giovedì 12 agosto 2010

Nel paese dell’accoglienza

tratto : www.terranews.it

Patrizia Bonelli (L'inkontro.info)

REPORTAGE. La calabrese Riace come luogo simbolo del ripopolamento. Grazie alla presenza virtuosa degli immigrati.

Un paese italiano accoglie i rifugiati a braccia aperte. Un villaggio globale nell’angolo più povero di una delle regioni più povere dell’Italia”. Questo il titolo di un recente reportage del settimanale tedesco Der Spiegel su Riace, cittadina del versante ionico calabrese. Il sindaco Domenico Lucano sottolinea con orgoglio: «Un luogo che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di accoglienza». La presenza degli stranieri ha ripopolato il piccolo centro, sempre più abbandonato dalla popolazione locale, che emigrava per migliori condizioni di vita nelle città del nord. Sindaco da sei anni, Lucano ha chiesto ai proprietari che vivono lontano di poter restaurare le loro case abbandonate del centro medievale per farne abitazioni per i rifugiati e bed&breakfast. Ai migranti è assicurato vitto e alloggio gratuito. In cambio devono imparare l’italiano e lavorare; le donne si dedicano all’artigianato e gli uomini ristrutturano le case per i turisti. Dodici anni fa Lucano fu testimone dello sbarco di un gruppo di curdi, 30 uomini e donne con diversi bambini, che si avviavano verso il paese: lo stesso posto dove nel 1972 erano state trovate in mare le due famose statue di bronzo. Il sindaco pensò a un segno del destino. «Il vento ci ha portato un carico speciale, e chi siamo noi per rimandarlo indietro?» I greci un tempo navigavano attraverso il Mediterraneo fino in Calabria, seguiti poi da Arabi e Normanni e adesso stavano arrivando i rifugiati. Lucano, soprannominato “Mimmo il curdo”, ha organizzato l’ospitalità per i curdi e gli altri rifugiati e dato vita ad un’associazione e a un progetto dal nome ambizioso: Città Futura, il più grande imprenditore del paese, sia per rifugiati che per i residenti locali. Ci sono al momento più di 220 immigrati che vivono accanto ai 1.600 residenti originari del paese. Il sindaco spera che la popolazione ritorni alle 3.000 persone di un tempo. I nuovi residenti aprono negozi e mandano i figli alla scuola locale e Riace è diventato il posto più visitato della Calabria Ionica. “Un luogo che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di accoglienza”, dice Lucano con orgoglio. Helen, arrivata dall’ Etiopia per mare incinta di otto mesi, lavora al telaio tessuti calabresi di lana di alta qualità. L’irakeno Mohammed, perseguitato dalla milizia del Mahdi, adesso vende kebab e lavora nell’edilizia. Shukri, una piccolo donna somala di 23 anni, che ne dimostra 13, e con due figli, fa farfalle di vetro soffiato, dopo che un gruppo di artigiani veneziani ha insegnato le tecniche di lavorazione. E' andato a Riace anche il regista tedesco Wim Wenders per girare Il volo, un film documentario sui rifugiati che arrivano via mare, su Riace e i suoi nuovi residenti. Wenders, appena terminate le celebrazioni per commemorare il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino, ha sostenuto in una conferenza che «la vera utopia non ha a che fare con la caduta del muro, ma con quello che è stato realizzata a Riace in Calabria». Il sindaco Lucano spera che il “miracolo Riace” si diffonda dovunque perché i più poveri del mondo cercano una via di salvezza, la popolazione europea si sta riducendo e l’Italia ha uno dei tassi di nascita più bassi del continente. In forte controtendenza con la crescente xenofobia e razzismo, dopo i fatti della vicina Rosarno, dove i locali, aizzati dalla ‘ndrangheta, hanno sparato e picchiato con spranghe di metallo i raccoglitori di frutta africani, il sindaco ha dichiarato la disponibilità ad ospitare i fuggitivi di Rosarno e ne ha accolti tre, di cui uno ferito. A questi giovani della Guinea è sembrato un miracolo incredibile avere vitto e alloggio, 2 € al giorno per le piccole spese, più 500 € al mese per il lavoro. Ma c’è chi ostacola questa esperienza di pacifica convivenza, basata su un’economia non ricca ma sostenibile, è la ndrangheta che vuole spremere denaro alle comunità con la violenza e il ricatto: e così sono stati avvelenati i tre cani di Lucano e sono stati sparati due colpi di pistola contro la porta della trattoria di Donna Rosa. Per Lucano, questa è a la prova che ha fatto bene il suo lavoro.

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