sabato 15 gennaio 2011

Liberati 36 beagle da Harlan-Interfauna in Spagna


Fonte: Coordinamento Fermare Green Hill

Riportiamo con grande gioia (a distanza di pochi giorni dalla pubblicazione della liberazione dei 5 cani beagle che subivano esperimenti alla Recordati, cliente di Green Hill) la notizia della liberazione di ben 36 cani beagle da un allevamento di Harlan-Interfauna situato in Spagna, realizzata la notte del primo gennaio 2011.
L’azione è stata rivendicata da attivisti simpatizzanti di Igualdad Animal, associazione spagnola abolizionista molto attiva sia a livello nazionale che internazionale. Nel comunicato diffuso dagli attivisti c’è anche una menzione a Green Hill e a Marshall, a sottintendere quanto anche a livello internazionale sia talmente importante e sentita la battaglia che stiamo portando avanti in Italia.
Auspicando che possano avvenire sempre più azioni del genere che portino al recupero di animali il cui destino sembra segnato, dobbiamo continuare a lottare perchè la vivisezione e qualsiasi forma di sfruttamento animale cessino totalmente, fino a quel giorno ameremo poter sapere di animali che vengono portati in salvo, con immagini e suoni simbolo anche di coloro che purtroppo non possono essere ancora salvati.


E’ probabile che nei prossimi giorni sia possibile visionare il video con sottotitoli in italiano, nel frattempo vi invitiamo a visionare quello originale in spagnolo.

Traduzione del comunicato:
“La notte del primo gennaio 2011 attivisti per i diritti animali hanno liberato 36 cani da un allevamento di animali destinati alla vivisezione di proprietà di Harlan-Interfauna, situato nelle vicinanze della città catalana di Saint Feliu de Codines (Spagna), dando loro la possibilità di una nuova vita in quest’anno nuovo.
Una volta all’interno abbiamo documentato la triste vita di questi animali e abbiamo iniziato a prepararci per il loro trasporto. Costretti costantemente ad essere imprigionati in alcuni box senza la possibilità di correre, giocare, esplorare l’ambiente circostante e relazionarsi con i propri simili, parecchi di loro avevano piaghe – come dimostrato dalle immagini che abbiamo riportato – anche dal momento che erano costretti a dormire durante l’inverno a stretto contatto con il cemento freddo e ricoperto delle loro stesse feci ed urine.
Uno dei cani recuperati viveva in totale isolamento senza alcun tipo di contatto con gli altri animali. E’ una vera e propria forma di tortura psicologica per animali come questi, che amano socializzare e vivere in compagnia. Altri erano così ansiosi di un contatto e di stimoli, dopo essere stati in questi box per quasi 4 anni, che si dimenavano da dietro le sbarre cercando di attrarre il più possibile la nostra attenzione.
Quando siamo entrati nei loro box, ci sono saltati addosso eccitati e in cerca di affetto. Pochi minuti dopo ci hanno seguito felicemente fuori da quel posto, probabilmente passeggiando liberi per la prima volta nella loro vita.
Per la loro salute fisica e mentale ognuno dei cani recuperati è stato visitato da veterinari. Alcuni hanno richiesto massima attenzione ed aiuto per superare la costante paura in cui vivevano. Tutti quanti hanno già trovato un posto sicuro dove stare, dove poter essere amati e protetti.
Non sappiamo quando riusciranno ad avere ancora fiducia negli esseri umani, ma siamo sicuri che l’attenzione che riceveranno nelle nuove case potrà toccare di nuovo i loro cuori, in maniera tale che possano vivere felici e al sicuro per il resto della loro vita.
Dopo una vita dura all’interno delle strutture catalane di Harlan-Interfauna (assolutamente non differenti da allevamenti come Green Hill in Italia e Marshall negli Stati Uniti) un destino tremendo sembrava attenderli: essere trasportati ai laboratori di vivisezione dove sarebbero stati sempre rinchiusi in gabbie dalle quali sarebbero usciti solo per subire esperimenti. Ognuno di loro era nato già con un futuro segnato: quello di diventare vittime di test di tossicologia, esperimenti di ricerca biomedica e veterinaria, esperimenti militari che sarebbero terminati con la loro morte.
Gli attivisti che hanno realizzato quest’azione sono tutti vegani, rifiutano lo specismo e qualsiasi forma di sfruttamento animale, inclusa la vivisezione come in questo caso, o il consumo di prodotti di origine animale, usati per l’intrattenimento o per gli indumenti. Pensiamo che l’unica importante caratteristica per rispettare veramente altri esseri viventi sia la capacità di non sostenere alcuna superiorità o appartenenza di specie, sesso o razza. Vogliamo arrivare ad una società priva di qualsiasi discriminazione, dove gli animali non umani non vengano trattati come esseri inferiori e usati per la ricerca, ma come individui degni di profondo rispetto.
Continueremo a recuperare animali e a denunciare questo sistema di sfruttamento fino a quando l’ultima gabbia sarà vuota e ogni forma di oppressione degli animali diventi un ricordo del passato.
Per concludere, vogliamo dedicare quest’azione a tutti gli attivisti che combattono la vivisezione e ricordare tutti gli animali che in questo momento si trovano negli allevamenti e nei laboratori.”

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