglienza”, dice Lucano con orgoglio. Helen, arrivata dall’ Etiopia  per mare incinta di otto mesi, lavora al telaio tessuti calabresi di  lana di alta qualità. L’irakeno Mohammed, perseguitato dalla milizia del  Mahdi, adesso vende kebab e lavora nell’edilizia. Shukri, una piccolo  donna somala di 23 anni, che ne dimostra 13, e con due figli, fa  farfalle di vetro soffiato, dopo che un gruppo di artigiani veneziani ha  insegnato le tecniche di lavorazione.     E' andato a Riace anche il regista tedesco Wim Wenders per girare Il volo,  un film documentario sui rifugiati che arrivano via mare, su Riace e i  suoi nuovi residenti. Wenders, appena terminate le celebrazioni per  commemorare il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino, ha  sostenuto in una conferenza che «la vera utopia non ha a che fare con la  caduta del muro, ma con quello che è stato realizzata a Riace in  Calabria».     Il sindaco Lucano spera che il “miracolo Riace” si diffonda dovunque  perché i più poveri del mondo cercano una via di salvezza, la  popolazione europea si sta riducendo e l’Italia ha uno dei tassi di  nascita più bassi del continente. In forte controtendenza con la  crescente xenofobia e razzismo, dopo i fatti della vicina Rosarno, dove i  locali, aizzati dalla ‘ndrangheta, hanno sparato e picchiato con  spranghe di metallo i raccoglitori di frutta africani, il sindaco ha  dichiarato la disponibilità ad ospitare i fuggitivi di Rosarno e ne ha  accolti tre, di cui uno ferito.     A questi giovani della Guinea è sembrato un miracolo incredibile avere  vitto e alloggio, 2 € al giorno per le piccole spese, più 500 € al mese  per il lavoro. Ma c’è chi ostacola questa esperienza di pacifica  convivenza, basata su un’economia non ricca ma sostenibile, è la  ndrangheta che vuole spremere denaro alle comunità con la violenza e il  ricatto: e così sono stati avvelenati i tre cani di Lucano e sono stati  sparati due colpi di pistola contro la porta della trattoria di Donna  Rosa. Per Lucano, questa è a la prova che ha fatto bene il suo lavoro.  
 
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